«Una torre Hamon si può salvare. Michele e Daniele, provateci dunque» | la CRONACA di RAVENNA

«Una torre Hamon si può salvare. Michele e Daniele, provateci dunque»

Ancisi chiama direttamente in causa sindaco e presidente dell'Autorità di sistema portuale. Quella finora esclusa dai lavori di abbattimento non nuoce al funzionamento dell'impianto fotovoltaico che si realizzerebbe nell'area»

07 aprile 2024 - «Se la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio di Ravenna insiste a non voler mostrare che esiste, la richiesta, sollevata con ardore non solo da ambientisti, ma da personalità accademiche e giornalistiche, della cultura e delle professioni, oltreché da molti cittadini, di salvare almeno una delle torri Hamon ex Sarom investe valutazioni molto meno tecnico-giuridiche che politiche, rivolgendosi perciò alla persona del sindaco». Lo afferma Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna in consiglio comunale.

«De Pascale l'ha detto e ripetuto dall'inizio ad oggi, sottolinea Ancisi: 'Sebbene non ci risultino atti formali di tutela storico-paesaggistica, le torri rappresentano senza dubbio un simbolo nello skyline (cioè nel panorama) ravennate, con cui la comunità ha un legame affettivo, e che sono entrate nella memoria collettiva []. Rappresentano inequivocabilmente un pezzo di storia del passato industriale di Ravenna ed è sicuramente d'effetto e in un certo senso emblematico che in una zona dove ieri c'era un grande stabilimento di raffinazione di idrocarburi, oggi nasca un grande polo per la produzione di energie rinnovabili'. E poi: 'Personalmente sono tra quei ravennati che vivono con nostalgia l'idea di perdere questo tratto ormai identitario'.

«Perché dunque non conservare, nella nuova destinazione millennial, una presenza testimoniale della sua radice storica, monumento di archeologia industriale?», chiede Ancisi.

«Ho cercato di darmi una risposta - dice - procurandomi la CILA (Comunicazione Inizio Lavori Asseverata), presentata in Comune da ENI, proprietaria dell'area, appena il 27 marzo scorso. Da questa il sindaco ha dedotto infatti che le torri Hamon devono essere abbattute per ragioni di sicurezza. Pensavo che ciò risultasse almeno da una perizia, anche se non richiesta dalla legge. Viceversa la CILA dice soltanto così: 'Demolizione di manufatti edilizi esistenti denominati Torri Hamon. Tale intervento si rende necessario e non rimandabile per ragioni di sicurezza, vista la vetustà e lo stato di conservazione delle torri che risultano interessate da fenomeni di disgregazione con possibile caduta di calcinacci, fenomeno ben visibile e già in essere'. Un dogma, non di più. Peraltro, le sole due foto allegate alla CILA le mostrano, all'esterno, apparentemente in salute.
D'altra parte, e soprattutto, non c'è nulla che vieti di metterne in sicurezza una senza interferire col progetto di parco fotovoltaico che l'Autorità portuale, grazie a un finanziamento europeo in conto PNRR, intende realizzare in quell'area: 'Nel 2021 il procedimento di bonifica dei suoli è stato concluso con la Determina Dirigenziale di ARPA Emilia-Romagna' (nota di ENI del 5 aprile 2024); la torre finora esclusa dai lavori di abbattimento nulla nuocerebbe - diversamente dall'altra - al pieno funzionamento dell'impianto, giacché, essendo posta nel confine dell'area, sul lato nord, non è di ostacolo alla luce del sole, e quindi alla produzione di energia elettrica rinnovabile; non interferisce, infine, con la destinazione industriale del contesto».

Il presidente dell'Autorità portuale, Daniele Rossi, prenderà in consegna l'area quando il 'rogito per la compravendita e il passaggio di proprietà verrà stipulato al completamento delle attività in corso'; tra le due parti è stato inoltre firmato 'un protocollo d'intesa per la finalizzazione dell'operazione' (stessa nota di ENI).

«Che esso comprenda o no - commenta Ancisi - l'impegno ad abbattere le torri, ENI ed Autorità portuale non potrebbero comunque sottrarsi alla richiesta di preservare quella che non intaccherebbe nulla del progetto, specie se, avanzandola, il sindaco trova sostegno anche nell'opposizione. ENI, dovendo molto a Ravenna e (anche troppo) al suo territorio, mostra interesse e volontà a mantenere proficui rapporti con l?'amministrazione comunale e con l'Autorità portuale, di cui il Comune di Ravenna è peraltro parte determinante.
Provateci dunque, Michele e Daniele». 

 

 

 


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