Un libro per te
Bere come un vero scrittore
100 ricette per ricreare i drink che hanno ispirato i giganti della letteratura
04 agosto 2022 - Margaret Kaplan ha condensato in un volume di circa 300 pagine (edito da Il Saggiatore, traduzione di Camilla Pieretti) la lunga storia del rapporto tra i più famosi romanzieri e i loro cocktail (e vini) preferiti.
È bello, in estate, portare con sé un libro al mare o in montagna e leggere, nei momenti di relax qualche pagina, senza dovere necessariamente seguire una trama impegnativa oppure addentrarsi in profonde riflessioni. Questo è il libro che incuriosisce e farà sorridere.
Dedicato a lettori, aspiranti scrittori, appassionati del buon bere e barman dilettanti, in questo libro troverete ricette, dosi, consigli, aneddoti per preparare e gustare i drink bevuti e raccontati dai più grandi scrittori e poeti di tutte le epoche.
Stupisce, nelle prime pagine, l’attrezzatura, in mostra, per poter preparare i deliziosi intrugli e, a seguire, l’armadietto dei liquori, solo i nomi naturalmente, di tutti i possibili ingredienti da usare, dal brandy al Cachaca, dal Kirsch al Rum invecchiato, alla vodka.
Ma sono solo esempi estratti da una pagina affollatissima.
Il primo personaggio che incontriamo è William Shakespeare. Ai suoi tempi (1564-1616), quelli dei Tudor, le bevande erano decantate anche per le loro proprietà medicamentose, per tener distanti le infezioni.
Lo scrittore fa riferimento al vino di miele fermentato, super alcolico, sia in ‘Pene d’amore perdute’ che in ‘Allegre comari di Windsor”. Il suo drink preferito? Metheglin.
Avreste mai pensato che Jane Austen, partecipando ai grandi balli, ai tempi della Reggenza inglese, non disdegnasse qualche bicchierino di Negus, a base di porto ruby?
Ma passiamo ai ‘grandi bevitori’. Ernest Hamingway amava i cocktail caraibici che l’accompagnavano in ogni luogo e in ogni circostanza, sia in una bettola di Key West che nel bar di una capitale europea mentre aspettava le sue amanti.
Riporto un paio dei suoi drink preferiti: Doppio daiquiri di Papa (a El Floridita) e Mojito (a la Bodequita del Medio). Se non bastasse c’è anche ‘Death in the afternoon’ a base di assenzio e champagne!
Ma incontriamo anche altri personaggi femminili. Dorothy Parker, scrittrice, poetessa e giornalista statunitense, grande sostenitrice dei movimenti che combattevano per i diritti civili amava il Whiskey souri mentre Agata Christie preferiva il cocktail fatto di gin e angostura, il Pink gin.
Charles Bukowski cominciò a bere all’età di 13 anni perché, ebbe e dire, “Quando bevi, il mondo è sempre là fuori che ti aspetta, ma per un po’ almeno non ti prende alla gola”. I suoi scritti rivelano le sue sbornie che lo condussero, giorno dopo giorno, fino alla morte. Il suo drink preferito, Boilermaker a base di bourbon e birra chiara!
Nel libro ci sono tutti, comunque in tanti, al punto da immaginare un pomeriggio sorseggiando assenzio alla Closerie des Lilas in compagnia di Charles Baudelaire, Paul Verlaine e Oscar Wilde.
Prima di cena dissetarsi con il Gin Rickey di Francis Scott Fitzgerald, il Manhattan di Dashiell Hammett, il Black Velvet di Donna Tartt o il Vesper Martini (agitato) di Ian Fleming.
Immaginare di fare mattino nella White Horse Tavern in compagnia di James Baldwin e Norman Mailer, ma senza mai sfidare il record di diciotto whisky di fila di Dylan Thomas.
Se questo tour de force alcolico e letterario vi ha lasciati provati, non temete: l’Horse’s Neck di Noe¨l Coward o il Bloody Mary da colazione di Raymond Carver vi rimetteranno in sesto per nuove ricette e letture.
