Politica
Ravenna Coraggiosa: «Stagionali, basta lavoro senza diritti»
«L'Osservatorio per il lavoro e la legalità si concentri sulle situazioni critiche, individuandole puntualmente attraverso estesi controlli e adottando tutti i provvedimenti necessari»
14 maggio 2022 - «La storia si ripete, estate dopo estate. E diventa cronaca di cattive pratiche, evidentemente sempre più diffuse. Parliamo del lavoro stagionale, dichiara Ravenna Coraggiosa. Un tempo “pilastro” dell’economia turistica estiva, oggi sempre più al centro di appelli sconsolati da parte delle associazioni di categoria (“non si trovano lavoratori”), oppure – ed è peggio – oggetto di inchieste giudiziarie per comportamenti scorretti di chi dovrebbe mettere a disposizione i posti di lavoro».
«L’anello debole della catena sono sempre i giovani: le ragazze e i ragazzi che si trovano a entrare nel mondo del lavoro “per fare la stagione", ma che oggi vengono a contatto con tipologie di rapporti sempre più incerti: che formano lavoratori precari, a chiamata, malpagati e spesso senza le tutele assicurative, sanitarie e previdenziali».
«Non bastano né gli effetti di due anni di Covid né la crisi energetica ed economica né gli spettri della guerra, a motivare questi comportamenti imprenditoriali, che vanno denunciati, modificati, contrastati con senso di responsabilità.
Serve una nuova cultura fondata sulla consapevolezza che nessuno si arricchisce scaricando le difficoltà sui soggetti più deboli, cioè le lavoratrici e i lavoratori. Semmai serve riqualificare l’offerta e investire anche sui servizi, sulle professionalità e quindi sul personale e sulla formazione. Tutti abbiamo grandi aspettative e speranze per l’estate, ma la malattia cronica della precarietà di cui il Paese è affetto da molto tempo rischia ancora una volta di restare inguarita».
Per questo Ravenna Coraggiosa rivolge un nuovo appello all’Osservatorio per il lavoro e la legalità, «affinché - coordinandosi con l’Ispettorato del lavoro, le autorità sanitarie, le forze dell’ordine e le organizzazioni sindacali - si concentri su queste situazioni critiche, individuandole puntualmente attraverso estesi controlli e adottando tutti i provvedimenti necessari per ricondurre alla legalità e al rispetto dei contratti, dei diritti dei lavoratori e delle regole sulla sicurezza del lavoro tutte le aziende che vogliono operare sul nostro territorio».
© copyright la Cronaca di Ravenna
«L’anello debole della catena sono sempre i giovani: le ragazze e i ragazzi che si trovano a entrare nel mondo del lavoro “per fare la stagione", ma che oggi vengono a contatto con tipologie di rapporti sempre più incerti: che formano lavoratori precari, a chiamata, malpagati e spesso senza le tutele assicurative, sanitarie e previdenziali».
«Non bastano né gli effetti di due anni di Covid né la crisi energetica ed economica né gli spettri della guerra, a motivare questi comportamenti imprenditoriali, che vanno denunciati, modificati, contrastati con senso di responsabilità.
Serve una nuova cultura fondata sulla consapevolezza che nessuno si arricchisce scaricando le difficoltà sui soggetti più deboli, cioè le lavoratrici e i lavoratori. Semmai serve riqualificare l’offerta e investire anche sui servizi, sulle professionalità e quindi sul personale e sulla formazione. Tutti abbiamo grandi aspettative e speranze per l’estate, ma la malattia cronica della precarietà di cui il Paese è affetto da molto tempo rischia ancora una volta di restare inguarita».
Per questo Ravenna Coraggiosa rivolge un nuovo appello all’Osservatorio per il lavoro e la legalità, «affinché - coordinandosi con l’Ispettorato del lavoro, le autorità sanitarie, le forze dell’ordine e le organizzazioni sindacali - si concentri su queste situazioni critiche, individuandole puntualmente attraverso estesi controlli e adottando tutti i provvedimenti necessari per ricondurre alla legalità e al rispetto dei contratti, dei diritti dei lavoratori e delle regole sulla sicurezza del lavoro tutte le aziende che vogliono operare sul nostro territorio».
© copyright la Cronaca di Ravenna