Politica
Sicurezza anticovid. Ancisi: "Guadagnano 4,70 euro all'ora i 'controllori' agli ingressi ospedalieri"
I sindacati chiedono un aumento a 6,50 euro. E il capogruppo di Lista per Ravenna pone la questione in una interrogazione al sindaco e presidente della Provincia, De Pascale
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28 gennaio 2021 - Il personale anticovid che si trova agli ingressi ospedalieri viene pagato 4,70 euro all’ora. I sindacati chiedono un aumento a 6,50 euro. E Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna, pone la questione in una interrogazione al sindaco e presidente della Provincia De Pascale, che, in quanto tale, è anche presidente della Conferenza territoriale socio-sanitaria, organo di indirizzo politico-amministrativo dell’AUSL Romagna.
Le assunzioni avvengono in questo modo. “Intercent-ER – spiega Ancisi - è l'agenzia regionale che funge da centrale di appalto e di acquisto di beni e servizi a uso pubblico. Tra le 109 proprie convenzioni in essere figura, frazionata in sette maxi lotti, quella per i “Servizi di vigilanza armata, portierato e servizi di controllo”, attivata dopo gara d’appalto il 19 giugno scorso, per due anni, con le società RTI G.S.A. di Udine (capofila) e la cooperativa CO.L.SER di Parma.
“Sembra quasi per ironia – commenta Ancisi - che, nella legenda visibile sul sito internet dell’agenzia, questa convenzione figuri con il simbolo di “Iniziativa con requisiti di sostenibilità sociale”, almeno osservando cosa sia successo con il lotto n. 6 Servizio di portierato e servizi ausiliari per le Amministrazioni delle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini.
Il lotto impegna, solo come steward collocati nei principali 56 punti di accesso alle strutture ospedaliere o sanitarie dell’AUSL Romagna, oltre 200 lavoratori a tempo pieno, appositamente formati, di cui una sessantina a Ravenna, dedicati all’orientamento e alla disciplina degli utenti in ingresso e ad applicar loro le misure di prevenzione e diffusione dell’infezione da Covid 19” (Personale di controllo all'ingresso degli ospedali per aumentare la sicurezza anti-Covid).
Ancisi sottolinea ciò che scrive Marinella Melandri, segretaria generale della CGIL Ravenna: questa "convenzione, predisposta da Intercenter e utilizzata dall'AUSL significa avere lavoratori con funzione di portierato anche a 4,70 euro… Se la convenzione per appalti per le pubbliche amministrazioni produce quello che è successo a Ravenna c'è qualcosa che non va. Non può essere che un lavoratore a tempo pieno abbia un compenso simile al reddito di cittadinanza”.
“Alla convenzione può avere aderito – dichiara Ancisi - come ha fatto per esempio anche l’Agenzia per l’Ambiente ARPAE, o tuttora può aderire, qualsiasi altra pubblica amministrazione della Romagna”. E chiede a De Pascale "se intende rappresentare in sede regionale, a nome dei Comuni della Romagna, l’inadeguatezza di un sistema di appalti pubblici che produce mal trattamenti dei lavoratori come questo, al limite dell’abuso; se abbiano aderito alla convenzione, riguardo al lotto 'Servizio di portierato e servizi ausiliari', anche attività di portierato o ausiliarie del Comune di Ravenna o di soggetti pubblici suoi partecipati; nel caso, se e come intenda operare per rimediarvi; e comunque, se ritiene di disporre che per nessuna esigenza del genere si ricorra a personale “somministrato”, tramite simili inter-mediazioni, come un pacco, non come persona con dignità di lavoratore o lavoratrice a tempo pieno”.
© copyright la Cronaca di Ravenna
Le assunzioni avvengono in questo modo. “Intercent-ER – spiega Ancisi - è l'agenzia regionale che funge da centrale di appalto e di acquisto di beni e servizi a uso pubblico. Tra le 109 proprie convenzioni in essere figura, frazionata in sette maxi lotti, quella per i “Servizi di vigilanza armata, portierato e servizi di controllo”, attivata dopo gara d’appalto il 19 giugno scorso, per due anni, con le società RTI G.S.A. di Udine (capofila) e la cooperativa CO.L.SER di Parma.
“Sembra quasi per ironia – commenta Ancisi - che, nella legenda visibile sul sito internet dell’agenzia, questa convenzione figuri con il simbolo di “Iniziativa con requisiti di sostenibilità sociale”, almeno osservando cosa sia successo con il lotto n. 6 Servizio di portierato e servizi ausiliari per le Amministrazioni delle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini.
Il lotto impegna, solo come steward collocati nei principali 56 punti di accesso alle strutture ospedaliere o sanitarie dell’AUSL Romagna, oltre 200 lavoratori a tempo pieno, appositamente formati, di cui una sessantina a Ravenna, dedicati all’orientamento e alla disciplina degli utenti in ingresso e ad applicar loro le misure di prevenzione e diffusione dell’infezione da Covid 19” (Personale di controllo all'ingresso degli ospedali per aumentare la sicurezza anti-Covid).
Ancisi sottolinea ciò che scrive Marinella Melandri, segretaria generale della CGIL Ravenna: questa "convenzione, predisposta da Intercenter e utilizzata dall'AUSL significa avere lavoratori con funzione di portierato anche a 4,70 euro… Se la convenzione per appalti per le pubbliche amministrazioni produce quello che è successo a Ravenna c'è qualcosa che non va. Non può essere che un lavoratore a tempo pieno abbia un compenso simile al reddito di cittadinanza”.
“Alla convenzione può avere aderito – dichiara Ancisi - come ha fatto per esempio anche l’Agenzia per l’Ambiente ARPAE, o tuttora può aderire, qualsiasi altra pubblica amministrazione della Romagna”. E chiede a De Pascale "se intende rappresentare in sede regionale, a nome dei Comuni della Romagna, l’inadeguatezza di un sistema di appalti pubblici che produce mal trattamenti dei lavoratori come questo, al limite dell’abuso; se abbiano aderito alla convenzione, riguardo al lotto 'Servizio di portierato e servizi ausiliari', anche attività di portierato o ausiliarie del Comune di Ravenna o di soggetti pubblici suoi partecipati; nel caso, se e come intenda operare per rimediarvi; e comunque, se ritiene di disporre che per nessuna esigenza del genere si ricorra a personale “somministrato”, tramite simili inter-mediazioni, come un pacco, non come persona con dignità di lavoratore o lavoratrice a tempo pieno”.
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