Pagani (Pd), "Economia russa troppo fragile e partigiani ucraini forti: la pace sarà inevitabile" | la CRONACA di RAVENNA

Pagani (Pd), "Economia russa troppo fragile e partigiani ucraini forti: la pace sarà inevitabile"

Intervista al deputato ravennate, membro della Commissione Difesa e delegato nell'organismo parlamentare della Nato

05 marzo 2022 - Parlamentare ravennate eletto nelle file del Partito Democratico alla Camera dei Deputati fin dal 2013, e quindi ormai al secondo mandato, Alberto Pagani è da sempre un conoscitore di dinamiche geopolitiche: attualmente fa parte sia della Commissione Difesa della Camera, sia della delegazione parlamentare presso l’assemblea parlamentare della Nato. Fra i suoi numerosi saggi, citiamo i recenti “Manuale di intelligence e servizi segreti. Antologia per principianti, politici e militari, civili e gente comune” e “Il futuro del terrorismo di matrice jihadista”. Insomma, un interlocutore perfetto per fare il punto su questa prima settimana di guerra in Ucraina.

Partendo dall’esperienza internazionale che ti sei fatto in questi anni, ti aspettavi un’evoluzione di questo tipo dei rapporti fra Russia e Ucraina?

"No. Come tutti sapevo da tempo delle truppe russe ammassate al confine, perché l’intelligence americana le ha diffuse persino ai giornali; ma pensavo che fosse solo una minaccia per far pressione, e che si potesse trovare una composizione diplomatica, prima di arrivare a questo punto. Per uscirne bisognerà comunque fare la stessa cosa, ricercare un nuovo equilibrio che tenga conto delle ragioni di Kiev e di quelle di Mosca, come ha detto giustamente Papa Francesco. L’alternativa che la Russia conquisti ed annetta l’Ucraina e riesca a controllarla senza tenervi l’esercito per anni non mi sembra credibile, perché ci sarà insorgenza terroristica. Dato che la fragile economia russa non può sostenere la guerra infinita ai partigiani ucraini, che lotteranno contro qualsiasi governo fantoccio venisse loro imposto dai russi, credo che non via sia alternativa ad un accordo di pace, prima o poi. È assurdo fare una guerra per ritrovarsi poi al punto di partenza, ma alla fine di questa sciagura si dovrà discutere per mettersi d’accordo e fare la pace".

A livello internazionale mi sembra che la notizia più importante sia la compattezza dell’unione europea nella risposta a Putin. cosa ne pensi?

"Penso che sia un grande risultato e che non fosse affatto scontato. Putin ha coltivato ed alimentato in questi anni i rapporti con tutte le formazioni politiche sovraniste e di destra europee, ed ha usato molti mezzi per indebolire da dentro l’Unione europea e l’Occidente dall’intento, con narrazioni antieuropeiste. Basti pensare all’esposizione filo-russa, persino ridicola, di Salvini e della Meloni, nel nostro Paese. Il rischio che la macchina della propaganda russa avesse convinto tanti europei ed ottenuto un successo tale che la politica europea mostrasse delle crepe, nelle quali lui pensava di potersi infilare, c’era.
Invece l’Occidente è rimasto compatto in difesa della democrazia e della libertà, ed ha condannato in modo corale l’invasione dell’Ucraina. Anche i sovranisti nostrani, a parte qualche sciocchezza sulle armi non letali e contro le sanzioni, sono rimasti nel limite del buon senso. Qualche imbroglio per nascondere le vergogne del passato, le magliette con il volto di Putin e le dichiarazioni d’amore per la sua politica, gliele dobbiamo perdonare. Ora stanno dicendo tutto il contrario di quello che hanno sostenuto fino a ieri, e dobbiamo dargliene atto, perché è una cosa importante".

La Turchia per ora ha deciso di non interrompere i rapporti con la Russia. Cosa può significare in termini geopolitici?

"La Turchia è un nostro importante alleato, nella Nato, ed ha forze armate davvero potenti ed organizzate. E’ chiaro a tutti che in questi anni Erdogan sta giocando una partita tutta sua, inseguendo le nostalgie del decaduto impero ottomano; e la sta giocando anche su più tavoli, dato che ha pure acquistato sistemi missilistici di difesa aerea dalla Russia. Tuttavia in questa vicenda mi pare che tenga una postura corretta.
Bisogna considerare che geograficamente la Turchia è collocata in una posizione strategica, perché controlla gli stretti del Bosforo e dei Dardanelli, quindi l’accesso della Russia al Mediterraneo, attraverso il Mar Nero. Per questo è anche in una posizione politicamente delicata. Erdogan ha deciso il blocco delle navi militari russe, che è importante, ma non di più, anche perché il blocco navale mercantile equivarrebbe ad una dichiarazione di guerra alla Russia. Bisogna essere cauti ed evitare di chiudere in gabbia l’orso russo, perché diventerebbe ancora più pericoloso".

Infine, vista la tua specifica conoscenza delle dinamiche cinesi: come pensi che possa evolversi l’atteggiamento della Cina nei confronti della Russia, se il conflitto proseguirà?



"I cinesi sono specialisti nel doppio gioco, amano le astuzie e gli stratagemmi, e credo che non faranno errori. Hanno sicuramente sostenuto ed incentivato l’iniziativa russa, per dare un colpo all’Occidente senza sporcarsi le mani, e per testarne le reazioni, pensando a Taiwan. Però la strategia cinese si basa sull’apertura e sulla conquista dei mercati e sullo sfruttamento ottimale delle opportunità offerte dalla globalizzazione. Questa crisi porta sanzioni e chiusure di mercati, e alla lunga va contro gli interessi e la strategia cinese. Per questo staranno con Putin finché conviene a loro e lo molleranno quando riterranno che non convenga più. Ricordiamoci che il libro più antico dell’umanità ha 4000 anni ed è un oracolo cinese che si chiama “I Ching”, ovvero il libro dei mutamenti. Per i cinesi è nel cambiamento che maturano le opportunità.Figuriamoci quanto può valere la parola data a Putin; Xi cura gli interessi della Cina, non quelli della Russia".


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