Politica
Ravenna in Comune: «Per il rigassificatore Snam ha chiesto un'autorizzazione di 25 anni?»
Il movimento pone al sindaco sei domande «per fare chiarezza sull'immenso mare di fake news». A differenza di Piombino, a Ravenna i consiglieri comunali «credono solo negli interessi di Confindustria?»
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02 luglio 2022 - Sei domande al sindaco Michele de Pascale «per fare chiarezza sull'immenso mare di fake news» a proposito del rigassificatore al largo di Marina di Ravenna. A porle è Ravenna in Comune.
Eccole. «Snam ha presentato domanda entro 30 giorni dalla nomina del commissario come prevede la legge e come ha fatto a Piombino? E la domanda è corredata dalla soluzione tecnica di collegamento dell'impianto alla rete nazionale di trasporto del gas naturale, da un cronoprogramma di realizzazione ed entrata in esercizio dell'impianto, e da una descrizione delle condizioni di approvvigionamento del gas? Per quanti anni è prevista l’autorizzazione e, soprattutto, per quanto si pensa di smollarci un rigassificatore?».
«E ancora, Snam aveva dichiarato che avrebbe acquisito la seconda nave rigassificatrice, quella che vorrebbe destinare a Ravenna, entro la fine del mese di giugno. È stata acquistata questa nave? Per che prezzo, con quali caratteristiche, quale la vita operativa residua?
La Golar Tundra (nella foto) ha un ciclo di rigassificazione cosiddetto aperto, ossia utilizza una enorme quantità di acqua di mare, la sottopone a massiccia clorazione e la restituisce molto più fredda rispetto alla temperatura di prelievo (7 gradi). Le conseguenze ambientali di ciò sull’ambiente marino sono devastanti. A Ravenna è previsto un ciclo aperto o un ciclo chiuso?
Infine, Ravenna nel suo Comune conta già 26 impianti a rischio di grande incidente industriale di tipo Seveso, la maggior parte tutti in zona portuale (alla faccia del nimby!). Come può conciliarsi l’indispensabile avvio di un procedimento di riduzione di questo impatto con l’aggiunta di un ulteriore grave rischio che, a Livorno, ha imposto una distanza non inferiore a 12 miglia dalla costa con una fascia di sicurezza di 2 miglia?».
«Oggi apprendiamo, come sempre dalla Toscana, che per Piombino Snam ha presentato l’istanza di autorizzazione. Ha chiesto di lasciare la Golar Tundra a Piombino per 25 anni! Non che non sia comprensibile una richiesta di così lunga durata: la nave è costata 350 milioni di dollari, a cui si dovranno aggiungere i costi delle altre opere. Comprensibile dunque che si voglia usarla per tutto il periodo di attesa vita operativa.
Meno comprensibile è l’assoluto disinteresse per la coerenza con le ragioni addotte per l’arrivo dei rigassificatori che, stando al Governo, dovrebbero essere misure per far fronte all’emergenza e dovrebbero rimanere pochi anni. Dovevano essere solo pochi anni perché il gas è incompatibile con l’azzeramento delle emissioni di CO2 e la transizione alle energie rinnovabili. Altre falsità dunque».
Ravenna in Comune chiede al sindaco, «di rispondere alle domande con immediatezza. Sappiano i consiglieri comunali ravennati che martedì hanno votato una mozione a favore del rigassificatore senza nemmeno il coraggio di nominarlo che ieri, a Piombino, il Consiglio Comunale all’unanimità, da Rifondazione a Fratelli d’Italia ha votato no al rigassificatore senza inchinarsi al commissario che pure era presente.
A Piombino si crede nel proprio ruolo di rappresentanza e di tutela del territorio, evidentemente, indipendentemente dal colore politico. A Ravenna i consiglieri credono solo negli interessi di Confindustria?».
© copyright la Cronaca di Ravenna
Eccole. «Snam ha presentato domanda entro 30 giorni dalla nomina del commissario come prevede la legge e come ha fatto a Piombino? E la domanda è corredata dalla soluzione tecnica di collegamento dell'impianto alla rete nazionale di trasporto del gas naturale, da un cronoprogramma di realizzazione ed entrata in esercizio dell'impianto, e da una descrizione delle condizioni di approvvigionamento del gas? Per quanti anni è prevista l’autorizzazione e, soprattutto, per quanto si pensa di smollarci un rigassificatore?».
«E ancora, Snam aveva dichiarato che avrebbe acquisito la seconda nave rigassificatrice, quella che vorrebbe destinare a Ravenna, entro la fine del mese di giugno. È stata acquistata questa nave? Per che prezzo, con quali caratteristiche, quale la vita operativa residua?
La Golar Tundra (nella foto) ha un ciclo di rigassificazione cosiddetto aperto, ossia utilizza una enorme quantità di acqua di mare, la sottopone a massiccia clorazione e la restituisce molto più fredda rispetto alla temperatura di prelievo (7 gradi). Le conseguenze ambientali di ciò sull’ambiente marino sono devastanti. A Ravenna è previsto un ciclo aperto o un ciclo chiuso?
Infine, Ravenna nel suo Comune conta già 26 impianti a rischio di grande incidente industriale di tipo Seveso, la maggior parte tutti in zona portuale (alla faccia del nimby!). Come può conciliarsi l’indispensabile avvio di un procedimento di riduzione di questo impatto con l’aggiunta di un ulteriore grave rischio che, a Livorno, ha imposto una distanza non inferiore a 12 miglia dalla costa con una fascia di sicurezza di 2 miglia?».
«Oggi apprendiamo, come sempre dalla Toscana, che per Piombino Snam ha presentato l’istanza di autorizzazione. Ha chiesto di lasciare la Golar Tundra a Piombino per 25 anni! Non che non sia comprensibile una richiesta di così lunga durata: la nave è costata 350 milioni di dollari, a cui si dovranno aggiungere i costi delle altre opere. Comprensibile dunque che si voglia usarla per tutto il periodo di attesa vita operativa.
Meno comprensibile è l’assoluto disinteresse per la coerenza con le ragioni addotte per l’arrivo dei rigassificatori che, stando al Governo, dovrebbero essere misure per far fronte all’emergenza e dovrebbero rimanere pochi anni. Dovevano essere solo pochi anni perché il gas è incompatibile con l’azzeramento delle emissioni di CO2 e la transizione alle energie rinnovabili. Altre falsità dunque».
Ravenna in Comune chiede al sindaco, «di rispondere alle domande con immediatezza. Sappiano i consiglieri comunali ravennati che martedì hanno votato una mozione a favore del rigassificatore senza nemmeno il coraggio di nominarlo che ieri, a Piombino, il Consiglio Comunale all’unanimità, da Rifondazione a Fratelli d’Italia ha votato no al rigassificatore senza inchinarsi al commissario che pure era presente.
A Piombino si crede nel proprio ruolo di rappresentanza e di tutela del territorio, evidentemente, indipendentemente dal colore politico. A Ravenna i consiglieri credono solo negli interessi di Confindustria?».
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