Cultura
Prospettiva Dante. Giancarlo Giannini incanta il pubblico
L'attore italiano ha aperto la XII edizione del festival promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio. Domani, giovedì 14, appuntamento con Luigi Federico Signorini, direttore generale della Banca d’Italia, e Antonio Patuelli
13 settembre 2023 - Incredibilmente affollati i Chiostri Francescani, forse anche per il desiderio di rivivere quel festival dedicato a Dante che aveva subìto una pausa durante la pandemia.
“Pur dando continuità alle celebrazioni dantesche - spiega il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio Ernesto Giuseppe Alfieri - abbiamo scelto una strada con delle novità, pensando anche ad argomenti che possano coinvolgere i giovani”.
“In tempi così difficili - aggiunge Domenico De Martino, direttore del festival -non potevamo ignorare un richiamo alla speranza, un elemento vitale che potesse divertire e coinvolgere, nei luoghi di Ravenna che videro il Poeta”.
Anche il presidente dell’Accademia della Crusca, di recentissima nomina, Paolo D’Achille, si è congratulato per l’impegno che questi appuntamenti richiedono.
Si intitola 'Prospettiva Dante' la XII edizione del Festival Dantesco previsto a Ravenna dal 13 al 17 settembre. Promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna con il sostegno della direzione scientifica dell’Accademia della Crusca, la manifestazione di quest’anno trae ispirazione dal verso «mentre che la speranza ha fior del verde» (Purgatorio III, v. 135).
Sono in programma cinque giorni di incontri e spettacoli nel cuore di quella Ravenna che offrì all’esule fiorentino accoglienza e speranza di futuro. A proporre uno sguardo dantesco sul domani è l’intreccio di ricerca, alta divulgazione e arti che rappresenta da dodici anni lo spirito del festival.
Ma torniamo a oggi, 13 settembre, prima giornata. Dopo brevi interventi istituzionali viene chiamato sulla scena l’ospite attesissimo, l’attore italiano tra i più amati, Giancarlo Giannini, accompagnato da interventi musicali che spaziavano dalla musica napoletana a quella italiana di qualche anno fa.
Giannini ha subito stabilito un piacevole rapporto con il pubblico con qualche battuta, qualche domanda al pubblico (senza risposta). Ha spaziato, nella sua lettura, fra testi impegnati e poesie, sfogliando letteralmente il suo programma e scegliendo i brani e le poesie senza limiti di paesi e di periodi.
Il massimo del suo intervento l’ha visto protagonista del monologo di Marco Antonio, dal Giulio Cesare di Shakespeare: fin dalle prime battute si è creato un silenzio fatto di attenzione e rispetto sia per il testo che per l’attore. “Nobili romani! Amici, concittadini romani! Prestatemi orecchio. Sono venuto a seppellire Cesare, non a farne l’elogio. Il male che un uomo fa, gli sopravvive, il bene, spesso, resta sepolto con le sue ossa. E così sia di Cesare. Il nobile Bruto vi ha detto che Cesare era ambizioso: se era, ebbe grave colpa; e Cesare l’ha gravemente scontata. Qui, col beneplacito di Bruto e degli altri – che Bruto è un uomo d’onore, e anche gli altri, tutti uomini d’onore – sono venuto a parlare al funerale di Cesare. Fu un mio amico, leale e giusto con me. Ma Bruto dice che era ambizioso: e Bruto è uomo d’onore…”.
Un grandissimo applauso ha salutato le ultime parole della tragedia shakespeariana.
Anche domani, tra i tanti momenti interessanti, ci sarà quello più atteso: il dialogo tra Luigi Federico Signorini, direttore generale della Banca d’Italia, e Antonio Patuelli, presidente del Gruppo Cassa Spa e di ABI - Associazione Bancaria Italiana.
Con il titolo «legge, moneta, officio e costume» (Pur. VI, v. 146), alcuni passi della Commedia diventano lo spunto per ragionare, da diversi punti di vista, non solo di moneta ed economia ma, come nel verso dantesco, di leggi, di istituzioni, di morale e comportamenti.
