Il 3 settembre test di ammissione al nuovo Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia | la CRONACA di RAVENNA

Il 3 settembre test di ammissione al nuovo Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia

Le lezioni inizieranno la prima settimana di ottobre. Ieri sera il webinar dei Club Fidapa e Soroptimist con il prorettore Sangiorgi

09 giugno 2020 - Si terrà il 3 settembre il test di ammissione al nuovo Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia con sede a Ravenna, inserito come da prassi nel contesto nazionale. Le lezioni inizieranno la prima settimana di ottobre.
Si procede, quindi, a passi rapidi verso il suo avvio, al quale enti locali, fondazioni bancarie, Università e privati stanno lavorando intensamente dal 30 settembre 2016 con “una quantità ingente di risorse, che non ha nessun paragone nel panorama nazionale delle iniziative di formazione superiore. 60 milioni totali, nelle due sedi (Forlì e Ravenna), di cui 30 investiti a Ravenna, suddivisi in questo modo: 13,5 da parte del Comune di Ravenna, 12 dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, 1,5 dalla Fondazione del Monte di Bologna e il rimanente da Fondazione Flaminia, IOR, Gruppo Villa Maria”.

Con queste parole Enrico Sangiorgi, prorettore alla didattica dell’Università di Bologna, ha aperto ieri sera il webinar organizzato dai Club Fidapa e Soroptimist dedicato al nuovo insediamento, a cui hanno preso parte un centinaio di persone con interventi del sindaco di Ravenna Michele de Pascale, della presidente del Campus di Ravenna Elena Fabbri, del presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna Giuseppe Alfieri, di Mirella Falconi vice presidente della Fondazione Flaminia e professoressa dell’Ateneo che insegnerà Anatomia umana nel nuovo Corso di Laurea e di Giannantonio Mingozzi già vicesindaco con delega all’università negli anni in cui è nato e cresciuto l’insediamento ravennate.

“Quattro anni di lavoro conclusisi formalmente il 21 febbraio scorso – ha raccontato Sangiorgi - con la sottoscrizione degli atti di liberalità e delle convenzioni, pochi giorni prima dell’emergenza Covid-19 che ha stravolto il sistema sanitario nazionale mettendone in luce le grandi carenze. In particolare, per quanto riguarda proprio il numero dei medici. Sono, infatti, 140mila gli iscritti all’Ordine, di cui 120mila over 60. La Romagna e Ravenna hanno, dunque, anticipato con questo progetto i tempi per la formazione di personale indispensabile a una gestione efficiente della sanità”.

Un aspetto sottolineato anche dal sindaco De Pascale secondo cui “è stato importante avere investito in questo progetto quando ancora non era emersa in pieno l’inadeguatezza del sistema sanitario italiano. Questo ha consentito di trovarci già pronti quando la richiesta di una sua riorganizzazione è emersa con forza”. E proprio alla luce dei recenti eventi e della crisi sanitaria, il ministero dell’Università ha accolto la richiesta dell’Università di Bologna di elevare il potenziale formativo di entrambi i Corsi di Laurea di Ravenna e Forlì da 75 a 95 studenti.

“L’apertura di Medicina e Chirurgia potenzia e qualifica l’offerta formativa del Campus di Ravenna - dice Elena Fabbri - in cui hanno sede già 18 corsi di laurea, dai primi nati sui temi delle Scienze Ambientali e poco dopo Beni Culturali, e poi Chimica dei Materiali, Ingegneria/Architettura, e Scienze Giuridiche”. Ma il diciannovesimo corso di laurea, Medicina e Chirurgia, porta un grande valore aggiunto, rappresentando un’opportunità di crescita per la sanità del territorio, integrando i nuovi docenti con i medici attivi nella Ausl della Romagna, permettendo di sviluppare importanti sinergie nei diversi ambiti sanitari riguardanti la formazione, la ricerca e l’assistenza. Viene a determinarsi una svolta dei servizi offerti alla collettività, valorizzando gli attuali professionisti, ma contemporaneamente portando nuove competenze e investimenti sia sull’ospedale che sulla medicina del territorio. E’ qui che si giustifica il lungimirante ma gravoso impegno degli enti finanziatori”.

Opinione condivisa da Giuseppe Alfieri secondo cui “l’ospedale Santa Maria delle Croci diventerà un policlinico universitario che porterà a una crescita del sistema sociosanitario territoriale. La Fondazione Cassa ha sempre creduto nell’università di Ravenna fin dalla sua nascita e non poteva certo mancare nel sostenere il suo sviluppo”.

Oltre all’integrazione con l’Ausl e all’esperienza dell’Ateneo di Bologna nei corsi di laurea in Medicina, uno dei punti qualificanti del progetto ravennate è il sostegno del territorio. E la necessità di aprire a ogni tipo di contributo privato e pubblico è sottolineata da Giannantonio Mingozzi “anche cercando quelli che finora non si sono interessati allo sviluppo universitario e che oggi possono essere disponibili a erogare finanziamenti”. Mingozzi esprime poi soddisfazione per il superamento della logica dei campanili in Romagna, che ha lasciato spazio alla collaborazione, e per i 4mila iscritti ai corsi di laurea ravennati che hanno trasformato la città in città universitaria.

“Il coinvolgimento della città di Ravenna e di tutti gli altri campus che chi, come me, avendo operato per tanti anni in Romagna, ha avuto modo di vivere in prima persona e di conoscerne l’impegno, è la premessa – aggiunge Mirella Falconi - per realizzare un bellissimo progetto che vedrà nelle province di Ravenna e Forlì due corsi di laurea molto importanti. Questi corsi faranno parte di una rete altrettanto importante, che porterà sicuramente arricchimento culturale, economico e sociale”.
Numerose le domande da parte del pubblico collegato, a testimonianza dell’interesse della città per questo nuovo progetto dell’Università a Ravenna.
MVV
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