Politica
Una "marcia per la luce", con una torcia contro il buio dei lampioni spenti nella notte
La organizzano venerdì 2 dicembre i gruppi consiliari di opposizione. La Pigna chiede al prefetto di intervenire sul sindaco
28 novembre 2022 - Una “marcia per la luce” organizzata per la serata di venerdì 2 dicembre dai gruppi consiliari di opposizione del Comune di Ravenna.
Monta la protesta sullo spegnimento dell'illuminazione pubblica negli orari notturni: nei giorni feriali dall'una alle cinque; la domenica e i festivi il provvedimento termina il suo effetto alle due e mezza.
Anche il movimento Ravenna in Comune afferma la propria ferma contrarietà, oltre a quella di cittadini, ristoranti, bar, pizzerie, lavoratori con turni di notte, organizzatori di eventi.
«La misura emanata – afferma l’opposizione - come ormai di consueto in maniera completamente unilaterale dalla maggioranza dall'amministrazione comunale, senza alcun contraddittorio e senza il confronto con l'opposizione o le associazioni di categoria, ha colto di sorpresa la cittadinanza che non ha tardato a esprimere le proprie perplessità e a lamentarsi (giustificatamente) non tanto per i disagi patiti quanto per la minor sicurezza che peraltro dopo i fatti di Ponte Nuovo della notte scorsa non può considerarsi solo una percezione».
Il riferimento è ai furti avvenuti lunedì in quella zona nella fascia oraria di spegnimento dell'illuminazione.
Anche il movimento Ravenna in Comune esprime «ferma contrarietà per le conseguenze sul piano della sicurezza sia nella mobilità che nella tutela personale e delle proprietà. È una misura che contestiamo duramente: meno illuminazione si traduce automaticamente in meno sicurezza. Quello della sicurezza, del resto, è un concetto che l’Amministrazione de Pascale non ha messo ancora bene a fuoco, se pensa che aggiungendo telecamere e togliendo panchine si dia più sicurezza ai cittadini mentre li si lascia a vagare nel buio della città e del forese».
«Il senso di insicurezza diffuso - aggiunge l'opposizione - riguarda anche altre categorie di cittadini, in primis coloro che hanno turni di lavoro che li costringono a tornare a casa in piena notte, oppure le giovani donne, che sovente raccontano di rimanere costantemente collegate in videochiamata quando devono rincasare da sole.
Proteste arrivano anche dai commercianti e dalle attività produttive costrette a lavorare di notte in una città già tristemente balzata agli onori della cronaca per tristi primati come quello di essere tra le meno sicure per i più alti tassi di rapine bancarie e domestiche».
Su questo primato interviene anche Ravenna in Comune: «Considerati i record negativi per cui Ravenna è in testa a tutte le classifiche per furti nelle abitazioni, la scelta di risparmiare sulla luce era apparsa da subito azzardata. Peraltro la decisione dell’Amministrazione de Pascale non trova imitatori. Da Bologna a Rimini, infatti, nessun altro territorio ha deciso una misura così drastica».
«E non si provi – aggiunge su questo l’opposizione - come fatto oggi in modo piuttosto goffo sugli organi di stampa, a far ricadere tutte le colpe sul governo centrale, altrimenti come si spiegherebbe il fatto che numerosi comuni vicini abbiano deciso di non mettere in atto questo provvedimento?».
I furti la notte scorsa a Ponte Nuovo «ci stanno apposta per ribadire l’assurdità di una scelta politica fallimentare – dice Ravenna in Comune -. Torniamo a chiedere un passo indietro a de Pascale: meglio risparmiare su qualche spreco (e ce ne sono) e su qualche iniziativa natalizia (tutt’altro che irrinunciabile) piuttosto che tagliare l’indispensabile illuminazione pubblica». Dopo tutto era stato lo stesso vicesindaco Fusignani, una decina di giorni fa, «a commentare la decisione di spegnere i lampioni, assicurando che nel caso di un acutizzarsi di fenomeni di criminalità, l’impostazione sarebbe stata rivista».
Una revisione viene chiesta anche dall’opposizione: «ritenute inutili a nostro avviso le proteste (più o meno velate e più o meno strumentali) interne alla maggioranza arrivate peraltro a cose fatte. L'idea allora, per raccogliere le proteste e veicolare proposte, è quella di organizzare una camminata per la serata di venerdì 2 dicembre in occasione della quale chiedere una revisione di questa misura: la proposta è di coinvolgere associazioni, privati cittadini e rappresentanti di attività commerciali facendo sì che ogni partecipante porti con sé una torcia per portare simbolicamente un po' di luce nell'oscurità della città.
L'evento, privo di simboli di partito, bandiere o altri vessilli sarà aperto a tutti quelli che vorranno chiedere la revisione di questa decisione, o quanto meno una negoziazione della stessa, perché gravemente colpiti in modo più o meno diretto: l'invito vale pertanto per comuni cittadini, ma anche per imprese ed imprenditori, associazioni di ogni tipo, gruppi politici e movimenti che abbiano a cuore la sicurezza della nostra Ravenna, e non appena ottenute le doverose autorizzazioni da parte della questura verranno diffusi i dettagli dell'iniziativa».
