Politica
«Sponde del Lamone allo sbando a Mezzano. Bisogna fare subito qualcosa. A Ravenna zero, Faenza già avanti»
Ancisi: «Perché non sono partiti i lavori di una gara da oltre 2 milioni per la messa in sicurezza dei fiumi? Chi doveva pulire gli argini da una vegetazione lasciata in stato di abbandono da chissà quanto tempo?»
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16 luglio 2023 - «Sponde del Lamone allo sbando a Mezzano. Bisogna fare subito qualcosa».
Questo, in sintesi, il senso dell’interrogazione che Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna – Polo Civico Popolare, rivolgerà al sindaco per chiedere nuovamente «se, come e quando la Regione intende occuparsi anche dei tratti fluviali che, scendendo alla foce nel territorio del nostro Comune, angosciano non poco chi ci abita o lavora, aggiungendosi anche alla preoccupazione per il fenomeno di risalita nei fiumi delle acque marine, verificatosi anche nell’emergenza di maggio».
«La profonda pulizia della vegetazione, degli alberi e degli arbusti – prosegue Ancisi –, all’interno degli argini dei fiumi, è assolutamente prioritaria ovunque. Il caso di Mezzano non è da meno».
Al riguardo, il consigliere rileva che non si è saputo dare una risposta nemmeno nel corso dell’infuocata assemblea pubblica dello scorso 12 luglio, convocata proprio per discutere degli aggiornamenti sull’emergenza alluvione e sulla discarica temporanea a Mezzano, in via Reale 58, e del suo clamoroso incendio, devastante per migliaia di residenti nell’area circostante.
Il dibattito, secondo Ancisi presente alla serata, non è stato affatto concorde se non su una constatazione finale: «Se Mezzano e le sue frazioni non sono state allagate dal Lamone è perché la piena di questo fiume si è sfogata a Boncellino».
«Come si sa, le due rotture in 15 giorni dello stesso tratto dell’argine, hanno fatto sì che masse enormi di acqua abbiano inondato oltre l’80% dei campi, le frazioni di Villanova, Boncellino e Traversara, arrivando fino a Bagnacavallo. Sul da farsi affinché, in caso di nuova alluvione, la stessa sorte non tocchi a Mezzano, le autorità non si sono pronunciate».
«Tutti i presenti – spiega Ancisi – hanno però escluso, con degli scongiuri, che si possa alzare il ponte del Lamone sulla via Reale, che in maggio l’acqua ha in pratica rasentato. Per questo ho ricordato come le sponde del fiume siano malmesse a decorrere dal tratto urbano appena successivo al ponte».
Lo scorso 17 dicembre Lista per Ravenna ha ricevuto una documentazione fotografica dall’ingegnere di uno studio tecnico ravennate che aveva scritto un messaggio al sindaco il 2 novembre, senza ricevere risposta.
Ecco il testo: «Passeggiando sull’argine del fiume Lamone, all’altezza del cimitero di Mezzano, ho notato che la vegetazione lungo la parte interna degli argini è lasciata in stato di abbandono da chissà quanto tempo, tanto che ci sono veri e propri alberi alti anche più di una decina di metri. Immagino che tale stato non sia circoscritto a questa zona.
Ora, se dovesse, come sembra, esserci un periodo molto piovoso, probabilmente il fiume avrà momenti di piena e tutta questa vegetazione lasciata allo sbando potrebbe creare sbarramenti al passare della piena.
Chi deve pulire queste zone?».
Lista per Ravenna si stava già occupando di questo problema, che riguarda la generalità dei fiumi ravennati, con due interrogazioni al sindaco che si riferiscono a una gara d’appalto da 2 milioni e 155 mila euro per eseguire, tra fine 2022 e il 2024, opere di contenimento delle piene e messa in sicurezza di tutti i corsi d’acqua della provincia di Ravenna.
Emessa dall’Agenzia per la sicurezza territoriale e la Protezione civile della Regione, comprendeva lavori per rafforzare gli argini, affinché resistessero a ogni piena, anche realizzando dei supporti dove l’argine era sfasciato o dove una piena si era portata via parte della golena.
«Interessati dalla gara d’appalto – ricorda Ancisi –, anche i nostri fiumi Lamone, Savio, Bevano, Montone, Fiumi Uniti e Ronco. Le buste delle imprese concorrenti alla gara era stata aperta il 12 ottobre. Sembrava che i lavori dovessero partire, poi non si è saputo più nulla.
Le risposte dell’assessore Baroncini alle mie due interrogazioni non hanno saputo riferire nulla, per indisponibilità dell’Agenzia. Se Ravenna dunque sta a zero, abbiamo invece appreso che qualcosa si muove a Faenza dove, a seguito dell’alluvione, sono in corso intensi lavori di pulizia e risagomatura degli argini del fiume Lamone, con una profonda pulizia della vegetazione e degli arbusti. Entro settembre, la ditta incaricata dalla Regione, effettuerà la pulizia sugli argini del Lamone, anche dal Ponte Rosso di Faenza fino al confine con il comune di Brisighella».
