Politica
"La Regione ha bocciato il piano del traffico"
Ravenna in Comune: "Non è stato avviato alcun trasporto pubblico a zero emissioni"
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"Ricordiamo che il piano originario venne approvato con il voto favorevole di Ravenna in Comune dopo che, in sede di adozione, era stato accolto, tra gli altri, un nostro emendamento per l’introduzione (a seguito di analisi di fattibilità tecnico-economica) di un trasporto pubblico a zero emissioni e gratuito per i cittadini del Comune di Ravenna. Come più volte abbiamo rilevato, di de Pascale non ci si può fidare nemmeno quando si ottiene l’inserimento di precisi impegni nelle delibere comunali. In questo caso non solo non si è avviato, nemmeno a titolo di sperimentazione alcun trasporto (figurarsi se gratuito) a zero emissioni, ma nemmeno è stata realizzata (in realtà, nemmeno programmata) alcuna analisi di fattibilità tecnico-economica".
"Apprendiamo così - aggiunge il movimento - che la Regione ha certificato il “sostanziale fallimento degli obiettivi per quanto riguarda il piano vigente: in fondo, un conto è mettere sulla carta azioni che vadano in direzione di una mobilità sostenibile, un altro è metterla pratica e un altro ancora misurarne gli effetti. Sono proprio i dati a bocciare Ravenna sul fronte dello smog e su quello delle auto. Per quanto riguarda l’inquinamento, dice la Regione, nel 2019 «si sono registrati nella centralina di Zalamella (stazione della rete regionale di monitoraggio della qualità dell’aria) 58 giorni in cui si sono sforati i limiti europei di Pm10, 18 giorni in più rispetto al 2016, andando contro gli obiettivi previsti dal piano che prevedevano la riduzione del numero giorni di sforamento e il miglioramento della qualità dell’aria».
Non è andato meglio il fronte della riduzione del parco auto circolante sul territorio: «Il tasso di motorizzazione – osserva la Regione – è in continuo e notevole aumento passando da 660 vetture ogni mille abitanti nel 2016 a 709 nel 2020, valore nettamente superiore ai dati medi registrati nella provincia, la regione e il valore medio nazionale; tale dato rileva il mancato raggiungimento dell’obiettivo previsto dal Pums che guarda alla riduzione del tasso di motorizzazione». Del resto, scrive poco sopra la Regione, solo il 44% degli obiettivi del piano vigente sono stati raggiunti. Per quanto riguarda la sicurezza stradale «non si evincono a livello complessivo evidenti scostamenti rispetto al quadro rilevato nel 2016». I consumi di carburanti, infine: «Sono risultati incrementi in valore assoluto per i consumi di benzina, gasolio e gpl, più marcati nel triennio 2017 – 2019 e in controtendenza rispetto alla situazione regionale e nazionale». I ravennati, insomma, usano l’auto più di prima. Non stupisce dunque che la Regione segnali come primo elemento ad affrontare queste criticità ancora irrisolte e di valutare la «coerenza tra azione e obiettivo» del Pums vigente”.
Restando al solo dato del trasporto pubblico, che come detto ci sta particolarmente a cuore, da un’analisi dell’Osservatorio sulla Mobilità (sulla base di dati Aci) diffusa lo scorso anno, ben oltre la metà degli autobus pubblici in circolazione nella nostra Provincia, il 55,8%, appartiene alle categorie da Euro 0 ad Euro 4, ossia sono tra i più inquinanti. Si può fare di meglio? Certo. Già nel 2021 a Reggio Emilia tre quarti dei mezzi pubblici appartenevano alle categorie meno inquinanti. Tornando al Pums, le raccomandazioni che arrivano da Bologna sono molte e una buona parte riguarda proprio la necessità di tenerne sotto controllo l’attuazione: «È utile – dice l’ente regionale – individuare gli indicatori per il monitoraggio della efficacia delle medesime azioni, rispetto al raggiungimento degli obiettivi posti dal piano, rispetto ad un arco temporale definito e introducendo target periodici di verifica dell’andamento dell’indicatore».
Annunci a parte, per i quali de Pascale è maestro senza pari, i precedenti storici ci hanno confermato continuamente che la sua Amministrazione è più incline a promettere che mantenere. Ora ne ha dovuto prendere atto perfino la Regione".
Nella foto: la centralina di via Zalamella citata dalla Regione in quanto ai vertici per sforamenti dei limiti di PM10
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