"Caro Pier Paolo". Dacia Maraini ricorda Pasolini | la CRONACA di RAVENNA

"Caro Pier Paolo". Dacia Maraini ricorda Pasolini

La scrittrice intesse in forma di lettere un dialogo intimo e sincero, fatto di stima, esperienze artistiche e cinematografiche, idee e viaggi condivisi con Moravia e Maria Callas alla scoperta del mondo e in particolare dell’Africa

16 marzo 2022 - L’edizione 2022 di Ravenna Festival è dedicata a Pasolini nel centenario della sua nascita e solo pochi giorni fa è apparso nelle librerie il libro che Dacia Maraini ha scritto per ricordare l’amico, il racconto di una profonda amicizia rivissuta attraverso il sogno. Tra i tanti libri pubblicati per l’occasione certamente questo è il più intimo, ispirato dal profondo affetto che c’è stato fra loro.

L’amicizia tra Dacia, oggi splendida e lucida ottantacinquenne, e Pasolini risale a quando lei ne aveva solo 30 ed era compagna di Moravia. Insieme fecero viaggi avventurosi, e insieme, come era d’uso in quel periodo, 50 anni fa, frequentarono gli stessi ambienti, anche modeste trattorie, per confrontarsi su un mondo che stava cambiando, incontri che Dacia ricorda con profonda nostalgia.

Presero casa insieme, Moravia, Pasolini e Dacia, a Sabaudia, per scrivere vicino al mare, e poi Pier Paolo morì ammazzato mentre lei era in un’altra città. In questo libro Pasolini la va a trovare nei sogni, un espediente letterario che permette a Dacia di scrivergli raccontando i tanti momenti felici di una amicizia durata più di dieci anni.

Dacia Maraini è stata una delle amiche più vicine a Pasolini nella seconda parte della sua vita. E in queste pagine la scrittrice intesse un dialogo intimo e sincero che sottolinea un rapporto fatto di affetto profondo, di comuni esperienze vissute a Roma, nei bar popolari di Piazza del Popolo, in anni in cui non c’era bisogno - come racconta Dacia - di prendere appuntamenti... ci si incontrava con Federico Fellini, Alberto Moravia, Alfonso Gatto, Elsa Morante, Cesare Garboli, Natalia Ginzburg, Bernardo Bertolucci. “Tu eri bello come il sole, anche se piccolo di statura e sempre silenzioso e severo in quello sguardo dolce che rivolgevi al mondo. Ci trovavamo insieme per il puro piacere di rivedersi e parlarsi, senza fini di nessun genere”.

A distanza di tanti anni è l’espediente sogno che riporta in vita il suo rapporto con Pasolini. Incontri più vivi che mai. “La prima volta l’ho sognato che stava sul mio terrazzo e mi diceva che sapeva di essere stato morto ma che ora era tornato in vita e voleva riprendere a fare cinema. Da quella notte molte volte l’ho sognato, sempre in fuga, ma sempre vivo e attivo. Da qui l’idea dei sogni, alcuni veri, altri ripresi come racconto dei ricordi comuni”.

In una delle lettere, tutte iniziano con “Caro Pier Paolo”, compare il nome di Maria Callas, grande passione di Pasolini per la grande cantante mentre giravano il film Medea. Una Callas che si sentiva ‘usata’ in quanto grande personaggio ma che Pasolini rassicura, come racconta Dacia, con queste parole: “Tu sei come una pietra preziosa che viene violentemente frantumata in mille schegge per poter essere ricostruita di un materiale più duraturo di quello della vita, cioè il materiale della poesia”.
A questo proposito Ravenna Festival dedica ai film di Pasolini ampio spazio così sarà possibile rivederli, compreso il film Medea.

È bello centellinare le pagine di questo libro, Caro Pier Paolo, che sono finalizzate a far conoscere soprattutto l’uomo Pasolini, attraverso i ricordi.
“Caro Pier Paolo, ho in mente una bellissima fotografia di te, solitario come al solito, che cammini, no forse corri, sui dossi di Sabaudia, con il vento che ti fa svolazzare un cappotto leggero sulle gambe. Il volto serio, pensoso, gli occhi accesi. Il tuo corpo esprimeva qualcosa di risoluto e di doloroso. Eri tu, in tutta la tua terribile solitudine e profondità di pensiero. Ecco io ti immagino ora così, in corsa sulle dune di un cielo che non ti è più ostile”.

Anna De Lutiis

Dacia Maraini
Caro Pier Paolo

Neri Pozza collana Bloom


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