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Chiesa di San Domenico, sopralluogo di sindaco e arcivescovo
Visita approfondita all'interno della chiesa dopo l'appello al recupero lanciato da Antonio Patuelli
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20 aprile 2022 - "Questa mattina insieme a sua Eccellenza l’Arcivescovo Ghizzoni, che ringrazio moltissimo per la disponibilità, abbiamo fatto un sopralluogo alla chiesa di San Domenico, situata all’inizio di via Cavour". Lo rende noto il sindaco Michele de Pascale con un post su Facebook.
"Dopo l’appello pubblico lanciato dal presidente Antonio Patuelli per il suo recupero, ho partecipato con piacere a una visita approfondita all’interno della chiesa. Un luogo di grande fascino - commenta de Pascale - situato in un crocevia unico nel cuore del centro cittadino che ha ospitato l’ultimo evento nel 2015 e che necessita ora di un’approfondita verifica strutturale e di un’importante opera di restauro. In questi anni la città è stata in grado di portare a termine prestigiosi progetti di recupero del suo importante patrimonio artistico e culturale: il recupero della chiesa di San Domenico ha tutte le carte in regola per essere la prossima sfida da affrontare".
Patuelli ha indicato in San Domenico il luogo ideale per farne l'Aula Magna del Campus universitario ravennate, alla luce della continua crescita e della recente attivazione del corso di laurea in Medicina e Chirurgia.
La prospettiva di mettere a disposizione dell'università lo storico luogo è subito piaciuta a Mirella Falconi, presidente della Fondazione Flaminia e coordinatrice del corso di Laurea in Medicina e chirurgia.
La chiesa di San Domenico è uno tra i più imponenti edifici del centro storico di Ravenna, legato come ricorda l’intitolazione stessa, alla memoria dello spagnolo Domenico di Guzmán, fondatore dell’Ordine dei frati predicatori.
Realizzata nel XIII secolo (1269) contestualmente alla costruzione del convento dei domenicani, l’edificio andò ad ampliare una precedente chiesa altomedievale che sorgeva nei pressi del canale Padenna.
La suggestiva facciata in mattoni raggiunse le attuali dimensioni nel 1374. Rimasta incompiuta, era dotata di archi ogivali, ancora oggi visibili ai lati del portone d’ingresso (tre per parte), ove venivano riposte le sepolture.
Nel XVIII secolo l’edificio subì un radicale rifacimento su disegno di Gianbattista Contini. Furono modificati gli interni e gli esterni della struttura che rimase tra alterne vicende in uso ai domenicani fino al 1797, trasformandosi poi in chiesa parrocchiale fino al 1963.
La chiesa è chiusa ormai da dieci anni, dopo il terremoto del 2012.
© copyright la Cronaca di Ravenna
"Dopo l’appello pubblico lanciato dal presidente Antonio Patuelli per il suo recupero, ho partecipato con piacere a una visita approfondita all’interno della chiesa. Un luogo di grande fascino - commenta de Pascale - situato in un crocevia unico nel cuore del centro cittadino che ha ospitato l’ultimo evento nel 2015 e che necessita ora di un’approfondita verifica strutturale e di un’importante opera di restauro. In questi anni la città è stata in grado di portare a termine prestigiosi progetti di recupero del suo importante patrimonio artistico e culturale: il recupero della chiesa di San Domenico ha tutte le carte in regola per essere la prossima sfida da affrontare".
Patuelli ha indicato in San Domenico il luogo ideale per farne l'Aula Magna del Campus universitario ravennate, alla luce della continua crescita e della recente attivazione del corso di laurea in Medicina e Chirurgia.
La prospettiva di mettere a disposizione dell'università lo storico luogo è subito piaciuta a Mirella Falconi, presidente della Fondazione Flaminia e coordinatrice del corso di Laurea in Medicina e chirurgia.
La chiesa di San Domenico è uno tra i più imponenti edifici del centro storico di Ravenna, legato come ricorda l’intitolazione stessa, alla memoria dello spagnolo Domenico di Guzmán, fondatore dell’Ordine dei frati predicatori.
Realizzata nel XIII secolo (1269) contestualmente alla costruzione del convento dei domenicani, l’edificio andò ad ampliare una precedente chiesa altomedievale che sorgeva nei pressi del canale Padenna.
La suggestiva facciata in mattoni raggiunse le attuali dimensioni nel 1374. Rimasta incompiuta, era dotata di archi ogivali, ancora oggi visibili ai lati del portone d’ingresso (tre per parte), ove venivano riposte le sepolture.
Nel XVIII secolo l’edificio subì un radicale rifacimento su disegno di Gianbattista Contini. Furono modificati gli interni e gli esterni della struttura che rimase tra alterne vicende in uso ai domenicani fino al 1797, trasformandosi poi in chiesa parrocchiale fino al 1963.
La chiesa è chiusa ormai da dieci anni, dopo il terremoto del 2012.
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