Politica
Infortunio sul lavoro a Cervia, presidio in via della Lirica
Lunedì 21 febbraio alle 16.30 davanti alla ditta per cui lavorava l’operaio. È organizzato dallo Slai Cobas, aderiscono Potere al Popolo e Ravenna in Comune.
![Infortunio sul lavoro a Cervia, presidio in via della Lirica](/file/articoli/th/articoli_637809602258876213.jpg)
20 febbraio 2022 - Adesione di Potere al Popolo Ravenna al presidio del 21 febbraio
Potere al Popolo e Ravenna in Comune aderiscono al presidio indetto dallo Slai Cobas per lunedì 21 febbraio alle 16.30 alla rotonda Lussemburgo davanti a Via della Lirica, a Ravenna, davanti alla ditta per cui lavorava l’operaio morto venerdì pomeriggio scorso a Cervia cadendo, mentre era intento nella potatura di alcuni alberi, da diversi metri di altezza, a causa della rottura del braccio meccanico della gru.
«Leggiamo che è programmato un incontro il 3 marzo prossimo - dichiara Potere al Popolo - convocato dal presidente della Provincia Michele de Pascale con la presenza di tutte le istituzioni, enti preposti e associazioni imprenditoriali e organizzazioni sindacali, richiesto, pensate, fin da settembre scorso.
Cosa ne uscirà? Speriamo non sia l’ennesimo Protocollo di intenti, fatto di “vedremo e faremo”, giusto per dare una risposta alla triste serie di morti dell’ultimo periodo.
Basta con appalti al ribasso fatti ricadere sui lavoratori e sulla loro sicurezza, i nostri Comuni possono intervenire fin da subito, evitando i massimi ribassi e imponendo controlli e stipendi dignitosi per i lavoratori delle cooperative e delle aziende appaltate. Introdurre subito il reato di omicidio sul lavoro per arrivare a una legge specifica.
E lo ribadiamo per l'ennesima volta: l’Osservatorio per la sicurezza e la legalità deve uscire dalla Prefettura e deve agire dove e come serve».
«Vasile, 52 anni, nato in Romania, sposato. Antonio, 44 anni, nato in Italia, sposato con due figli. Due vite interrotte. Due famiglie travolte. Due morti su lavoro, per lavoro, di lavoro. Se siano anche stati omicidi lo indagheranno le procure. Di sicuro c’è che entrambi sono precipitati dall’alto schiantandosi a terra. Vasile il 4 febbraio in un cantiere di via Carso a Ravenna, Antonio esattamente due settimane dopo, il 18 febbraio, mentre stava potando i pini di via Capua, a Cervia», sottolinea Ravenna in Comune.
Che aggiunge: «Si cade dall’alto di capannoni, di ponteggi, di gru. Precipitano anche i tetti, le impalcature, i bracci meccanici. Se il 15% dei morti appartiene al settore edilizia/manutenzioni, più della metà di questi si verifica per cadute dall’alto. Non è una patologia imprevista e imprevedibile ma un rischio assolutamente prevedibile, che va preventivato e, proprio perché conosciuto, può essere evitato attraverso pratiche e mezzi di protezione idonei. Se si continua a cadere, allora, c’è qualcosa che non va, ma non nelle pratiche e nei mezzi di protezione. Non va nel modello di lavoro. È il profitto a uccidere, ferire, provocare malattie professionali. Basta seguire i soldi, come insegnava Falcone, per trovare i responsabili delle morti, dei ferimenti, delle patologie “da lavoro”».
«Il prossimo 3 marzo il sindaco di Ravenna indosserà il berretto da presidente della Provincia e presiederà una riunione di tutte le istituzioni, enti preposti e associazioni imprenditoriali, richiesto dalle organizzazioni sindacali nel settembre scorso. Non siamo fiduciosi nell’esito di questo incontro, afferma Ravenna in Comune. Non ha portato a niente neanche la riunione convocata dal Prefetto lo scorso 27 luglio. Se le riunioni sono un’alternativa collettiva alle condoglianze individuali si possono tranquillamente evitare. A questo punto, allora, si possono evitare anche le commemorazioni ai 13 morti della nave e ai 13 dell’elicottero che si fanno ritualmente ogni anno.
