Vendita dell'Ortazzo-Ortazzino: «È un delitto dei nostri giorni». Comune e Regione garantiscono, «niente cemento» | la CRONACA di RAVENNA

Vendita dell'Ortazzo-Ortazzino: «È un delitto dei nostri giorni». Comune e Regione garantiscono, «niente cemento»

«Quei 500 ettari devono tornare al più presto in mano pubblica, per evitare degrado e abusivismo»

19 agosto 2023 - Il confronto sulla vendita dell’Ortazzo-Ortazzino prosegue sempre più incalzante.
Da una parte, il sindaco Michele de Pascale afferma: «Non sappiamo quali siano le intenzioni della nuova proprietà, ma in nessuna area del Parco del territorio dell’Ortazzo-Ortazzino sarà mai costruito neanche un solo ulteriore metro quadrato. Mai il Comune lo autorizzerà e la città impedirà qualsiasi intervento da parte di altri livelli di governo». Confermata anche la volontà del Comune di acquistare l’area.

Sulla stessa linea la Regione: «Nessuno può fare nulla in quelle aree che possa essere in contrasto con la tutela dell’ambiente – affermano il presidente Stefano Bonaccini e l’assessora alla Programmazione territoriale e parchi, Barbara Loi –. Nei parchi e nelle aree protette ci sono da sempre territori di proprietà privata, ma questo non è rilevante, se si teme che in quelle aree si possa fare o costruire qualcosa. Semplicemente non si può. Perché ci sono vincoli, anche edificatori, molto rigorosi. Vincoli che nessuno può negare o mettere in discussione».

Ma le forze politiche di opposizione sono polemiche. «L’area è un patrimonio ambientale di immenso valore – scrive il capogruppo di Lista per Ravenna Alvaro Ancisi –. Quanto rilevato da Italia Nostra Ravenna è un delitto dei nostri giorni. Assordante è il silenzio della giunta de Pascale, salvo lacrime di coccodrillo versate da Ravenna Coraggiosa di cui fa parte l’assessore all’Ambiente. Il Parco ha giurato di avere inutilmente chiesto ovunque, anche agli enti locali, il sostegno per poter disporre dei soldi necessari all’acquisto».

Per Ancisi i quasi 500 ettari di terreno devono tornare al più presto in mano pubblica, per evitare degrado e abusivismo. Per quanto riguarda i soldi - dice -  basterebbe fare riferimento al fondo di 512 mila euro previsto per l’acquisto nel piano triennale 2019-2021 dei lavori pubblici del Comune. Con l’elezione a ottobre della nuova Giunta de Pascale quei soldi sono spariti senza nessuna spiegazione. «La presidente del Parco – conclude – deve solo rivolgersi al sindaco di Ravenna che l’ha designata a quella carica».

Anche  Alberto Ferrero di Fratelli d’Italia ricorda che, nella scorsa legislatura, era previsto di rilevare l’area e che una cifra era anche stata posta a bilancio ma che poi non se ne fece nulla. «L’accaduto ha del grottesco – afferma – e dimostra quanto, a partire dall’amministrazione comunale, si abbia poca attenzione all’ambiente e al territorio.
Questa sarebbe stata una occasione per rilevare quell’area e integrarla con la pineta e renderla fruibile, ma a quanto pare qualcuno guardava dall’altra parte. Questo sarà oggetto di una nostra interrogazione. Oggi quell’area è interdetta e difficilmente sarà urbanizzata, ma non vorremmo che a fronte di quell’acquisto si chieda di poter edificare altrove, cosa già troppe volte vista nel nostro comune».

