Politica
Antenna nel parco Montessori. Ancisi, «le colpe del Comune»
«Grave aver concesso un terreno pubblico vincolato, in una zona ampiamente coperta dalla rete. L'atto di concessione va revocato, così l'autorizzazione all'impianto decade automaticamente»
10 luglio 2023 - Violazioni di legge e di regolamento compiute dall’amministrazione comunale nel concedere l’autorizzazione alla Wind Tre di installare un’antenna da 34 metri per la telefonia mobile nel Parco Montessori di via Lanzoni tra via Cilla e via San Gaetanino.
Le elenca Alvaro Ancisi (Lista per Ravenna) secondo cui, se non rimediate, giustificano un ricorso al tribunale amministrativo da parte dei residenti e un esposto sugli aspetti penali della vicenda «che rivolgeremmo noi stessi alla Procura della Repubblica».
Tutto dipende dalla risposta della giunta de Pascale alla mozione presentata da Ancisi in consiglio comunale.
Quattro le ragioni nel mirino di Lista per Ravenna: è stata data una concessione su un terreno vincolato; la zona è ampiamente coperta dalla rete; si tratta di una ex zona costiera di interesse storico paesistico; revocare la concessione del terreno.
«Quel terreno è vincolato, classificato come verde di quartiere destinato a giardini e aree attrezzate per il gioco e la sosta ricreativa in cui si possono realizzare costruzioni funzionali alla fruizione pubblica. Quello della compagnia telefonica non è un servizio pubblico perché applica ai consumatori delle tariffe non calmierate, ma soggette alla concorrenza di mercato a beneficio di una società con scopo di lucro.
L’area appartiene, quindi, al patrimonio indisponibile del Comune, cioè non può essere sottratto alla sua destinazione. Fanno parte dei beni indisponibili anche gli edifici dove si trovano uffici pubblici, con i loro arredi, tra cui la telefonia non rientra di certo».
In secondo luogo, «la zona è già ampiamente coperta dalla rete, il quadrante nord-ovest di Ravenna dove si trova il parco di via Montessori è coperto da 51 antenne, di cui 11 nei dintorni del parco, installate in 18 stazioni radio base occupate anche da varie compagnie. A ricevere un’area pubblica solo per sé, ci guadagna solo Wind, dato che paga al Comune il ridicolo Canone Unico di 800 euro l’anno, anziché un prezzo del mercato privato di gran lunga più alto».
Inoltre, «l’area prescelta rientra i “sistemi dunosi costieri di rilevanza storico documentale paesistica”. Questa condizione “protetta” dell’area è la sola per cui è stato sbagliato non richiedere il parere della competente Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio».
Infine, «se l’atto di concessione d’uso del terreno viene revocato, come Lista per Ravenna richiede, decade automaticamente l’autorizzazione alla realizzazione dell’impianto Wind nel Parco Montessori. Il Comune stesso può provvedervi in autotutela, senza attendere che i cittadini interessati si facciano valere in sede giudiziaria».
© copyright la Cronaca di Ravenna
Le elenca Alvaro Ancisi (Lista per Ravenna) secondo cui, se non rimediate, giustificano un ricorso al tribunale amministrativo da parte dei residenti e un esposto sugli aspetti penali della vicenda «che rivolgeremmo noi stessi alla Procura della Repubblica».
Tutto dipende dalla risposta della giunta de Pascale alla mozione presentata da Ancisi in consiglio comunale.
Quattro le ragioni nel mirino di Lista per Ravenna: è stata data una concessione su un terreno vincolato; la zona è ampiamente coperta dalla rete; si tratta di una ex zona costiera di interesse storico paesistico; revocare la concessione del terreno.
«Quel terreno è vincolato, classificato come verde di quartiere destinato a giardini e aree attrezzate per il gioco e la sosta ricreativa in cui si possono realizzare costruzioni funzionali alla fruizione pubblica. Quello della compagnia telefonica non è un servizio pubblico perché applica ai consumatori delle tariffe non calmierate, ma soggette alla concorrenza di mercato a beneficio di una società con scopo di lucro.
L’area appartiene, quindi, al patrimonio indisponibile del Comune, cioè non può essere sottratto alla sua destinazione. Fanno parte dei beni indisponibili anche gli edifici dove si trovano uffici pubblici, con i loro arredi, tra cui la telefonia non rientra di certo».
In secondo luogo, «la zona è già ampiamente coperta dalla rete, il quadrante nord-ovest di Ravenna dove si trova il parco di via Montessori è coperto da 51 antenne, di cui 11 nei dintorni del parco, installate in 18 stazioni radio base occupate anche da varie compagnie. A ricevere un’area pubblica solo per sé, ci guadagna solo Wind, dato che paga al Comune il ridicolo Canone Unico di 800 euro l’anno, anziché un prezzo del mercato privato di gran lunga più alto».
Inoltre, «l’area prescelta rientra i “sistemi dunosi costieri di rilevanza storico documentale paesistica”. Questa condizione “protetta” dell’area è la sola per cui è stato sbagliato non richiedere il parere della competente Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio».
Infine, «se l’atto di concessione d’uso del terreno viene revocato, come Lista per Ravenna richiede, decade automaticamente l’autorizzazione alla realizzazione dell’impianto Wind nel Parco Montessori. Il Comune stesso può provvedervi in autotutela, senza attendere che i cittadini interessati si facciano valere in sede giudiziaria».
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