Università
I fiumi e l'apporto di sabbie contro l'erosione
SandWay-Ra, la ricerca condotta con l'Università, ha studiato i fiumi Lamone, Fiumi Uniti-Ronco-Montone e Savio
14 maggio 2021 - Fiumi Uniti, Savio, Lamone trasportano una quantità apprezzabile di sabbie utili per il ripascimento naturale delle spiagge locali e il contrasto all'erosione costiera.
Condizione però oggi non più sufficiente a riequilibrare l’erosione indotta nelle spiagge ravennati dall’insieme degli impatti antropici sui fiumi, dove lo scorrimento a valle delle sabbie, indispensabili ad un continuo ripascimento naturale del litorale, viene in buona parte ostacolato anche dalle numerose dighe, chiuse, briglie e traverse presenti lungo gli alvei.
È quanto emerge dallo studio SandWay-Ra, ricerca presentata oggi, venerdì 14 maggio, maturata nell’ambito della convenzione tra ENI e Fondazione Flaminia “Progetto di studio per la stima del trasporto solido a mare dei fiumi ravennati”. La convenzione è parte integrante del VII Accordo di collaborazione tra ENI e Comune di Ravenna svolta con il contributo del Dipartimento di Scienze Biologiche Geologiche e Ambientali BiGeA dell'Università di Bologna e del Consorzio Futuro in Ricerca.
Il progetto ha previsto l’esecuzione di diverse tipologie di indagine (idrologiche, sedimentologiche, geomorfologiche, ecc.) lungo le aste fluviali dei principali bacini idrografici ravennati (Lamone, Fiumi Uniti -Ronco-Montone e Savio) nel loro sviluppo dall’Appennino al mare.
Per il prof. Giovanni Gabbianelli, responsabile scientifico e coordinatore della ricerca, “il progetto SandWay-Ra rappresenta un esempio pressoché unico nel suo genere per le metodologie adottate per la stima degli apporti sabbiosi a mare del reticolo fluviale ravennate e, seppur applicato a un contesto territoriale di dimensione sub-regionale, può rappresentare un appropriato punto di partenza metodologico da applicare su scala più vasta”.
© copyright la Cronaca di Ravenna
Condizione però oggi non più sufficiente a riequilibrare l’erosione indotta nelle spiagge ravennati dall’insieme degli impatti antropici sui fiumi, dove lo scorrimento a valle delle sabbie, indispensabili ad un continuo ripascimento naturale del litorale, viene in buona parte ostacolato anche dalle numerose dighe, chiuse, briglie e traverse presenti lungo gli alvei.
È quanto emerge dallo studio SandWay-Ra, ricerca presentata oggi, venerdì 14 maggio, maturata nell’ambito della convenzione tra ENI e Fondazione Flaminia “Progetto di studio per la stima del trasporto solido a mare dei fiumi ravennati”. La convenzione è parte integrante del VII Accordo di collaborazione tra ENI e Comune di Ravenna svolta con il contributo del Dipartimento di Scienze Biologiche Geologiche e Ambientali BiGeA dell'Università di Bologna e del Consorzio Futuro in Ricerca.
Il progetto ha previsto l’esecuzione di diverse tipologie di indagine (idrologiche, sedimentologiche, geomorfologiche, ecc.) lungo le aste fluviali dei principali bacini idrografici ravennati (Lamone, Fiumi Uniti -Ronco-Montone e Savio) nel loro sviluppo dall’Appennino al mare.
Per il prof. Giovanni Gabbianelli, responsabile scientifico e coordinatore della ricerca, “il progetto SandWay-Ra rappresenta un esempio pressoché unico nel suo genere per le metodologie adottate per la stima degli apporti sabbiosi a mare del reticolo fluviale ravennate e, seppur applicato a un contesto territoriale di dimensione sub-regionale, può rappresentare un appropriato punto di partenza metodologico da applicare su scala più vasta”.
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