Ricapitoliamo gli eventi e le prese di posizione.
Lo scorso 1 marzo, la società Immobiliare di Lido di Classe, messa in liquidazione nel 2017 per carenza di fondi, ha venduto per circa 600 mila euro a Cpi Real Estate Italy spa, le aree dell’Ortazzo-Ortazzino di circa 500 ettari.
Con i suoi laghi e pinete, con la sua ampia varietà di tipi di vegetazione e di specie acquatiche, rappresenta un unicum ambientale, trai siti con maggior diversità in ambito litoraneo dell’intera regione Emilia Romagna, nei pressi di Lido di Classe e della foce del fiume Bevano. Una riserva naturale oggi compresa nel Parco del Delta del Po.

A dare la notizia della compravendita, nei giorni scorsi, Italia Nostra. Da anni porta avanti una battaglia in difesa della riserva naturale insieme al Wwf che negli anni Settanta riuscì a impedire una milionaria speculazione immobiliare proprio da parte della Immobiliare di Lido di Classe.

«Una cifra ridicola – si legge in una nota –. Dieci centesimi di euro a metro quadrato! Se pensiamo che nel 2021 furono programmati dal Comune di Ravenna i lavori di rifacimento della torretta di avvistamento in legno a Valle Mandriole per 190 mila euro, possiamo comprendere l’irrilevanza della cifra prevista per l’acquisto dell’Ortazzo. E la cosa grave è che il tutto è avvenuto senza che nessun ente pubblico, Stato, Regione, Provincia, Comune, Parco del Delta del Po, abbia fatto valere il proprio diritto di prelazione».

Svelato qualcosa in più sugli acquirenti: la nuova società è nell’orbita del Cpi Property Group, con sede in Lussemburgo, il cui socio fondatore risulterebbe essere il magnate ceco Radovan Vitek.

A preoccupare particolarmente Italia Nostra Ravenna è la cosiddetta ‘zona C’, posta a sud ovest tra via del Lombardi e via Canale Pergami, pari a quasi 80 ettari, su cui i nuovi proprietari prevedono «un’opportunità per lo sviluppo futuro della società». Non è invece possibile metter mano in alcun modo alle zone A, a tutela integrale, e B, a tutela generale. Una notizia ‘bomba’ che ha scatenato, a ridosso di Ferragosto, la reazione da parte di tutte le associazioni ambientaliste e dei vari esponenti politici, fino alle puntualizzazioni da parte degli enti coinvolti, il Comune di Ravenna, il Parco del Delta del Po e la Regione Emilia Romagna.

Tra le associazioni, Potere al Popolo si è subito dichiarato al fianco di Italia Nostra, dei movimenti ambientalisti e di chi vigilerà sulla situazione. «Basta cementificazione, basta speculazioni e lottizzazioni insensate, basta connivenze occulte».
Il coordinamento ravennate “Per il clima – Fuori dal Fossile” ha definito la compravendita dell’Ortazzo-Ortazzino, «uno scandalo vero e proprio. Prevediamo che ora inizi il rimpallo tra i diversi livello istituzionali e che nessuno si vorrà prendere le responsabilità di aver dato il via libera a questa operazione».

Anche per Nevio Salimbeni e Nicoletta Zampriolo di +Europa Ravenna è stato un grave errore non aver acquisto l’area dell’Ortazzo e Ortazzino. «Serve una politica diversa nei confronti del Parco del Delta del Po».

Dal canto il Parco del Delta del Po ha tenuto a fare alcune precisazioni. «Non corrisponde al vero – fa sapere la direzione – che l’Ente Parco non abbia manifestato ufficialmente la propria volontà di esercitare il diritto di prelazione. Diritto di prelazione che, per legge, spetta solo all’ente Parco e non al Comune di Ravenna o alla Regione Emilia Romagna.
Nonostante le difficoltà incontrate a comunicare con il curatore fallimentare che seguiva la compravendita, tale volontà è stata formalizzata il 9 novembre 2022. La richiesta di finanziamento inoltre è stata rivolta solo alla Regione Emilia-Romagna il 25 ottobre scorso. Stiamo valutando l’opportunità di procedere alla verifica della regolarità procedimentale della compravendita stessa». 

nella foto l'Ortazzino (foto Francesca Santarella)


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