Coordina l’incontro Agnese Pini, direttrice di «QN Quotidiano Nazionale», «La Nazione», «il Resto del Carlino» e «Il Giorno».
Anna De Lutiis
© copyright la Cronaca di Ravenna
“Pur dando continuità alle celebrazioni dantesche - spiega il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio Ernesto Giuseppe Alfieri - abbiamo scelto una strada con delle novità, pensando anche ad argomenti che possano coinvolgere i giovani”.
“In tempi così difficili - aggiunge Domenico De Martino, direttore del festival -non potevamo ignorare un richiamo alla speranza, un elemento vitale che potesse divertire e coinvolgere, nei luoghi di Ravenna che videro il Poeta”.
Anche il presidente dell’Accademia della Crusca, di recentissima nomina, Paolo D’Achille, si è congratulato per l’impegno che questi appuntamenti richiedono.
Si intitola 'Prospettiva Dante' la XII edizione del Festival Dantesco previsto a Ravenna dal 13 al 17 settembre. Promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna con il sostegno della direzione scientifica dell’Accademia della Crusca, la manifestazione di quest’anno trae ispirazione dal verso «mentre che la speranza ha fior del verde» (Purgatorio III, v. 135).
Sono in programma cinque giorni di incontri e spettacoli nel cuore di quella Ravenna che offrì all’esule fiorentino accoglienza e speranza di futuro. A proporre uno sguardo dantesco sul domani è l’intreccio di ricerca, alta divulgazione e arti che rappresenta da dodici anni lo spirito del festival.
Ma torniamo a oggi, 13 settembre, prima giornata. Dopo brevi interventi istituzionali viene chiamato sulla scena l’ospite attesissimo, l’attore italiano tra i più amati, Giancarlo Giannini, accompagnato da interventi musicali che spaziavano dalla musica napoletana a quella italiana di qualche anno fa.
Giannini ha subito stabilito un piacevole rapporto con il pubblico con qualche battuta, qualche domanda al pubblico (senza risposta). Ha spaziato, nella sua lettura, fra testi impegnati e poesie, sfogliando letteralmente il suo programma e scegliendo i brani e le poesie senza limiti di paesi e di periodi.
Il massimo del suo intervento l’ha visto protagonista del monologo di Marco Antonio, dal Giulio Cesare di Shakespeare: fin dalle prime battute si è creato un silenzio fatto di attenzione e rispetto sia per il testo che per l’attore. “Nobili romani! Amici, concittadini romani! Prestatemi orecchio. Sono venuto a seppellire Cesare, non a farne l’elogio. Il male che un uomo fa, gli sopravvive, il bene, spesso, resta sepolto con le sue ossa. E così sia di Cesare. Il nobile Bruto vi ha detto che Cesare era ambizioso: se era, ebbe grave colpa; e Cesare l’ha gravemente scontata. Qui, col beneplacito di Bruto e degli altri – che Bruto è un uomo d’onore, e anche gli altri, tutti uomini d’onore – sono venuto a parlare al funerale di Cesare. Fu un mio amico, leale e giusto con me. Ma Bruto dice che era ambizioso: e Bruto è uomo d’onore…”.
Un grandissimo applauso ha salutato le ultime parole della tragedia shakespeariana.
Anche domani, tra i tanti momenti interessanti, ci sarà quello più atteso: il dialogo tra Luigi Federico Signorini, direttore generale della Banca d’Italia, e Antonio Patuelli, presidente del Gruppo Cassa Spa e di ABI - Associazione Bancaria Italiana.
Con il titolo «legge, moneta, officio e costume» (Pur. VI, v. 146), alcuni passi della Commedia diventano lo spunto per ragionare, da diversi punti di vista, non solo di moneta ed economia ma, come nel verso dantesco, di leggi, di istituzioni, di morale e comportamenti.
Coordina l’incontro Agnese Pini, direttrice di «QN Quotidiano Nazionale», «La Nazione», «il Resto del Carlino» e «Il Giorno».
Anna De Lutiis
© copyright la Cronaca di Ravenna