Politica
Ecco i conti del nuovo polo degli uffici del Comune e di Arpae in viale Berlinguer
Ancisi (LpRA): «I lavori, progettati nel 2004, presero il via nel 2015 e sono durati 7/8 anni. Costi dell’appalto lievitati da 18 a 32 milioni attraverso 6 varianti, pari a 3mila euro al metro quadrato, importo di molto superiore a quello di mercato»
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31 agosto 2022 - I conti del nuovo polo degli uffici del Comune e dell’Arpae in viale Berlinguer sono stati chiusi nel mese di agosto ed è così possibile ricomporre definitivamente la lunga e travagliata storia dei due grandi edifici rivestiti di legno di faggio, meglio visibili lateralmente da via Fontana. A farlo è Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna – Polo civico popolare in consiglio comunale.
In quello del Comune si sono appena trasferiti i dipendenti delle attività produttive, dell’edilizia privata e dell’urbanistica, in attesa di quelli dell’Anagrafe, che, essendo utili per le elezioni, traslocheranno più avanti; nell’altro edificio, non ancora terminato, di proprietà dell’Arpae (Agenzia Regionale per la Prevenzione, l’Ambiente e l’Energia dell’Emilia-Romagna), l’operazione dovrebbe concludersi entro ottobre-novembre.
«Lista per Ravenna si è occupata molto di questi palazzi, si può capire perché», dice Ancisi.
«I lavori, progettati nel 2004, presero infatti il via solo il 4 maggio 2015 per finire entro 900 giorni. Ce ne sono voluti il triplo, in tutto 7/8 anni. Ma soprattutto è il costo dell’appalto, fissato inizialmente in 18,511 milioni di euro, IVA esclusa, che è cresciuto, attraverso 6 varianti, fino a 32,433, poco più del doppio.
Il progetto dell’edificio a carico di ARPAE è stato notevolmente potenziato, negli ultimi anni, rispetto alla partenza, ma è pur vero che, se dopo la variante n. 4 del progetto, datata 3 ottobre 2018, la spesa del Comune era di 9,402 milioni e quella di Arpa di 14,445, le “bollette finali” sono salite a 12,742 per l’ente locale e a 19,689 per l’agenzia regionale. I metri quadrati dell’intera superficie edificata sono 10.900. Dimodoché, il costo per metro quadrato si avvicina a 3.000 euro, importo di molto superiore a quello di mercato».
Ancisi prosegue analizzando le spese per l’arredamento. «È costato 450 mila euro, anch’esso molto oltre i costi di mercato, essendosi peraltro escluso il reimpiego di tutti gli arredi in uso negli uffici oggetto di trasferimento.
Lo dimostra il fatto che due lotti della stessa fornitura, disponibili a miglior prezzo in una convenzione attiva presso la centrale pubblica di acquisto dell’Emilia-Romagna, non sono stati utilizzati perché “comprendono articoli non rispondenti alle necessità dell’architettura dei locali da attrezzare e per i quali sono richieste anche realizzazioni su misura”.
Design, materiali e finiture si possono dunque dire “firmati”, come oggetti da boutique, per via di un progetto architettonico dell’opera risalente a quasi vent’anni addietro».
Infine, le manutenzioni e i consumi dei due edifici, «rivestiti interamente di vetro e liste di faggio, non potranno poi essere improntati facilmente ai doverosi risparmi».
«L’impresa Passarelli – commenta Ancisi - ha avuto il suo da fare nel condurre a termine i lavori, affidatile il 15 gennaio 2014, senza subire contestazioni. Può dunque passare all’incasso, secondo quanto stabilito del bando di gara, che avviene parzialmente ottenendo in permuta degli immobili di proprietà pubblica: un edificio in via Sant’Agata; un’area a destinazione residenziale di 2.141 metri quadrati sulla stessa via Fontana, in angolo con via Venosta, un’area di 2.580 metri quadrati, edificabile per 2.380, in via Severini, tra via Cilla e via Bovini nel corso Nord, con allungamento della pista ciclopedonale esistente; un’area di Ravenna Holding (società posseduta dal Comune di Ravenna per il 77,8%), da cui dovranno essere dismessi un impianto di sollevamento e una centralina Enel.
