Politica
Melasso, Ancisi e Marendon attaccano la Sapir. Maiolini: "Ravenna all'avanguardia nel gestire certe situazioni"
Prese di posizione dopo lo sversamento da un deposito dove si è apetta una falla
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15 novembre 2021 - Tra le 7.30 e le 8 del 13 novembre, nel porto di Ravenna "è successo un incidente di proporzioni enormi" scrivono Alvaro Ancisi e maurizio Marendon di Lista per Ravenna.
"Da uno spacco apertosi in una cisterna del parco serbatoi della Sapir in zona San Vitale, un immenso fiume giallo di melasso di canna è fuoruscito, allagando il terreno e i binari ferroviari circostanti di un migliaio di tonnellate del prodotto, mentre veniva sbarcato da una nave arrivata mercoledì scorso dall'Arabia Saudita. Fortunatamente, essendo il primo mattino di una giornata grigia, la temperatura abbastanza fredda ha fatto sì che la melassa, evitando di diventare più liquida, non invadesse la strada, con gravi disagi per l'intero scalo portuale".
Un episodio del genere "non si era mai visto, neppure lontanamente, nel porto di Ravenna, dove al massimo si è rotto raramente qualche tubatura, con danni circoscritti. Ok, il melasso è un sottoprodotto della lavorazione dello zucchero, dunque non pericoloso, né inquinante di per sé (anzi, meno calorie in giro, nda). Ok, non ci sono stati feriti (a quell'ora di sabato). Ok, non è arrivato alle fogne ed è restato solo nell'area di proprietà della SAPIR (che è comunque di 900 mila metri quadrati). Ok, l'incidente è probabilmente dovuto ad un cedimento strutturale (escludendosi dunque un attentato). Ma che il danno, 'prettamente di natura economica', facendo carico in prima battuta solo alla SAPIR, interessi niente la cittadinanza è difficile da raccontare".
SAPIR, partecipata per il 29% dal Comune di Ravenna e per l'11% ciascuno dalla Provincia di Ravenna e dalla Regione Emilia-Romagna, "è infatti posseduta per oltre la metà dai cittadini, quindi nelle loro mani, per quanto solo teoricamente. A loro interessa dunque tanto conoscere se la molto anomala spaccatura di un serbatoio che dovrebbe essere molto ben mantenuto e vigilato, coi sistemi di funzionamento e di controllo più avanzati, sia stata meramente accidentale o invece dovuta a mal curanza o negligenza; quale sia la quantificazione dei danni, diretti e indiretti, relativi non solo al valore della merce non andata a corretta destinazione, bensì ai costi per le azioni di contenimento dei danneggiamenti, anche territoriali, nonché per il ripristino degli impianti e degli ambienti invasi dalla melassa; e in che misura verranno pagati da qualche assicurazione o da chi diversamente sopportati.
È troppo chiedere al sindaco, di gran lunga il primo azionista di SAPIR in nome e per conto dei cittadini ravennati, di riferirne puntualmente, avvenuti i dovuti accertamenti, nel consiglio comunale di Ravenna, che i cittadini ravennati rappresenta tutti, non solo la maggioranza?".
A Marendon e Ancisi, risponde Marco Maiolini dell'Associazione Ambiente e Territorio e, soprattutto in questo caso, esperto di tematiche come l'episodio del melasso in area Sapir.
"Leggendo le notizie sui giornali che riguardano la fuoriuscita di melasso dal serbatoio 14 della Sapir, ma soprattutto convinto che per fare una buona politica sia necessario partire da un quadro conoscitivo corretto per non incappare in inesattezze probabilmente dovute alla mancanza di esperienza e familiarità per questo prodotto, mi sento in dovere di scrivere alcune puntualizzazioni vista la mia esperienza trentennale sulla gestione, controllo qualità, e riconsegna di questo prodotto" scrive Maiolini.
"Il melasso di canna è un sottoprodotto della produzione dello zucchero. Dire che il prodotto in se non è inquinante non è errato, perché una delle destinazioni d’uso del melasso è proprio la fertilizzazione in quanto aumenta la vita microbiotica benefica del terreno, ed è ricco di minerali che agiscono sulla salute delle piante".
