Politica
Il Pri: "Se cade Draghi, non ci sono che le elezioni"
"Senza l'Edera non esiste il centrosinistra" dicono Fusignani e Raccagni
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16 luglio 2022 - "Condividiamo la posizione responsabile espressa dal sindaco e presidente Upi, Michele de Pascale, in merito alla crisi di governo. Draghi rappresenta il punto di ricaduta più alto ed autorevole per garantire il Paese soprattutto nel pieno di una crisi internazionale senza precedenti nella storia dell'Europa del dopoguerra e per gli equilibri geopolitici". Così dichiarano Nives Raccagni, neo segretaria comunale del Pri di Ravenna, ed Eugenio Fusignani, responsabile nazionale Pri per gli Enti Locali.
In questo delicato momento - continuano Raccagni e Fusignani - aprire una crisi di governo è inspiegabile con la logica della politica ma solo con quella del "particulare". Chi l'ha aperta si assumerà le dovute responsabilità anche sulle conseguenze che, purtroppo, ricadranno interamente su famiglie e imprese. Si tratta di un colpo di coda dei populismi, almeno nelle loro più evidenti espressioni parlamentari a partire dal M5S che l'ha provocata e che, col pretesto populista del termovalorizzatore di Roma, manda gambe all'aria tutto il Paese.
"Ma pure i populismi della Lega salviniana che la cavalca, non paiono esenti da responsabilità. Infatti, a differenza dei FdI che non ha mai abdicato al ruolo populista e ha sempre fatto capire come agli interessi generali preferisca quelli di partito, la Lega siede nel governo con importanti incarichi. Per fortuna il partito ex padano può contare su persone serie e responsabili come Giorgetti, Fedriga, Zaia e Pini e su di loro serve fare affidamento. Se cade il governo Draghi non ci sono alternative al voto anticipato - continuano gli esponenti del Pri - perché in democrazia il voto non spaventa nessuno, anche se spaventano le conseguenze di un voto anticipato. E allora - concludono Raccagni e Fusignani - ci pare evidente che c'è un solo "campo largo" da coltivare: quello che si affaccia al centro, col Pri punto imprescindibile, come il voto amministrativo, a partire da quello di Ravenna dello scorso anno, ha ampiamente dimostrato. Perché senza l'Edera non esiste il centrosinistra né, tantomeno, nessuna prospettiva laica, democratica, liberale, riformista ed europeista".
© copyright la Cronaca di Ravenna
In questo delicato momento - continuano Raccagni e Fusignani - aprire una crisi di governo è inspiegabile con la logica della politica ma solo con quella del "particulare". Chi l'ha aperta si assumerà le dovute responsabilità anche sulle conseguenze che, purtroppo, ricadranno interamente su famiglie e imprese. Si tratta di un colpo di coda dei populismi, almeno nelle loro più evidenti espressioni parlamentari a partire dal M5S che l'ha provocata e che, col pretesto populista del termovalorizzatore di Roma, manda gambe all'aria tutto il Paese.
"Ma pure i populismi della Lega salviniana che la cavalca, non paiono esenti da responsabilità. Infatti, a differenza dei FdI che non ha mai abdicato al ruolo populista e ha sempre fatto capire come agli interessi generali preferisca quelli di partito, la Lega siede nel governo con importanti incarichi. Per fortuna il partito ex padano può contare su persone serie e responsabili come Giorgetti, Fedriga, Zaia e Pini e su di loro serve fare affidamento. Se cade il governo Draghi non ci sono alternative al voto anticipato - continuano gli esponenti del Pri - perché in democrazia il voto non spaventa nessuno, anche se spaventano le conseguenze di un voto anticipato. E allora - concludono Raccagni e Fusignani - ci pare evidente che c'è un solo "campo largo" da coltivare: quello che si affaccia al centro, col Pri punto imprescindibile, come il voto amministrativo, a partire da quello di Ravenna dello scorso anno, ha ampiamente dimostrato. Perché senza l'Edera non esiste il centrosinistra né, tantomeno, nessuna prospettiva laica, democratica, liberale, riformista ed europeista".
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