RAVENNA FESTIVAL/ L’ultimo Morricone in prima assoluta alla Rocca | la CRONACA di RAVENNA

RAVENNA FESTIVAL/ L’ultimo Morricone in prima assoluta alla Rocca

Sono del grande compositore le musiche per la pièce di Valerio Cappelli con Sergio Castellitto e Isabella Ferrari, in programma questa sera

09 luglio 2020 - La lieta aspettativa della prima è stata funestata dall’inattesa scomparsa di Ennio Morricone, che per Valerio Cappelli, l’autore della pièce teatrale “Ci sono giorni che non accadono mai”, in programma questa sera alla Rocca Brancaleone per il Ravenna Festival, “era come un padre. Avevamo un legame fortissimo fin da quando ero un ragazzino”. Ma the show must go on, sempre e comunque, e la serata di oggi sarà un’occasione per ricordare una volta di più il grande compositore scomparso.
Valerio Cappelli, giornalista di cultura e spettacolo con una particolare predilezione per la musica classica, è una firma di punta del Corriere della Sera, ma anche un autore di successo. “
"Ci sono giorni che non accadono mai”, nato in un mese durante l’isolamento per il Covid-19, è il suo lavoro più recente e sarà interpretato da due attori celebri: Sergio Castellitto, che cura anche la regia, e Isabella Ferrari. Abbiamo rivolto all’autore qualche domanda sullo spettacolo.
Valerio Cappelli, com’è nato questo lavoro?
“Come un gioco. Ho cominciato a scrivere durante la fase 1 del lockdown e non sapevo che ne sarebbe venuta fuori una pièce. L’ho fatta leggere a due registi miei amici, Damiano Michieletto e Paolo Taviani, e loro mi hanno incoraggiato. Poi, durante un’intervista, ho detto a Sergio Castellitto che avevo scritto un testo teatrale, lui ha accettato di leggerlo e il giorno dopo mi ha telefonato dicendomi: lo faccio io.
Il ruolo della protagonista è quello di una donna del Nord senza troppa cultura ma molto carnale: Sergio e io abbiamo subito pensato a Isabella Ferrari, in netto contrasto con l’immagine sofisticata che lei rimanda nel cinema d’autore. Quando le ho sottoposto il testo, lei si è presa un giorno per leggerlo e poi mi ha telefonato e mi ha detto: me lo sono bevuto come un Martini, quella donna sono io. Da parte sua, Ennio Morricone ha scritto una musica in parte epica e in parte malinconica che rispecchia pienamente lo spirito del testo.”

L’hai definito “thriller dell’anima”. Perché?
“È un viaggio mentale tra due persone, due disperati che si erano conosciuti anni prima su Facebook e poi hanno continuato a sentirsi ogni tanto; lei è un’estetista del Nord, lui un intellettuale che vive a Roma. Si confidano il disagio con i rispettivi partner e da qui nasce un’intesa che è di carattere sessuale: le due chiavi del testo sono l’erotismo e una certa ilarità che lo stempera per non cadere nella volgarità.
I due non si vedono di persona e non si vedranno mai, prima a causa del lockdown e poi per motivi che preferisco non rivelare in anticipo. Insomma, la storia è su due anime corrose dalla solitudine, su uno sfondo cupo che è quello dell’isolamento per il Covid-19, che viene evocato ma con riferimenti leggeri.”

Negli ultimi anni Sergio Castellitto non aveva lavorato in teatro, vero?

“È così. ‘Ci sono giorni che non accadono mai’, di cui firma anche la regia, è il suo ritorno alle scene dopo quindici anni. Tra l’altro, è la prima volta che recita in un lavoro teatrale con Isabella Ferrari. Le prove le hanno fatte a distanza, collegandosi su Skype.”

Domani “Ci sono giorni che non accadono mai” andrà a Torre del Lago per il Festival Puccini, con cui il Ravenna Festival l’ha coprodotto. Ci sono altre date previste?

“Abbiamo avuto offerte da tante altre città, ma bisogna considerare il costo non indifferente dello spettacolo: finché la capienza massima delle sale sarà limitata a duecento spettatori, la spesa sarà difficilmente affrontabile. A Torre del Lago, invece, i posti agibili sono mille: il Gran Teatro Puccini a pieno regime ne avrebbe quattromila.”

Patrizia Luppi


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