Un libro per te
Un libro d'Arte, con una scelta raffinata di opere esclusive
E' il catalogo, Silvana Editore, della mostra “Dante e le arti al tempo dell’esilio” visitabile fino all'11 luglio
01 luglio 2021 - Dante e le arti al tempo dell’esilio, Silvana Editore, è il catalogo della mostra dallo stesso titolo allestita nella Chiesa di San Romualdo a Ravenna, visitabile fino all'11 luglio 2021.
Definirlo catalogo è riduttivo perché si presenta non solo riassuntivo delle tappe dell’esilio di Dante ma, nel contempo, illustra il panorama culturale e artistico del tempo del Poeta, definendolo con una scelta raffinata di opere esclusive e documenti molto importanti.
Meglio definirlo libro d’Arte grazie al grande contributo di Massimo Medica, che è anche il curatore della mostra, e a quello, altrettanto interessante, di Sebastiana Nobili e Laura Pasquini.
Il saggio di Massimo Medica, letto prima della visita alla mostra, rappresenta una guida colta e ricchissima, letta dopo diventa un notevole approfondimento che, tra l’altro, sottolinea la conoscenza dell’arte figurativa da parte del Poeta e la sua frequentazione degli artisti della sua contemporaneità. “Certo la ricezione di tali fonti - scrive Medica - mai semplicemente assimilate, avviene sempre in funzione del contenuto poetico che di volta in volta asseconda o trasfigura le testimonianze figurative, giungendo perfino a dissimularle… la potenza evocativa di alcune delle immagini descritte da Dante risulta tale da far pensare che egli abbia avuto presente specifici modelli…”.
Il secondo saggio è diviso in due parti: Sebastina Nobili si è concentrata sui testi mentre la Pasquini dedica il suo intervento alle immagini. “Le immagini parlano di Dante perché Dante parla alle immagini: il solo fatto che nella Commedia ci siano quasi seicento similitudini è la più semplice dimostrazione che il poeta vuole mostrarci l’aldilà ricorrendo il più possibile a scene della vita quotidiana. Il ‘visibile parlare’ che Dante attribuisce a Dio”.
Dunque Dante vede, osserva opere, le memorizza e poi le immagini emergono naturalmente dalla memoria, da quel ricco repertorio che costituiva il vocabolario figurativo condiviso, immediatamente compreso dall’uomo del Medioevo, senza la necessità che riguarda, invece, l’uomo moderno, di una chiosa o di una didascalia esplicativa.
Le immagini, dunque, scrive Laura Pasquini, sono l’elemento che permette al lettore la comprensione immediata. I cieli stellati come possono non ricordare quello, ad esempio, di Galla Placidia? Infatti, leggiamo “Ravenna annovera fra i suoi mosaici alcuni emozionanti cieli stellati, nel mausoleo di Galla Placidia, nella cappella dei vescovi e nella basilica di Classe; in essi vortici di stelle riflettono la luce immensa nel signum Gloriae che vi campeggia al centro: una luce suprema che illumina tutte le altre stelle come nei versi 4-6 del XX canto (del Paradiso)quando, al tramonto del sole, il cielo torna a brillare ‘per molte luci, in che una risplende’”.
Come dubitare, se è vero che Dante ha scritto a Ravenna molti canti del Paradiso, che il Poeta abbia visto e provato emozioni nell’osservare le opere bizantine?
Il libro-catalogo, dopo i saggi, propone, la sequenza delle opere esposte nella mostra, con dettagliate spiegazioni non solo del valore artistico ma anche della loro provenienza, della storia dell’opera e dell’autore.
Riferimenti storici
Il volume, edito nell'ambito delle celebrazioni per il settimo centenario della morte di Dante, è dedicato ai lunghi anni trascorsi dal Poeta in esilio. Ripercorre le tappe salienti dei tormentati anni dell’esilio,(1302-1321) ad esso condannato da papa Bonifacio VIII. Visse peregrinando in diverse città tra le quali Arezzo, Verona, Padova, Bologna, Lucca, Pisa e Ravenna.
Attraverso una raffinata selezione di opere dei più importanti artisti del tempo, concesse dai più prestigiosi musei nazionali e internazionali, il volume ne ripercorre le tappe, proponendo, fra i vari capolavori, anche ciò che il Poeta stesso ebbe occasione di ammirare nel suo lungo itinerare per l'Italia, e che influenzò la scrittura della sua Commedia.
Opere di Giotto, Cimabue, Nicola Pisano, Arnolfo di Cambio, Giovanni e Giuliano da Rimini, accanto a preziose oreficerie, tessuti e miniature, come la Bibbia Istoriata poi appartenuta a Carlo V, che consentono di rievocare i tormentati eventi del periodo ma mostrano anche le profonde mutazioni e novità nell'arte, avvenute nei primi venti anni del Trecento.
