ELEZIONI 2021/ Donati: «La mancata soddisfazione? Il ballottaggio. Da De Pascale troppe le promesse fatte e non mantenute, le occasioni perse» | la CRONACA di RAVENNA

ELEZIONI 2021/ Donati: «La mancata soddisfazione? Il ballottaggio. Da De Pascale troppe le promesse fatte e non mantenute, le occasioni perse»

Ancisi: «Il Pd da decenni esercita un’occupazione militare del territorio, dell’economia, della cultura e del tempo libero». Ancarani: «Un errore non avere un candidato unico». Verlicchi: «Il Pd, un ‘sistema’ che funziona nonostante il malcontento»

04 ottobre 2021 - A scrutinio ancora in corsa, si profila una riconferma del sindaco in carica Michele de Pascale a Ravenna, sostenuto da un corposo gruppo di ben otto liste: oltre al Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Ravenna in Campo, Lista civica de Pascale sindaco, Ambiente & Territorio con Maiolini, Ravenna Coraggiosa e Voci protagoniste).

Non è bastata la ‘carica’ degli undici candidati, un vero e proprio record per la città, a fermare la forza del Pd e degli alleati, anche alla luce di un’affluenza fortemente ridotta, appena il 54,08 per cento contro il 61,28 per cento della precedente tornata elettorale. Un dato, quest’ultimo, che non può certamente passare inosservato.

«Per Ravenna è una grossa novità – commenta Filippo Donati, candidato per Viva Ravenna, Fratelli d’Italia e Lega –, in linea con quanto sta accadendo a livello nazionale. Vuol dire che questa politica non interessa e non appassiona più. Il 7 per cento in meno di votanti è un vero e proprio partito, preoccupa e obbliga a chiedersi il perché di tale allontanamento. A fronte dei molti che non sono andati a votare, altri invece hanno votato basandosi sui ‘proclami’. Evidentemente i tanti, in città, nelle campagne e al mare, che si lamentano di questa politica di sinistra che non funziona, al momento del voto diventano conformisti. Un atteggiamento che mi lascia alquanto basito».

Donati si spinge poi a una riflessione su quelle che erano le aspettative e sull’approccio del centrodestra. «La vera soddisfazione – aggiunge – sarebbe stata portare de Pascale al ballottaggio, farlo restare sotto al 50 per cento nel primo turno. Troppe sono le promesse fatte e mai mantenute, l’elenco delle occasioni perse che hanno fatto perdere competitività alla città. La coalizione del centrosinistra è apparsa come una coalizione della carità, fatta di gente che si aspetta un premio.
Da parte nostra ce l’abbiamo messa tutta, anche presentarsi divisi non credo sia stato un male di per sé. A Ravenna non ci sono mai stati 11 candidati ed è una bella prova di democrazia, il segno che qualcosa non funziona».

Alvaro Ancisi, come di consueto, era tra i ‘papabili’ ma non si è mai considerato un possibile vincitore, non questa volta almeno. «Non mi sorprende una riconferma di de Pascale che poteva contare su una coalizione molto forte – commenta il leader di Lista per Ravenna, sostenuto anche da Rinascimento per Ravenna, Lista del Mare, Ravenna per i Pensionati, Popolo della famiglia e Amici Animali –. Arrivare terzo dietro de Pascale e Donati, sarebbe un ottimo risultato a livello personale. Come lista ci siamo organizzati e abbiamo fatto di tutto per allargare il fronte dell’opposizione, più che altro a livello di speranza e incentivo. Ma realisticamente la forza del Pd, supportato da altre liste, è subito apparsa come inarrestabile, tanto più che da decenni esercita un’occupazione militare del territorio, dell’economia, della cultura e del tempo libero».

Anche Alberto Ancarani di Forza Italia, si dichiara dispiaciuto ma non stupito. «Ho sempre detto che, a queste condizioni, de Pascale avrebbe vinto senza problemi – afferma il candidato sostenuto anche da PrimaveRa Ravenna–. A volte vorrei non avere la sfera di cristallo. Il più grosso errore? Quello commesso da Jacopo Morrone, responsabile della Lega in Romagna, che ha voluto fare una candidatura contro Forza Italia, quasi per il mero gusto di fare un dispetto. A ogni modo, il centrodestra doveva preparare meglio e con anticipo questa tornata elettorale, senza trovarsi a dover buttare nella mischia un candidato all’ultimo minuto. Purtroppo è l’ennesima occasione persa».

Delusione anche per Veronica Verlicchi, candidata de La Pigna, Italexit, Noi per i lidi, Forese in comune e Ravenna S’è desta, che sperava in cifre più alte e soprattutto di poter ‘fermare’ il Pd. «Queste elezioni testimoniano ancora una volta la forza di un ‘sistema’ che funziona nonostante il sostanziale malcontento della gente – dice –. Anche se de Pascale è sempre stato un candidato debole e poco congeniale con la città, poco importa, perché è il ‘sistema’ che lo sorregge a lavorare bene. Se il centrodestra si fosse unito sin da subito sarebbe stato meglio, potevamo ambire a qualcosa di più. Non siamo riusciti a offrire ai ravennati l’alternativa che cercavano. Abbiamo sbagliato nel 2016 e la storia si ripete oggi. Speriamo che fra qualche anno qualcosa possa cambiare, ma bisogna liberarsi di certi personaggi che prendono decisioni sbagliate».
r.b.


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