Al di là dei singoli casi, la causa generale dei 1.404 morti nel 2021 e dei già 155 nel 2022 (dati Osservatorio indipendente morti sul lavoro) è la ricerca del profitto sulla pelle delle lavoratrici e dei lavoratori. Certo, non cercando “l’incidente”, piuttosto accettando consapevolmente che possa accadere poiché si sta risparmiando sulla sicurezza, si stanno imponendo ritmi troppo veloci, si stanno riducendo costi di manutenzione, ecc. ecc. La produttività del “libero” mercato lasciata “libera” uccide, ferisce, ammala».
nella foto, il cantiere di via Carso durante il presidio di sabato 14 febbraio
© copyright la Cronaca di Ravenna
Potere al Popolo e Ravenna in Comune aderiscono al presidio indetto dallo Slai Cobas per lunedì 21 febbraio alle 16.30 alla rotonda Lussemburgo davanti a Via della Lirica, a Ravenna, davanti alla ditta per cui lavorava l’operaio morto venerdì pomeriggio scorso a Cervia cadendo, mentre era intento nella potatura di alcuni alberi, da diversi metri di altezza, a causa della rottura del braccio meccanico della gru.
«Leggiamo che è programmato un incontro il 3 marzo prossimo - dichiara Potere al Popolo - convocato dal presidente della Provincia Michele de Pascale con la presenza di tutte le istituzioni, enti preposti e associazioni imprenditoriali e organizzazioni sindacali, richiesto, pensate, fin da settembre scorso.
Cosa ne uscirà? Speriamo non sia l’ennesimo Protocollo di intenti, fatto di “vedremo e faremo”, giusto per dare una risposta alla triste serie di morti dell’ultimo periodo.
Basta con appalti al ribasso fatti ricadere sui lavoratori e sulla loro sicurezza, i nostri Comuni possono intervenire fin da subito, evitando i massimi ribassi e imponendo controlli e stipendi dignitosi per i lavoratori delle cooperative e delle aziende appaltate. Introdurre subito il reato di omicidio sul lavoro per arrivare a una legge specifica.
E lo ribadiamo per l'ennesima volta: l’Osservatorio per la sicurezza e la legalità deve uscire dalla Prefettura e deve agire dove e come serve».
«Vasile, 52 anni, nato in Romania, sposato. Antonio, 44 anni, nato in Italia, sposato con due figli. Due vite interrotte. Due famiglie travolte. Due morti su lavoro, per lavoro, di lavoro. Se siano anche stati omicidi lo indagheranno le procure. Di sicuro c’è che entrambi sono precipitati dall’alto schiantandosi a terra. Vasile il 4 febbraio in un cantiere di via Carso a Ravenna, Antonio esattamente due settimane dopo, il 18 febbraio, mentre stava potando i pini di via Capua, a Cervia», sottolinea Ravenna in Comune.
Che aggiunge: «Si cade dall’alto di capannoni, di ponteggi, di gru. Precipitano anche i tetti, le impalcature, i bracci meccanici. Se il 15% dei morti appartiene al settore edilizia/manutenzioni, più della metà di questi si verifica per cadute dall’alto. Non è una patologia imprevista e imprevedibile ma un rischio assolutamente prevedibile, che va preventivato e, proprio perché conosciuto, può essere evitato attraverso pratiche e mezzi di protezione idonei. Se si continua a cadere, allora, c’è qualcosa che non va, ma non nelle pratiche e nei mezzi di protezione. Non va nel modello di lavoro. È il profitto a uccidere, ferire, provocare malattie professionali. Basta seguire i soldi, come insegnava Falcone, per trovare i responsabili delle morti, dei ferimenti, delle patologie “da lavoro”».
«Il prossimo 3 marzo il sindaco di Ravenna indosserà il berretto da presidente della Provincia e presiederà una riunione di tutte le istituzioni, enti preposti e associazioni imprenditoriali, richiesto dalle organizzazioni sindacali nel settembre scorso. Non siamo fiduciosi nell’esito di questo incontro, afferma Ravenna in Comune. Non ha portato a niente neanche la riunione convocata dal Prefetto lo scorso 27 luglio. Se le riunioni sono un’alternativa collettiva alle condoglianze individuali si possono tranquillamente evitare. A questo punto, allora, si possono evitare anche le commemorazioni ai 13 morti della nave e ai 13 dell’elicottero che si fanno ritualmente ogni anno.
Al di là dei singoli casi, la causa generale dei 1.404 morti nel 2021 e dei già 155 nel 2022 (dati Osservatorio indipendente morti sul lavoro) è la ricerca del profitto sulla pelle delle lavoratrici e dei lavoratori. Certo, non cercando “l’incidente”, piuttosto accettando consapevolmente che possa accadere poiché si sta risparmiando sulla sicurezza, si stanno imponendo ritmi troppo veloci, si stanno riducendo costi di manutenzione, ecc. ecc. La produttività del “libero” mercato lasciata “libera” uccide, ferisce, ammala».
nella foto, il cantiere di via Carso durante il presidio di sabato 14 febbraio
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