Politica
Installati tre lampioni nel viottolo delle 'Camerani'
Lista per Ravenmna: "Ci sono voluti dieci anni di proteste. Ora la zona è più sicura"
11 settembre 2020 - "Questa è la lunga storia, finalmente a lieto fine, di tre lampioni invocati per dieci anni dai cittadini, tramite Lista per Ravenna, perché indispensabili alla sicurezza del proprio quartiere. La zona è quella su cui lanciammo il primo allarme pubblico documentato nell’agosto 2019" dichiara Alvaro Ancisi, capogruppo di Liusta per Ravenna.
"Da mesi bande di ladri e di spacciatori tenevano sotto scacco i cittadini del borgo San Biagio residenti nel “quadrilatero del terrore”, tra le vie Bargigia, Felisatti, F. Fabbri, Lovatelli, Morelli e Vallona, tra loro collegate. Di lì a poco successe la vicenda tragicomica di dieci famiglie del posto multate dalla polizia municipale perché, resosi inutile difendere le loro case installando telecamere, fari e allarmi di ogni genere, avevano posto del filo spinato sulle recinzioni che dividono i rispettivi giardini, oltrepassando le quali i malviventi riuscivano a penetrare anche nelle camere da letto. Passato un anno, nulla ancora si è saputo sulle sacrosante richieste di annullamento di quei verbali".
"Il 22 agosto, rivolgemmo all’amministrazione comunale un’istanza su quelle “Minacciose scorrerie ladresche”, ricordando come “strategica, per favorire le incursioni banditesche, nonché operazioni di spaccio” fosse appunto “la mancata illuminazione notturna di quello stradello pedonale e ciclabile posto a servizio della scuola Camerani, tra le vie Bargigia e Fabbri”. La vicenda risaliva addirittura all’estate 2010, quando, su pressione di Alessandro Garofalo, allora nostro consigliere territoriale del Centro Urbano, lo stradello, essendo pressoché impraticabile e allagato ad ogni acquazzone, venne opportunamente asfaltato e dotato di fogne per l’acqua piovana".
Il Comune però, pur avendo predisposto i cavidotti e i pozzetti per accogliere i cavi elettrici ed i pali dell’illuminazione pubblica, non installò mai i tre lampioni mancanti. Non lo fece neppure quando Garofalo stesso, il 29 ottobre 2015, tornò a sollecitarli a seguito di episodi con spaccio di droga.
Un primo segnale (letteralmente) di luce si ebbe quando Lista per Ravenna, "dopo l’ennesimo inutile sollecito, chiese ufficialmente all’ufficio Illuminazione pubblica del Comune di conoscere quanto costasse installare quei tre lampioni, ricevendo notizia che “il costo complessivo presunto per rendere l'impianto funzionante è di 4.500 euro Iva esclusa”. Non serviva neanche un progetto. Avendo minacciato di fare una colletta, ci fu detto che li avrebbero impiantati in primavera, quando però ci si è mezzo di mezzo il covid. Ma alle 22.53 di mercoledì scorso ci è arrivato dai residenti il “Fiat lux”: “Finalmente hanno messo i tre lampioni nello stradello a lato della scuola Camerani! Ci sono voluti più di 10 anni di proteste, richieste, suppliche. Finalmente però adesso si vede bene la sera. Speriamo che la luce sia un deterrente contro lo spaccio degli stupefacenti. Grazie”.
© copyright la Cronaca di Ravenna
"Da mesi bande di ladri e di spacciatori tenevano sotto scacco i cittadini del borgo San Biagio residenti nel “quadrilatero del terrore”, tra le vie Bargigia, Felisatti, F. Fabbri, Lovatelli, Morelli e Vallona, tra loro collegate. Di lì a poco successe la vicenda tragicomica di dieci famiglie del posto multate dalla polizia municipale perché, resosi inutile difendere le loro case installando telecamere, fari e allarmi di ogni genere, avevano posto del filo spinato sulle recinzioni che dividono i rispettivi giardini, oltrepassando le quali i malviventi riuscivano a penetrare anche nelle camere da letto. Passato un anno, nulla ancora si è saputo sulle sacrosante richieste di annullamento di quei verbali".
"Il 22 agosto, rivolgemmo all’amministrazione comunale un’istanza su quelle “Minacciose scorrerie ladresche”, ricordando come “strategica, per favorire le incursioni banditesche, nonché operazioni di spaccio” fosse appunto “la mancata illuminazione notturna di quello stradello pedonale e ciclabile posto a servizio della scuola Camerani, tra le vie Bargigia e Fabbri”. La vicenda risaliva addirittura all’estate 2010, quando, su pressione di Alessandro Garofalo, allora nostro consigliere territoriale del Centro Urbano, lo stradello, essendo pressoché impraticabile e allagato ad ogni acquazzone, venne opportunamente asfaltato e dotato di fogne per l’acqua piovana".
Il Comune però, pur avendo predisposto i cavidotti e i pozzetti per accogliere i cavi elettrici ed i pali dell’illuminazione pubblica, non installò mai i tre lampioni mancanti. Non lo fece neppure quando Garofalo stesso, il 29 ottobre 2015, tornò a sollecitarli a seguito di episodi con spaccio di droga.
Un primo segnale (letteralmente) di luce si ebbe quando Lista per Ravenna, "dopo l’ennesimo inutile sollecito, chiese ufficialmente all’ufficio Illuminazione pubblica del Comune di conoscere quanto costasse installare quei tre lampioni, ricevendo notizia che “il costo complessivo presunto per rendere l'impianto funzionante è di 4.500 euro Iva esclusa”. Non serviva neanche un progetto. Avendo minacciato di fare una colletta, ci fu detto che li avrebbero impiantati in primavera, quando però ci si è mezzo di mezzo il covid. Ma alle 22.53 di mercoledì scorso ci è arrivato dai residenti il “Fiat lux”: “Finalmente hanno messo i tre lampioni nello stradello a lato della scuola Camerani! Ci sono voluti più di 10 anni di proteste, richieste, suppliche. Finalmente però adesso si vede bene la sera. Speriamo che la luce sia un deterrente contro lo spaccio degli stupefacenti. Grazie”.
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