In una nota, la Pigna chiede al Prefetto "di invitare il Sindaco di Ravenna ad annullare la delibera della Giunta Comunale che dispone la riduzione delle ore di accensione degli impianti di pubblica illuminazione".
Monta la protesta sullo spegnimento dell'illuminazione pubblica negli orari notturni: nei giorni feriali dall'una alle cinque; la domenica e i festivi il provvedimento termina il suo effetto alle due e mezza.
Anche il movimento Ravenna in Comune afferma la propria ferma contrarietà, oltre a quella di cittadini, ristoranti, bar, pizzerie, lavoratori con turni di notte, organizzatori di eventi.
«La misura emanata – afferma l’opposizione - come ormai di consueto in maniera completamente unilaterale dalla maggioranza dall'amministrazione comunale, senza alcun contraddittorio e senza il confronto con l'opposizione o le associazioni di categoria, ha colto di sorpresa la cittadinanza che non ha tardato a esprimere le proprie perplessità e a lamentarsi (giustificatamente) non tanto per i disagi patiti quanto per la minor sicurezza che peraltro dopo i fatti di Ponte Nuovo della notte scorsa non può considerarsi solo una percezione».
Il riferimento è ai furti avvenuti lunedì in quella zona nella fascia oraria di spegnimento dell'illuminazione.
Anche il movimento Ravenna in Comune esprime «ferma contrarietà per le conseguenze sul piano della sicurezza sia nella mobilità che nella tutela personale e delle proprietà. È una misura che contestiamo duramente: meno illuminazione si traduce automaticamente in meno sicurezza. Quello della sicurezza, del resto, è un concetto che l’Amministrazione de Pascale non ha messo ancora bene a fuoco, se pensa che aggiungendo telecamere e togliendo panchine si dia più sicurezza ai cittadini mentre li si lascia a vagare nel buio della città e del forese».
«Il senso di insicurezza diffuso - aggiunge l'opposizione - riguarda anche altre categorie di cittadini, in primis coloro che hanno turni di lavoro che li costringono a tornare a casa in piena notte, oppure le giovani donne, che sovente raccontano di rimanere costantemente collegate in videochiamata quando devono rincasare da sole.
Proteste arrivano anche dai commercianti e dalle attività produttive costrette a lavorare di notte in una città già tristemente balzata agli onori della cronaca per tristi primati come quello di essere tra le meno sicure per i più alti tassi di rapine bancarie e domestiche».
Su questo primato interviene anche Ravenna in Comune: «Considerati i record negativi per cui Ravenna è in testa a tutte le classifiche per furti nelle abitazioni, la scelta di risparmiare sulla luce era apparsa da subito azzardata. Peraltro la decisione dell’Amministrazione de Pascale non trova imitatori. Da Bologna a Rimini, infatti, nessun altro territorio ha deciso una misura così drastica».
«E non si provi – aggiunge su questo l’opposizione - come fatto oggi in modo piuttosto goffo sugli organi di stampa, a far ricadere tutte le colpe sul governo centrale, altrimenti come si spiegherebbe il fatto che numerosi comuni vicini abbiano deciso di non mettere in atto questo provvedimento?».
I furti la notte scorsa a Ponte Nuovo «ci stanno apposta per ribadire l’assurdità di una scelta politica fallimentare – dice Ravenna in Comune -. Torniamo a chiedere un passo indietro a de Pascale: meglio risparmiare su qualche spreco (e ce ne sono) e su qualche iniziativa natalizia (tutt’altro che irrinunciabile) piuttosto che tagliare l’indispensabile illuminazione pubblica». Dopo tutto era stato lo stesso vicesindaco Fusignani, una decina di giorni fa, «a commentare la decisione di spegnere i lampioni, assicurando che nel caso di un acutizzarsi di fenomeni di criminalità, l’impostazione sarebbe stata rivista».
Una revisione viene chiesta anche dall’opposizione: «ritenute inutili a nostro avviso le proteste (più o meno velate e più o meno strumentali) interne alla maggioranza arrivate peraltro a cose fatte. L'idea allora, per raccogliere le proteste e veicolare proposte, è quella di organizzare una camminata per la serata di venerdì 2 dicembre in occasione della quale chiedere una revisione di questa misura: la proposta è di coinvolgere associazioni, privati cittadini e rappresentanti di attività commerciali facendo sì che ogni partecipante porti con sé una torcia per portare simbolicamente un po' di luce nell'oscurità della città.
L'evento, privo di simboli di partito, bandiere o altri vessilli sarà aperto a tutti quelli che vorranno chiedere la revisione di questa decisione, o quanto meno una negoziazione della stessa, perché gravemente colpiti in modo più o meno diretto: l'invito vale pertanto per comuni cittadini, ma anche per imprese ed imprenditori, associazioni di ogni tipo, gruppi politici e movimenti che abbiano a cuore la sicurezza della nostra Ravenna, e non appena ottenute le doverose autorizzazioni da parte della questura verranno diffusi i dettagli dell'iniziativa».
In una nota, la Pigna chiede al Prefetto "di invitare il Sindaco di Ravenna ad annullare la delibera della Giunta Comunale che dispone la riduzione delle ore di accensione degli impianti di pubblica illuminazione".
Foto Ravenna in Comune
© copyright la Cronaca di Ravenna