I relativi Piani Urbanistici Attuativi (PUA) dovranno essere presentati in fretta per godere degli strumenti regolatori rimasti in vita, con proroga di sei mesi fino a tutto gennaio 2023, rispetto all’incombente nuovo Piano Urbanistico Generale (PUG) dettato dalla Regione».
Foto mavi
© copyright la Cronaca di Ravenna
In quello del Comune si sono appena trasferiti i dipendenti delle attività produttive, dell’edilizia privata e dell’urbanistica, in attesa di quelli dell’Anagrafe, che, essendo utili per le elezioni, traslocheranno più avanti; nell’altro edificio, non ancora terminato, di proprietà dell’Arpae (Agenzia Regionale per la Prevenzione, l’Ambiente e l’Energia dell’Emilia-Romagna), l’operazione dovrebbe concludersi entro ottobre-novembre.
«Lista per Ravenna si è occupata molto di questi palazzi, si può capire perché», dice Ancisi.
«I lavori, progettati nel 2004, presero infatti il via solo il 4 maggio 2015 per finire entro 900 giorni. Ce ne sono voluti il triplo, in tutto 7/8 anni. Ma soprattutto è il costo dell’appalto, fissato inizialmente in 18,511 milioni di euro, IVA esclusa, che è cresciuto, attraverso 6 varianti, fino a 32,433, poco più del doppio.
Il progetto dell’edificio a carico di ARPAE è stato notevolmente potenziato, negli ultimi anni, rispetto alla partenza, ma è pur vero che, se dopo la variante n. 4 del progetto, datata 3 ottobre 2018, la spesa del Comune era di 9,402 milioni e quella di Arpa di 14,445, le “bollette finali” sono salite a 12,742 per l’ente locale e a 19,689 per l’agenzia regionale. I metri quadrati dell’intera superficie edificata sono 10.900. Dimodoché, il costo per metro quadrato si avvicina a 3.000 euro, importo di molto superiore a quello di mercato».
Ancisi prosegue analizzando le spese per l’arredamento. «È costato 450 mila euro, anch’esso molto oltre i costi di mercato, essendosi peraltro escluso il reimpiego di tutti gli arredi in uso negli uffici oggetto di trasferimento.
Lo dimostra il fatto che due lotti della stessa fornitura, disponibili a miglior prezzo in una convenzione attiva presso la centrale pubblica di acquisto dell’Emilia-Romagna, non sono stati utilizzati perché “comprendono articoli non rispondenti alle necessità dell’architettura dei locali da attrezzare e per i quali sono richieste anche realizzazioni su misura”.
Design, materiali e finiture si possono dunque dire “firmati”, come oggetti da boutique, per via di un progetto architettonico dell’opera risalente a quasi vent’anni addietro».
Infine, le manutenzioni e i consumi dei due edifici, «rivestiti interamente di vetro e liste di faggio, non potranno poi essere improntati facilmente ai doverosi risparmi».
«L’impresa Passarelli – commenta Ancisi - ha avuto il suo da fare nel condurre a termine i lavori, affidatile il 15 gennaio 2014, senza subire contestazioni. Può dunque passare all’incasso, secondo quanto stabilito del bando di gara, che avviene parzialmente ottenendo in permuta degli immobili di proprietà pubblica: un edificio in via Sant’Agata; un’area a destinazione residenziale di 2.141 metri quadrati sulla stessa via Fontana, in angolo con via Venosta, un’area di 2.580 metri quadrati, edificabile per 2.380, in via Severini, tra via Cilla e via Bovini nel corso Nord, con allungamento della pista ciclopedonale esistente; un’area di Ravenna Holding (società posseduta dal Comune di Ravenna per il 77,8%), da cui dovranno essere dismessi un impianto di sollevamento e una centralina Enel.
I relativi Piani Urbanistici Attuativi (PUA) dovranno essere presentati in fretta per godere degli strumenti regolatori rimasti in vita, con proroga di sei mesi fino a tutto gennaio 2023, rispetto all’incombente nuovo Piano Urbanistico Generale (PUG) dettato dalla Regione».
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