Politica
Porto Fuori, la circuitazione del paese "ne travolge l'identità"
Il capogruppo di Lista per Ravenna, Alvaro Ancisi, denuncia la smisurata lottizzazione di un piccolo paese
![Porto Fuori, la circuitazione del paese ne travolge l'identità](/file/articoli/th/articoli_77.jpg)
11 maggio 2020 - Il consiglio territoriale Darsena è chiamato, in serata, a esprimere il proprio parere sulla cosiddetta "circuitazione" di Porto Fuori, la strada per tagliare fuori il centro abitato di Porto Fuori dal traffico di passaggio. In particolare, sul Progetto urbanistico attuativo del comparto S9.
"Torna violentemente in scena - afferma il capogruppo di Lista per Ravenna, Alvaro Ancisi - il progetto che strangola Porto Fuori. Significa un maxipatto tra il governo della città e un gruppo di società e soggetti privati proprietari di aree agricole sul nord di Porto Fuori, volto a realizzare due terzi circa di una circuitazione del paese che, travolgendone l'identità, ne soffocherebbe l'assetto civile e sociale".
“In realtà – scrive Ancisi - i consiglieri territoriali vedranno appena il 1° e il 2° stralcio di questo progetto che riguarda solo le opere di urbanizzazione (viabilità interna, parcheggi pubblici, alberature, una piazza, reti tecnologiche, sottoservizi e verde pubblico), non già l’intero progetto (da loro non conosciuto). Ne rappresentano però la partenza senza ritorno, perché, costruite a carico dei privati, così come successivamente la circuitazione, saranno cedute gratuitamente al Comune in cambio dei seguenti benefici: 85.697 metri quadrati di terreno vergine agricolo da cementificare e 17.110 metri quadrati di case da costruire, pari a qualche centinaio di appartamenti, che spazzeranno via anche 80 orti sociali degli abitanti del paese, generalmente anziani.
Tutto ciò mentre la nuova legge regionale sull’urbanistica del 2017 impone un freno al consumo di suolo vergine e all’espansione delle città e dei paesi.
A nulla sono valse le contrarietà dei cittadini espresse tramite 35 osservazioni. Il progetto preliminare della circuitazione, che da via Bonifica conduce alla via Staggi, è stato approvato dalla Giunta regionale il 9 settembre scorso. Nello stesso mese, si è abbattuto sui proprietari delle aree da occupare forzatamente il preavviso dell'esproprio”.
"La maggioranza politica del consiglio comunale, quando il 18 dicembre 2018 diede l'ok politico della nostra città a questa operazione, aveva però compiuto, contrastata aspramente da Lista per Ravenna, due grossi svarioni, entrambi di possibile interesse della magistratura", aggiunge Ancisi.
Secondo il capogruppo sarebbe "sparito l'interesse pubblico": "La lottizzazione delle aree agricole di Porto Fuori per farne la circuitazione si fonda, sia dall’origine che nei contratti stipulati coi committenti privati, sul seguente assunto: l’interesse pubblico si manifesta nel momento in cui la circuitazione si realizza nella sua interezza coinvolgendo entrambi i comparti S9 e S10 del Progetto Urbanistico Attuativo. Venuto meno il secondo comparto, così crollando l’interesse pubblico, anche il piano, secondo la logica e il buon diritto, avrebbe dovuto essere cassato".
Il secondo elemento evidenziato da Ancisi riguarda "la smisurata lottizzazione di un piccolo paese. L’approvazione, da parte del Comune, del PUA S9 era oltretutto condizionata al superamento di alcune criticità, tra cui, decisiva, l’alta potenzialità edificatoria residua del centro abitato riferita ai comparti di nuovo impianto approvati e in corso di attuazione.
Considerare superata questa criticità, aggiungendo gli altri 17.110 metri quadrati del comparto S9, in tutto 30.876, ad una borgata di 3.770 abitanti, è più folle che arbitrario”.
© copyright la Cronaca di Ravenna
"Torna violentemente in scena - afferma il capogruppo di Lista per Ravenna, Alvaro Ancisi - il progetto che strangola Porto Fuori. Significa un maxipatto tra il governo della città e un gruppo di società e soggetti privati proprietari di aree agricole sul nord di Porto Fuori, volto a realizzare due terzi circa di una circuitazione del paese che, travolgendone l'identità, ne soffocherebbe l'assetto civile e sociale".
“In realtà – scrive Ancisi - i consiglieri territoriali vedranno appena il 1° e il 2° stralcio di questo progetto che riguarda solo le opere di urbanizzazione (viabilità interna, parcheggi pubblici, alberature, una piazza, reti tecnologiche, sottoservizi e verde pubblico), non già l’intero progetto (da loro non conosciuto). Ne rappresentano però la partenza senza ritorno, perché, costruite a carico dei privati, così come successivamente la circuitazione, saranno cedute gratuitamente al Comune in cambio dei seguenti benefici: 85.697 metri quadrati di terreno vergine agricolo da cementificare e 17.110 metri quadrati di case da costruire, pari a qualche centinaio di appartamenti, che spazzeranno via anche 80 orti sociali degli abitanti del paese, generalmente anziani.
Tutto ciò mentre la nuova legge regionale sull’urbanistica del 2017 impone un freno al consumo di suolo vergine e all’espansione delle città e dei paesi.
A nulla sono valse le contrarietà dei cittadini espresse tramite 35 osservazioni. Il progetto preliminare della circuitazione, che da via Bonifica conduce alla via Staggi, è stato approvato dalla Giunta regionale il 9 settembre scorso. Nello stesso mese, si è abbattuto sui proprietari delle aree da occupare forzatamente il preavviso dell'esproprio”.
"La maggioranza politica del consiglio comunale, quando il 18 dicembre 2018 diede l'ok politico della nostra città a questa operazione, aveva però compiuto, contrastata aspramente da Lista per Ravenna, due grossi svarioni, entrambi di possibile interesse della magistratura", aggiunge Ancisi.
Secondo il capogruppo sarebbe "sparito l'interesse pubblico": "La lottizzazione delle aree agricole di Porto Fuori per farne la circuitazione si fonda, sia dall’origine che nei contratti stipulati coi committenti privati, sul seguente assunto: l’interesse pubblico si manifesta nel momento in cui la circuitazione si realizza nella sua interezza coinvolgendo entrambi i comparti S9 e S10 del Progetto Urbanistico Attuativo. Venuto meno il secondo comparto, così crollando l’interesse pubblico, anche il piano, secondo la logica e il buon diritto, avrebbe dovuto essere cassato".
Il secondo elemento evidenziato da Ancisi riguarda "la smisurata lottizzazione di un piccolo paese. L’approvazione, da parte del Comune, del PUA S9 era oltretutto condizionata al superamento di alcune criticità, tra cui, decisiva, l’alta potenzialità edificatoria residua del centro abitato riferita ai comparti di nuovo impianto approvati e in corso di attuazione.
Considerare superata questa criticità, aggiungendo gli altri 17.110 metri quadrati del comparto S9, in tutto 30.876, ad una borgata di 3.770 abitanti, è più folle che arbitrario”.
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