Il volume è già entrato in buona posizione nella classifica di IBS Libri Classici, Letteratura antica, classica e medievale.
Anna De Lutiis
© copyright la Cronaca di Ravenna
Definirlo catalogo è riduttivo perché si presenta non solo riassuntivo delle tappe dell’esilio di Dante ma, nel contempo, illustra il panorama culturale e artistico del tempo del Poeta, definendolo con una scelta raffinata di opere esclusive e documenti molto importanti.
Meglio definirlo libro d’Arte grazie al grande contributo di Massimo Medica, che è anche il curatore della mostra, e a quello, altrettanto interessante, di Sebastiana Nobili e Laura Pasquini.
Il saggio di Massimo Medica, letto prima della visita alla mostra, rappresenta una guida colta e ricchissima, letta dopo diventa un notevole approfondimento che, tra l’altro, sottolinea la conoscenza dell’arte figurativa da parte del Poeta e la sua frequentazione degli artisti della sua contemporaneità. “Certo la ricezione di tali fonti - scrive Medica - mai semplicemente assimilate, avviene sempre in funzione del contenuto poetico che di volta in volta asseconda o trasfigura le testimonianze figurative, giungendo perfino a dissimularle… la potenza evocativa di alcune delle immagini descritte da Dante risulta tale da far pensare che egli abbia avuto presente specifici modelli…”.
Il secondo saggio è diviso in due parti: Sebastina Nobili si è concentrata sui testi mentre la Pasquini dedica il suo intervento alle immagini. “Le immagini parlano di Dante perché Dante parla alle immagini: il solo fatto che nella Commedia ci siano quasi seicento similitudini è la più semplice dimostrazione che il poeta vuole mostrarci l’aldilà ricorrendo il più possibile a scene della vita quotidiana. Il ‘visibile parlare’ che Dante attribuisce a Dio”.
Dunque Dante vede, osserva opere, le memorizza e poi le immagini emergono naturalmente dalla memoria, da quel ricco repertorio che costituiva il vocabolario figurativo condiviso, immediatamente compreso dall’uomo del Medioevo, senza la necessità che riguarda, invece, l’uomo moderno, di una chiosa o di una didascalia esplicativa.
Le immagini, dunque, scrive Laura Pasquini, sono l’elemento che permette al lettore la comprensione immediata. I cieli stellati come possono non ricordare quello, ad esempio, di Galla Placidia? Infatti, leggiamo “Ravenna annovera fra i suoi mosaici alcuni emozionanti cieli stellati, nel mausoleo di Galla Placidia, nella cappella dei vescovi e nella basilica di Classe; in essi vortici di stelle riflettono la luce immensa nel signum Gloriae che vi campeggia al centro: una luce suprema che illumina tutte le altre stelle come nei versi 4-6 del XX canto (del Paradiso)quando, al tramonto del sole, il cielo torna a brillare ‘per molte luci, in che una risplende’”.
Come dubitare, se è vero che Dante ha scritto a Ravenna molti canti del Paradiso, che il Poeta abbia visto e provato emozioni nell’osservare le opere bizantine?
Il libro-catalogo, dopo i saggi, propone, la sequenza delle opere esposte nella mostra, con dettagliate spiegazioni non solo del valore artistico ma anche della loro provenienza, della storia dell’opera e dell’autore.
Riferimenti storici
Il volume, edito nell'ambito delle celebrazioni per il settimo centenario della morte di Dante, è dedicato ai lunghi anni trascorsi dal Poeta in esilio. Ripercorre le tappe salienti dei tormentati anni dell’esilio,(1302-1321) ad esso condannato da papa Bonifacio VIII. Visse peregrinando in diverse città tra le quali Arezzo, Verona, Padova, Bologna, Lucca, Pisa e Ravenna.
Attraverso una raffinata selezione di opere dei più importanti artisti del tempo, concesse dai più prestigiosi musei nazionali e internazionali, il volume ne ripercorre le tappe, proponendo, fra i vari capolavori, anche ciò che il Poeta stesso ebbe occasione di ammirare nel suo lungo itinerare per l'Italia, e che influenzò la scrittura della sua Commedia.
Opere di Giotto, Cimabue, Nicola Pisano, Arnolfo di Cambio, Giovanni e Giuliano da Rimini, accanto a preziose oreficerie, tessuti e miniature, come la Bibbia Istoriata poi appartenuta a Carlo V, che consentono di rievocare i tormentati eventi del periodo ma mostrano anche le profonde mutazioni e novità nell'arte, avvenute nei primi venti anni del Trecento.
Il volume è già entrato in buona posizione nella classifica di IBS Libri Classici, Letteratura antica, classica e medievale.
Anna De Lutiis
© copyright la Cronaca di Ravenna