Politica
Autonomia differenziata, pronto il disegno di legge
Era stata chiesta cinque anni fa da Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna
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28 aprile 2022 - Dopo cinque anni di accelerate e frenate torna in discussione al governo l'autonomia differenziata, chiesta da Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna.
Il disegno di legge quadro è pronto e la ministra per gli Affari regionali Mariastella Gelmini lo porterà al Consiglio dei ministri. Le versioni della riforma messe a punto dai suoi predecessori Erika Stefani e Francesco Boccia, sono state riviste e il nuovo testo prevede un bonus Sud, cioè il riconoscimento per il Mezzogiorno di una quota dell'eventuale arricchimento delle Regioni che dovessero ottenere maggiore autonomia.
In discussione anche il perimetro delle materie da trasferire. Il Veneto punta a tutte le 23 possibili. Ma per alcune, come l'Istruzione e l'Ambiente, regionalizzare equivarrebbe a dire addio al modello universale di scuola o di tutela dell'ecosistema, principio appena rafforzato in Costituzione».
Il presidente Stefano Bonaccini si è detto pronto ad aggiornare il progetto della Regione Emilia Romagna per dare priorità alle competenze che permettano di semplificare, realizzare PNRR e investimenti programmati, migliorare l’efficacia delle politiche sul territorio. Per la Giunta, gli elementi di garanzia che potrebbero riavviare l’intero processo sono la legge quadro nazionale, la definizione dei Livelli essenziali delle prestazioni da garantire ovunque nel Paese, l'accordo con tutte le Regioni sul quadro finanziario, non euro in più chiesto allo Stato ma la possibilità di utilizzare meglio e più velocemente le risorse già assegnate.
Un esempio concreto di aggiornamento è la possibilità di togliere l’istruzione dalle materie, non avendo peraltro mai chiesto la regionalizzazione della scuola ma anzi di puntare sul sistema scolastico nazionale.
© copyright la Cronaca di Ravenna
Il disegno di legge quadro è pronto e la ministra per gli Affari regionali Mariastella Gelmini lo porterà al Consiglio dei ministri. Le versioni della riforma messe a punto dai suoi predecessori Erika Stefani e Francesco Boccia, sono state riviste e il nuovo testo prevede un bonus Sud, cioè il riconoscimento per il Mezzogiorno di una quota dell'eventuale arricchimento delle Regioni che dovessero ottenere maggiore autonomia.
In discussione anche il perimetro delle materie da trasferire. Il Veneto punta a tutte le 23 possibili. Ma per alcune, come l'Istruzione e l'Ambiente, regionalizzare equivarrebbe a dire addio al modello universale di scuola o di tutela dell'ecosistema, principio appena rafforzato in Costituzione».
Il presidente Stefano Bonaccini si è detto pronto ad aggiornare il progetto della Regione Emilia Romagna per dare priorità alle competenze che permettano di semplificare, realizzare PNRR e investimenti programmati, migliorare l’efficacia delle politiche sul territorio. Per la Giunta, gli elementi di garanzia che potrebbero riavviare l’intero processo sono la legge quadro nazionale, la definizione dei Livelli essenziali delle prestazioni da garantire ovunque nel Paese, l'accordo con tutte le Regioni sul quadro finanziario, non euro in più chiesto allo Stato ma la possibilità di utilizzare meglio e più velocemente le risorse già assegnate.
Un esempio concreto di aggiornamento è la possibilità di togliere l’istruzione dalle materie, non avendo peraltro mai chiesto la regionalizzazione della scuola ma anzi di puntare sul sistema scolastico nazionale.
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