© copyright la Cronaca di Ravenna
Questo, in sintesi, il senso dell’interrogazione che Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna – Polo Civico Popolare, rivolgerà al sindaco per chiedere nuovamente «se, come e quando la Regione intende occuparsi anche dei tratti fluviali che, scendendo alla foce nel territorio del nostro Comune, angosciano non poco chi ci abita o lavora, aggiungendosi anche alla preoccupazione per il fenomeno di risalita nei fiumi delle acque marine, verificatosi anche nell’emergenza di maggio».
«La profonda pulizia della vegetazione, degli alberi e degli arbusti – prosegue Ancisi –, all’interno degli argini dei fiumi, è assolutamente prioritaria ovunque. Il caso di Mezzano non è da meno».
Al riguardo, il consigliere rileva che non si è saputo dare una risposta nemmeno nel corso dell’infuocata assemblea pubblica dello scorso 12 luglio, convocata proprio per discutere degli aggiornamenti sull’emergenza alluvione e sulla discarica temporanea a Mezzano, in via Reale 58, e del suo clamoroso incendio, devastante per migliaia di residenti nell’area circostante.
Il dibattito, secondo Ancisi presente alla serata, non è stato affatto concorde se non su una constatazione finale: «Se Mezzano e le sue frazioni non sono state allagate dal Lamone è perché la piena di questo fiume si è sfogata a Boncellino».
«Come si sa, le due rotture in 15 giorni dello stesso tratto dell’argine, hanno fatto sì che masse enormi di acqua abbiano inondato oltre l’80% dei campi, le frazioni di Villanova, Boncellino e Traversara, arrivando fino a Bagnacavallo. Sul da farsi affinché, in caso di nuova alluvione, la stessa sorte non tocchi a Mezzano, le autorità non si sono pronunciate».
«Tutti i presenti – spiega Ancisi – hanno però escluso, con degli scongiuri, che si possa alzare il ponte del Lamone sulla via Reale, che in maggio l’acqua ha in pratica rasentato. Per questo ho ricordato come le sponde del fiume siano malmesse a decorrere dal tratto urbano appena successivo al ponte».
Lo scorso 17 dicembre Lista per Ravenna ha ricevuto una documentazione fotografica dall’ingegnere di uno studio tecnico ravennate che aveva scritto un messaggio al sindaco il 2 novembre, senza ricevere risposta.
Ecco il testo: «Passeggiando sull’argine del fiume Lamone, all’altezza del cimitero di Mezzano, ho notato che la vegetazione lungo la parte interna degli argini è lasciata in stato di abbandono da chissà quanto tempo, tanto che ci sono veri e propri alberi alti anche più di una decina di metri. Immagino che tale stato non sia circoscritto a questa zona.
Ora, se dovesse, come sembra, esserci un periodo molto piovoso, probabilmente il fiume avrà momenti di piena e tutta questa vegetazione lasciata allo sbando potrebbe creare sbarramenti al passare della piena.
Chi deve pulire queste zone?».
Lista per Ravenna si stava già occupando di questo problema, che riguarda la generalità dei fiumi ravennati, con due interrogazioni al sindaco che si riferiscono a una gara d’appalto da 2 milioni e 155 mila euro per eseguire, tra fine 2022 e il 2024, opere di contenimento delle piene e messa in sicurezza di tutti i corsi d’acqua della provincia di Ravenna.
Emessa dall’Agenzia per la sicurezza territoriale e la Protezione civile della Regione, comprendeva lavori per rafforzare gli argini, affinché resistessero a ogni piena, anche realizzando dei supporti dove l’argine era sfasciato o dove una piena si era portata via parte della golena.
«Interessati dalla gara d’appalto – ricorda Ancisi –, anche i nostri fiumi Lamone, Savio, Bevano, Montone, Fiumi Uniti e Ronco. Le buste delle imprese concorrenti alla gara era stata aperta il 12 ottobre. Sembrava che i lavori dovessero partire, poi non si è saputo più nulla.
Le risposte dell’assessore Baroncini alle mie due interrogazioni non hanno saputo riferire nulla, per indisponibilità dell’Agenzia. Se Ravenna dunque sta a zero, abbiamo invece appreso che qualcosa si muove a Faenza dove, a seguito dell’alluvione, sono in corso intensi lavori di pulizia e risagomatura degli argini del fiume Lamone, con una profonda pulizia della vegetazione e degli arbusti. Entro settembre, la ditta incaricata dalla Regione, effettuerà la pulizia sugli argini del Lamone, anche dal Ponte Rosso di Faenza fino al confine con il comune di Brisighella».
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