Stipendi più alti a sindaci e assessori. Verlicchi: «C'è chi rinuncia, lo facciano anche de Pascale, la giunta e la presidente del consiglio» | la CRONACA di RAVENNA

Stipendi più alti a sindaci e assessori. Verlicchi: «C'è chi rinuncia, lo facciano anche de Pascale, la giunta e la presidente del consiglio»

«Dichiara un reddito di circa 100.000 euro lordi l’anno e andrà, a regime, a percepire 167.000 euro lordi annui. Più del Presidente del Consiglio dei Ministri che ne dichiara 114.000», afferma l'esponente della Pigna.

16 febbraio 2022 - «Ci giunge notizia che il sindaco di Morciano di Romagna, Giorgio Ciotti, voglia rinunciare all'aumento del suo compenso, come previsto dalle recenti decisioni del Governo Draghi. Lo stesso faranno i suoi 4 assessori e il presidente del consiglio comunale locale. Lo afferma Veronica Verlicchi (Lista civica La Pigna, Città-Forese-Lidi).

«L’indennità del Sindaco di Morciano - spiega - resterà quindi di 260 euro al mese (rispetto ai 2790 euro spettanti da normativa) rinunciando anche all’aumento previsto recentemente dal Governo. Il sindaco Ciotti aveva infatti già rinunciato a gran parte della sua indennità al momento dell’assunzione dell’incarico, attestando il suo compenso ai sopracitati 260 Euro. La differenza sarà utilizzata per finanziare i progetti di videosorveglianza per il Comune.
Ecco quindi un fulgido esempio di senso di responsabilità da parte di un Primo Cittadino versoil territorio che amministra. Nonostante egli abbia un compenso bassissimo, rinuncia all’aumento concesso per investire i soldi in favore dei suoi cittadini».

«Gli amministratori ravennati sindaco in testa – continua Verlicchi - che già percepiscono un compenso annuo di tutto rispetto, non intendono rinunciare al loro ghiotto aumento. E a tal proposito Michele de Pascale già oggi dichiara un reddito di circa 100.000 euro lordi l’anno e andrà, a regime, a percepire 167.000 euro lordi annui. Più del Presidente del Consiglio dei Ministri che ne dichiara 114.000».

«Mentre il sindaco di Morciano, - aggiunge Verlicchi - rinuncia all’aumento per finanziare progetti in favore del suo Comune. Ecco, quindi, un fulgido esempio di senso di responsabilità da parte di un Primo Cittadino verso il territorio che amministra.
Va specificato che le responsabilità amministrative ma anche penali di un sindaco come quello di Morciano sono le medesime di quelle del suo omologo di Ravenna».

«Già nelle scorse settimane – spiega Verlicchi - abbiamo avuto modo di evidenziare pubblicamente il taglio di ben 3 milioni di euro per i servizi sociali ravennati, previsto nel bilancio del nostro Comune.
Questo, raffrontato all’aumento dello “stipendio” dei nostri amministratori, primo fra tutti de Pascale, ci fa restare davvero con l’amaro in bocca.
Senza contare che de Pascale ha già dichiarato di non voler tagliare le spese superflue a carico del Comune (leggasi clientele agli amici del Pd). Scelta che, in virtù dell’esaurimento delle risorse economiche provenienti dall’Imu delle piattaforme, porterà a un inevitabile aumento delle imposte comunali. Anche se de Pascale oggi lo nega».

Per Verlicchi «l'attuazione degli aumenti previsti dalla legge di bilancio 2022 per i sindaci, gli assessori e per il presidente del consiglio comunale è quanto di più inopportuno si potesse decidere in un momento come quello attuale in cui famiglie, imprese, associazioni ecc faticano a far quadrare i conti.
Gli aumenti previsti dal Governo Draghi soprattutto per i sindaci e gli assessori dei Comuni medi e grandi, come quello di Ravenna, sono il segnale dell’abissale distanza della classe politica dalla realtà che vivono le imprese e soprattutto i cittadini, alle prese ogni giorno con gli aumenti dei beni alimentari, delle materie prime, di luce e gas».

«Se de Pascale, i suoi 9 assessori e la presidente del consiglio comunale rinunciassero all’aumento del loro compenso, potrebbero sicuramente continuare a vivere in maniera più che dignitosa lasciando nelle casse comunali un gruzzoletto utilizzabile per interventi diretti sul nostro territorio. «Verrebbe proprio da dire che la classe è un vestito per pochi. E noi a Ravenna abbiamo pescato fra i molti, purtroppo», conclude Verlicchi.


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