Sopra le righe
"Intrigo alla Baiona", un dono dell'associazione Dis-ORDINE
Un raro reperto della creatività ravennate, girato integralmente a Ravenna nel 1960. Un film ideato e interpretato da ravegnani, fra i quali anche Giuliano Simoncelli e Vittorio Tabanelli, ex-allievi dell’Istituto d’Arte per il Mosaico di Ravenna
27 dicembre 2021 - "Intrigo alla Baiona" è un dono dell’Associazione Dis-ORDINE, un raro reperto della
creatività ravennate, girato integralmente a Ravenna nel 1960, ritrovato
grazie a Lia. È un
film ideato e interpretato da ravegnani, con luoghi e interpreti da riconoscere, fra i quali anche Giuliano
Simoncelli e Vittorio Tabanelli, ex-allievi dell’Istituto d’Arte per il
Mosaico di Ravenna.
Il 1960 è un anno simbolo come spartiacque fra la fine della ricostruzione postbellica e dei ricordi della guerra e l’inizio del boom economico. A Ravenna la generazione nata durante la guerra senza averla conosciuta si affaccia al protagonismo della piazza dove si ritrovano i figli di quella piccola borghesia di professionisti che iniziavano i loro percorsi di studi superiori e di primi impieghi. La Sarom e l’Anic erano in funzione da anni, giganteschi testimoni della scarsità di imprenditori locali.
E così si andava al cinema a qualsiasi ora del giorno e la televisione si era da pochi anni installata nelle case del ceto medio stimolando fantasie di sceneggiatori e registi improvvisati in attesa dei primi super8.
Il vulcanico Roberto (Bettoli), lui ragioniere e agitatore di piccole imprese caserecce, organizza un ‘filmino’ con gli amici della piazza un giallo in cui impersona il commissario di polizia che sgominerà la gang guidata dal ‘feroce’ Paolo Bagnoli.
È presente la generazione di ventenni di una Ravenna ‘americana’ del Jazz ‘importato’ da Carlo Bubani e del basket guidato da Mario Lelli; la prima generazione insomma di numerosi diplomati e laureati come base di una Ravenna che esce dall’isolamento, ma che non riuscirà ancora a colmare il gap con le ‘consorelle’ della via Emilia.
Una Ravenna che ha nelle nebbie della Baiona il centro dell’immagine misteriosa delle sue acque e nell’ufficio della Toro Assicurazioni sopra al celebre Bar Ferrari la sede della banca rapinata…
Ci si divertiva con poco, ma erano i primi protagonismi della prima generazione di una Ravenna diversa… che forse è ancora un po’ così, defilata e sorniona.
Franco Chiarini
© copyright la Cronaca di Ravenna
Il 1960 è un anno simbolo come spartiacque fra la fine della ricostruzione postbellica e dei ricordi della guerra e l’inizio del boom economico. A Ravenna la generazione nata durante la guerra senza averla conosciuta si affaccia al protagonismo della piazza dove si ritrovano i figli di quella piccola borghesia di professionisti che iniziavano i loro percorsi di studi superiori e di primi impieghi. La Sarom e l’Anic erano in funzione da anni, giganteschi testimoni della scarsità di imprenditori locali.
E così si andava al cinema a qualsiasi ora del giorno e la televisione si era da pochi anni installata nelle case del ceto medio stimolando fantasie di sceneggiatori e registi improvvisati in attesa dei primi super8.
Il vulcanico Roberto (Bettoli), lui ragioniere e agitatore di piccole imprese caserecce, organizza un ‘filmino’ con gli amici della piazza un giallo in cui impersona il commissario di polizia che sgominerà la gang guidata dal ‘feroce’ Paolo Bagnoli.
È presente la generazione di ventenni di una Ravenna ‘americana’ del Jazz ‘importato’ da Carlo Bubani e del basket guidato da Mario Lelli; la prima generazione insomma di numerosi diplomati e laureati come base di una Ravenna che esce dall’isolamento, ma che non riuscirà ancora a colmare il gap con le ‘consorelle’ della via Emilia.
Una Ravenna che ha nelle nebbie della Baiona il centro dell’immagine misteriosa delle sue acque e nell’ufficio della Toro Assicurazioni sopra al celebre Bar Ferrari la sede della banca rapinata…
Ci si divertiva con poco, ma erano i primi protagonismi della prima generazione di una Ravenna diversa… che forse è ancora un po’ così, defilata e sorniona.
Franco Chiarini

© copyright la Cronaca di Ravenna
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