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Ravenna Festival, nel nome di Mozart l'incontro di due eccezionali Stradivari
Domenica 27 giugno alla Rocca Brancaleone Leonidas Kavakos e Antoine Tamestit con la 'Cherubini'
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26 giugno 2021 - Metti insieme due dei solisti più virtuosi della scena internazionale e due antichi e inestimabili Stradivari: il risultato è quello di cui il pubblico di Ravenna Festival potrà godere domenica 27 giugno, alle 21.30, nello spazio suggestivo della Rocca Brancaleone, deputato anche in questa XXXII edizione agli appuntamenti sinfonici.
Sul palcoscenico saliranno, insieme all’Orchestra Luigi Cherubini, Leonidas Kavakos, ovvero il “violinista dei violinisti”, come è stato soprannominato il musicista ateniese, qui nella doppia veste di solista e direttore d’orchestra, e Antoine Tamestit, violinista francese acclamato in tutto il mondo.
Imbracciando rispettivamente un violino Stradivari “Willemotte”, costruito nel 1734 quando il leggendario liutista aveva ormai 90 anni, e una viola detta “Mahler” che è la prima (e una delle pochissime) creata invece da un giovane Antonio Stradivari agli inizi della carriera, nel 1672, ancora influenzato dal maestro Amati.
Come a riassumere idealmente nello spazio di un concerto l’irripetibile epopea creativa del più celebre, quasi mitico, costruttore di strumenti di ogni tempo. Un incontro che si celebra nel nome di Mozart, con la sua Sinfonia concertante in mi bemolle maggiore per violino, viola e orchestra K 364, mentre il concerto si completa con l’affresco sonoro della Sinfonia n. 8 in sol maggiore op. 88 di Antonín Dvorák.
L’evento è possibile grazie al sostegno di Pirelli.
© copyright la Cronaca di Ravenna
Sul palcoscenico saliranno, insieme all’Orchestra Luigi Cherubini, Leonidas Kavakos, ovvero il “violinista dei violinisti”, come è stato soprannominato il musicista ateniese, qui nella doppia veste di solista e direttore d’orchestra, e Antoine Tamestit, violinista francese acclamato in tutto il mondo.
Imbracciando rispettivamente un violino Stradivari “Willemotte”, costruito nel 1734 quando il leggendario liutista aveva ormai 90 anni, e una viola detta “Mahler” che è la prima (e una delle pochissime) creata invece da un giovane Antonio Stradivari agli inizi della carriera, nel 1672, ancora influenzato dal maestro Amati.
Come a riassumere idealmente nello spazio di un concerto l’irripetibile epopea creativa del più celebre, quasi mitico, costruttore di strumenti di ogni tempo. Un incontro che si celebra nel nome di Mozart, con la sua Sinfonia concertante in mi bemolle maggiore per violino, viola e orchestra K 364, mentre il concerto si completa con l’affresco sonoro della Sinfonia n. 8 in sol maggiore op. 88 di Antonín Dvorák.
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