"E’ comunque vero che lo spandimento in maniera incontrollata del prodotto, come tutti i fertilizzanti, non porterebbe benefici, ma potrebbe rendere il terreno meno produttivo per qualche tempo, senza comunque comprometterlo. Il Parco serbatoio della Sapir, proprio per questo motivo, è stato costruito in modo che eventuali perdite vengano contenute all’interno di recinti di contenimento, o comunque all’interno dell’area Sapir. Come si denota dalle foto Infatti, il prodotto ha ricoperto l’asfalto, si è incanalato nella ferrovia, ma non è uscito dall’ area doganale proprio perché circoscritta da un muretto.
L’impianto fognario del Parco serbatoi, viene chiuso in caso di necessità, e le squadre di emergenza dotate di autocisterne aspiranti e filtranti arrivano a breve giro per recuperare e filtrare il prodotto, che viene quasi totalmente recuperato. Sabato, ad esempio, posso testimoniare che un’ ora dopo il fatto c’erano nove squadre in emergenza che lavoravano per ripristinare il sito, tanto che questa mattina ( lunedì ) è stata confermata la piena operatività lavorativa, e si vedono a malapena tracce dello sversamento. Il Melasso è caratterizzato da un'alta coesione molecolere ( dai 75 agli 85 gradi di brix) che aumenta con l'abbassarsi della temperatura, ma non pensiamo che basti il caldo estivo perchè si fluidifichi come l'acqua. Non entro nei discorsi di manutenzione o di come siano stati effettuati i lavori, perchè non mi competono, ma so che ci sono procedure certificate che verranno ovviamente controllate da chi di dovere".
Concludo facendo notare che a Ravenna, grazie all’ esperienza ormai ultracinquantennale di collaborazione tra alcune imprese private e la Sapir, siamo all’avanguardia per la gestione ( imbarco\sbarco), stoccaggio, controllo qualità e peso di questo sottoprodotto non facile da gestire, che ci ha portato negli anni in tutti i porti d'Italia a importare/esportare milioni di tonnellate di questo prodotto. Questo è potuto accadere perché negli anni ’70, la Sapir ha adempiuto nella maniera corretta alla sua funzione pubblica (che riteniamo importante per il Porto di Ravenna) di catalizzatore di lavoro senza guardare solo al guadagno immediato ma ad investire sul futuro".
© copyright la Cronaca di Ravenna
"Da uno spacco apertosi in una cisterna del parco serbatoi della Sapir in zona San Vitale, un immenso fiume giallo di melasso di canna è fuoruscito, allagando il terreno e i binari ferroviari circostanti di un migliaio di tonnellate del prodotto, mentre veniva sbarcato da una nave arrivata mercoledì scorso dall'Arabia Saudita. Fortunatamente, essendo il primo mattino di una giornata grigia, la temperatura abbastanza fredda ha fatto sì che la melassa, evitando di diventare più liquida, non invadesse la strada, con gravi disagi per l'intero scalo portuale".
Un episodio del genere "non si era mai visto, neppure lontanamente, nel porto di Ravenna, dove al massimo si è rotto raramente qualche tubatura, con danni circoscritti. Ok, il melasso è un sottoprodotto della lavorazione dello zucchero, dunque non pericoloso, né inquinante di per sé (anzi, meno calorie in giro, nda). Ok, non ci sono stati feriti (a quell'ora di sabato). Ok, non è arrivato alle fogne ed è restato solo nell'area di proprietà della SAPIR (che è comunque di 900 mila metri quadrati). Ok, l'incidente è probabilmente dovuto ad un cedimento strutturale (escludendosi dunque un attentato). Ma che il danno, 'prettamente di natura economica', facendo carico in prima battuta solo alla SAPIR, interessi niente la cittadinanza è difficile da raccontare".