Ovviamente non è un consiglio rivolto ai lettori! Anzi, con il caldo di questi giorni meglio bere tanta acqua fresca!
È bello, in estate, portare con sé un libro al mare o in montagna e leggere, nei momenti di relax qualche pagina, senza dovere necessariamente seguire una trama impegnativa oppure addentrarsi in profonde riflessioni. Questo è il libro che incuriosisce e farà sorridere.
Dedicato a lettori, aspiranti scrittori, appassionati del buon bere e barman dilettanti, in questo libro troverete ricette, dosi, consigli, aneddoti per preparare e gustare i drink bevuti e raccontati dai più grandi scrittori e poeti di tutte le epoche.
Stupisce, nelle prime pagine, l’attrezzatura, in mostra, per poter preparare i deliziosi intrugli e, a seguire, l’armadietto dei liquori, solo i nomi naturalmente, di tutti i possibili ingredienti da usare, dal brandy al Cachaca, dal Kirsch al Rum invecchiato, alla vodka.
Ma sono solo esempi estratti da una pagina affollatissima.
Il primo personaggio che incontriamo è William Shakespeare. Ai suoi tempi (1564-1616), quelli dei Tudor, le bevande erano decantate anche per le loro proprietà medicamentose, per tener distanti le infezioni.
Lo scrittore fa riferimento al vino di miele fermentato, super alcolico, sia in ‘Pene d’amore perdute’ che in ‘Allegre comari di Windsor”. Il suo drink preferito? Metheglin.
Avreste mai pensato che Jane Austen, partecipando ai grandi balli, ai tempi della Reggenza inglese, non disdegnasse qualche bicchierino di Negus, a base di porto ruby?
Ma passiamo ai ‘grandi bevitori’. Ernest Hamingway amava i cocktail caraibici che l’accompagnavano in ogni luogo e in ogni circostanza, sia in una bettola di Key West che nel bar di una capitale europea mentre aspettava le sue amanti.
Riporto un paio dei suoi drink preferiti: Doppio daiquiri di Papa (a El Floridita) e Mojito (a la Bodequita del Medio). Se non bastasse c’è anche ‘Death in the afternoon’ a base di assenzio e champagne!
Ma incontriamo anche altri personaggi femminili. Dorothy Parker, scrittrice, poetessa e giornalista statunitense, grande sostenitrice dei movimenti che combattevano per i diritti civili amava il Whiskey souri mentre Agata Christie preferiva il cocktail fatto di gin e angostura, il Pink gin.
Charles Bukowski cominciò a bere all’età di 13 anni perché, ebbe e dire, “Quando bevi, il mondo è sempre là fuori che ti aspetta, ma per un po’ almeno non ti prende alla gola”. I suoi scritti rivelano le sue sbornie che lo condussero, giorno dopo giorno, fino alla morte. Il suo drink preferito, Boilermaker a base di bourbon e birra chiara!
Nel libro ci sono tutti, comunque in tanti, al punto da immaginare un pomeriggio sorseggiando assenzio alla Closerie des Lilas in compagnia di Charles Baudelaire, Paul Verlaine e Oscar Wilde.
Prima di cena dissetarsi con il Gin Rickey di Francis Scott Fitzgerald, il Manhattan di Dashiell Hammett, il Black Velvet di Donna Tartt o il Vesper Martini (agitato) di Ian Fleming.
Immaginare di fare mattino nella White Horse Tavern in compagnia di James Baldwin e Norman Mailer, ma senza mai sfidare il record di diciotto whisky di fila di Dylan Thomas.
Se questo tour de force alcolico e letterario vi ha lasciati provati, non temete: l’Horse’s Neck di Noe¨l Coward o il Bloody Mary da colazione di Raymond Carver vi rimetteranno in sesto per nuove ricette e letture.
Ovviamente non è un consiglio rivolto ai lettori! Anzi, con il caldo di questi giorni meglio bere tanta acqua fresca!
Anna De Lutiis
© copyright la Cronaca di Ravenna