Politica
Valle della Canna: "Interventi tampone inutili"
Per Ancisi serve intervento strutturale per portare acqua dal Lamone
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13 luglio 2020 - Nella Valle della Canna ci sono attualmente 18 cm di acqua. Lo rileva il capogruppo di Lista per Ravenna, Alvaro Ancisi, sulla base di informazioni documentate fornite dalle Guardie ecologiche volontarie di Legambiente.
Ancisi ricorda che, per quest'anno, "l'unica e gradita opera realizzata è stata il ripristino/modifica di una paratoia di Ravenna Servizi Industriali (RSI, società del petrolchimico ravennate), che ha consentito di immettere, tra il 3 e il 12 luglio, 650.000 metri cubi di acqua del Reno nella Valle della Canna".
L'operazion "anziché sollevare il livello idrico dell'oasi a 30 centimetri, come previsto, si è arrestata a 18, rilevati ieri da Daniele Camprini alle ore 17 tramite l'asta posta sul lato sud-ovest della valle, complice l'evaporazione, che può comportare un centimetro circa al giorno di abbassamento. La rilevazione formale compiuta sabato dal Raggruppamento Guardie ecologiche volontarie di Legambiente si era del resto arrestata a 16 centimetri. La preoccupazione non è dunque svanita, lasciando aperta la responsabilità di come fronteggiarla".
Si può prendere atto che, tra lanno scorso e quest'anno, "si è fatto o progettato per il 2021 quanto realisticamente possibile nell'emergenza. Ma è altrettanto oggettivo che l'opera riconosciuta da tutti come risolutiva, per quanto più impegnativa e costosa, non gode ancora di nessuna prospettiva. Renderebbe infatti più razionali ed efficienti tutti gli interventi sulla rete idrica di alimentazione delle oasi ravennati, non solo Valle della Canna, ma anche Punte Alberete e Bardello, lo spostamento della traversa idraulica esistente sul Lamone dagli attuali 8 chilometri dalla foce a molto più avanti, preferibilmente dopo il ponte sulla statale Romea, allontanando anche in questo modo la dannosa risalita di acqua salata".
"Vogliamo finalmente andare oltre i palliativi?" conclude Ancisi. "Ci si dica di sì coi fatti, non con gli 'eventualmente'. Il Lamone è pronto a darci il rimedio strutturale. Altro che terreno di scontro".
© copyright la Cronaca di Ravenna
Ancisi ricorda che, per quest'anno, "l'unica e gradita opera realizzata è stata il ripristino/modifica di una paratoia di Ravenna Servizi Industriali (RSI, società del petrolchimico ravennate), che ha consentito di immettere, tra il 3 e il 12 luglio, 650.000 metri cubi di acqua del Reno nella Valle della Canna".
L'operazion "anziché sollevare il livello idrico dell'oasi a 30 centimetri, come previsto, si è arrestata a 18, rilevati ieri da Daniele Camprini alle ore 17 tramite l'asta posta sul lato sud-ovest della valle, complice l'evaporazione, che può comportare un centimetro circa al giorno di abbassamento. La rilevazione formale compiuta sabato dal Raggruppamento Guardie ecologiche volontarie di Legambiente si era del resto arrestata a 16 centimetri. La preoccupazione non è dunque svanita, lasciando aperta la responsabilità di come fronteggiarla".
Si può prendere atto che, tra lanno scorso e quest'anno, "si è fatto o progettato per il 2021 quanto realisticamente possibile nell'emergenza. Ma è altrettanto oggettivo che l'opera riconosciuta da tutti come risolutiva, per quanto più impegnativa e costosa, non gode ancora di nessuna prospettiva. Renderebbe infatti più razionali ed efficienti tutti gli interventi sulla rete idrica di alimentazione delle oasi ravennati, non solo Valle della Canna, ma anche Punte Alberete e Bardello, lo spostamento della traversa idraulica esistente sul Lamone dagli attuali 8 chilometri dalla foce a molto più avanti, preferibilmente dopo il ponte sulla statale Romea, allontanando anche in questo modo la dannosa risalita di acqua salata".
"Vogliamo finalmente andare oltre i palliativi?" conclude Ancisi. "Ci si dica di sì coi fatti, non con gli 'eventualmente'. Il Lamone è pronto a darci il rimedio strutturale. Altro che terreno di scontro".
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