SAPIR, partecipata per il 29% dal Comune di Ravenna e per l'11% ciascuno dalla Provincia di Ravenna e dalla Regione Emilia-Romagna, "è infatti posseduta per oltre la metà dai cittadini, quindi nelle loro mani, per quanto solo teoricamente. A loro interessa dunque tanto conoscere se la molto anomala spaccatura di un serbatoio che dovrebbe essere molto ben mantenuto e vigilato, coi sistemi di funzionamento e di controllo più avanzati, sia stata meramente accidentale o invece dovuta a mal curanza o negligenza; quale sia la quantificazione dei danni, diretti e indiretti, relativi non solo al valore della merce non andata a corretta destinazione, bensì ai costi per le azioni di contenimento dei danneggiamenti, anche territoriali, nonché per il ripristino degli impianti e degli ambienti invasi dalla melassa; e in che misura verranno pagati da qualche assicurazione o da chi diversamente sopportati.
È troppo chiedere al sindaco, di gran lunga il primo azionista di SAPIR in nome e per conto dei cittadini ravennati, di riferirne puntualmente, avvenuti i dovuti accertamenti, nel consiglio comunale di Ravenna, che i cittadini ravennati rappresenta tutti, non solo la maggioranza?".
A Marendon e Ancisi, risponde Marco Maiolini dell'Associazione Ambiente e Territorio e, soprattutto in questo caso, esperto di tematiche come l'episodio del melasso in area Sapir.
"Leggendo le notizie sui giornali che riguardano la fuoriuscita di melasso dal serbatoio 14 della Sapir, ma soprattutto convinto che per fare una buona politica sia necessario partire da un quadro conoscitivo corretto per non incappare in inesattezze probabilmente dovute alla mancanza di esperienza e familiarità per questo prodotto, mi sento in dovere di scrivere alcune puntualizzazioni vista la mia esperienza trentennale sulla gestione, controllo qualità, e riconsegna di questo prodotto" scrive Maiolini.
"Il melasso di canna è un sottoprodotto della produzione dello zucchero. Dire che il prodotto in se non è inquinante non è errato, perché una delle destinazioni d’uso del melasso è proprio la fertilizzazione in quanto aumenta la vita microbiotica benefica del terreno, ed è ricco di minerali che agiscono sulla salute delle piante".
"E’ comunque vero che lo spandimento in maniera incontrollata del prodotto, come tutti i fertilizzanti, non porterebbe benefici, ma potrebbe rendere il terreno meno produttivo per qualche tempo, senza comunque comprometterlo. Il Parco serbatoio della Sapir, proprio per questo motivo, è stato costruito in modo che eventuali perdite vengano contenute all’interno di recinti di contenimento, o comunque all’interno dell’area Sapir. Come si denota dalle foto Infatti, il prodotto ha ricoperto l’asfalto, si è incanalato nella ferrovia, ma non è uscito dall’ area doganale proprio perché circoscritta da un muretto.
L’impianto fognario del Parco serbatoi, viene chiuso in caso di necessità, e le squadre di emergenza dotate di autocisterne aspiranti e filtranti arrivano a breve giro per recuperare e filtrare il prodotto, che viene quasi totalmente recuperato. Sabato, ad esempio, posso testimoniare che un’ ora dopo il fatto c’erano nove squadre in emergenza che lavoravano per ripristinare il sito, tanto che questa mattina ( lunedì ) è stata confermata la piena operatività lavorativa, e si vedono a malapena tracce dello sversamento. Il Melasso è caratterizzato da un'alta coesione molecolere ( dai 75 agli 85 gradi di brix) che aumenta con l'abbassarsi della temperatura, ma non pensiamo che basti il caldo estivo perchè si fluidifichi come l'acqua. Non entro nei discorsi di manutenzione o di come siano stati effettuati i lavori, perchè non mi competono, ma so che ci sono procedure certificate che verranno ovviamente controllate da chi di dovere".
Concludo facendo notare che a Ravenna, grazie all’ esperienza ormai ultracinquantennale di collaborazione tra alcune imprese private e la Sapir, siamo all’avanguardia per la gestione ( imbarco\sbarco), stoccaggio, controllo qualità e peso di questo sottoprodotto non facile da gestire, che ci ha portato negli anni in tutti i porti d'Italia a importare/esportare milioni di tonnellate di questo prodotto. Questo è potuto accadere perché negli anni ’70, la Sapir ha adempiuto nella maniera corretta alla sua funzione pubblica (che riteniamo importante per il Porto di Ravenna) di catalizzatore di lavoro senza guardare solo al guadagno immediato ma ad investire sul futuro".
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