Creatività, capacità e competenza: il Ravenna Festival riparte in grande stile | la CRONACA di RAVENNA

Creatività, capacità e competenza: il Ravenna Festival riparte in grande stile

Grazie all’impegno di una squadra compatta e capace, nel periodo più penalizzato dal Coronavirus è stato ideato un programma di alta qualità

05 giugno 2020 - Entusiasmo, solidarietà, passione, fiducia: sentimenti ed emozioni hanno dominato la nuova presentazione del 31° Ravenna Festival. Cosa del tutto comprensibile, perché questa un’edizione della manifestazione che ha del miracoloso, progettata e organizzata nei mesi più cupi delle restrizioni per il Coronavirus, con un cartellone che è in gran parte rinnovato rispetto a quello annunciato nel dicembre scorso, ma non ha nulla da invidiare a quelli delle passate edizioni.

Il merito va a una squadra fuori dell’ordinario e strettamente unita negli obiettivi comuni, dal sovrintendente Antonio De Rosa ai due direttori artistici Angelo Nicastro e Franco Masotti a tutte le persone che a vario titolo si impegnano con grande dedizione per la manifestazione ravennate. Proprio nella presentazione di dicembre, quando rassegnò le dimissioni dalla carica di presidente, Cristina Mazzavillani Muti disse di sentirsi come una mamma per il Festival, che aveva fondato nel 1990 e di cui è stata l’anima per trent’anni: come le madri migliori, ha portato la sua creatura a crescere forte e autonoma e lo si è visto come mai prima in questa grande prova di compattezza, di lungimiranza e di coraggio.

Riccardo Muti, da parte sua, continua a credere nel Festival e lo dimostra con ben tre presenze nella manifestazione di quest’anno: il concerto inaugurale del 21 giugno, quello per le Vie dell’amicizia (dedicato alla Siria e in particolare all’attivista Hevrin Khalaf, assassinata il 12 ottobre 2019) il 3 luglio con replica il 5 a Paestum, in programma la Sinfonia n. 3 ”Eroica” di Beethoven, e quello del 12, solista il violoncellista Tamas Várga, sempre con l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini.
L’apporto di Muti è un preziosissimo atout per la manifestazione ed è per gran parte anche grazie a lui se il Ravenna Festival è rinomato nel mondo.

Altri celebri artisti e personaggi di vario genere hanno dimostrato, dal canto loro, solidarietà nei confronti del Festival garantendo la loro partecipazione, tra gli altri i direttori d’orchestra Valery Gergiev e Iván Fischer, il violoncellista Mario Brunello, la giovane ma già affermata pianista Beatrice Rana, gli attori Sergio Castellitto, Isabella Ferrari e Neri Marcorè, previsti tutti in appuntamenti alla Rocca Brancaleone, mentre a Cervia si presenteranno tra gli altri il giornalista Massimo Gramellini, l’architetto Stefano Boeri, lo scrittore Roberto Cotroneo e – in una serata che è facile prevedere farà il pieno di pubblico – la virologa Ilaria Capua e il giornalista Gad Lerner in un dialogo intorno alla pandemia.

Fin dai primi anni, è sempre stata evidente la vocazione multidisciplinare del Festival, dalla musica al teatro, dalla danza al cinema ad altro ancora; in passato, come molti ravennati ricorderanno, fu per esempio coinvolto il mondo dell’atletica.
Quest’anno teatro, danza e cinema saranno presenti in cartellone, ma in più la musica farà da contraltare alla letteratura, all’architettura, alla scienza e al giornalismo negli appuntamenti di Cervia all’ombra dell’incantevole pineta, mentre a Lugo sarà la musica nuova, da Brunori SAS a Stefano Bollani, a riempire l’ampio spazio del settecentesco Pavaglione.
Saranno doverosamente celebrati gli anniversari del 2020: il 250° della nascita di Ludwig van Beethoven, gli ottant’anni di Mina, il centenario della nascita di Arturo Benedetti Michelangeli. Per ricordare questo gigante della tastiera è stato prescelto un giovanissimo, l’appena diciassettenne pianista ravennate Domenico Bevilacqua, studente del Conservatorio cittadino.

Dal Ravenna Festival non ci aspettavamo certo un cartellone messo insieme alla meglio tanto per salvare la situazione; ma quello che è stato presentato va oltre ogni aspettativa, grazie alla creatività, alla competenza e alla capacità produttiva e organizzativa che sono state messe in campo; d’altronde sono queste, da sempre, le risorse fondanti della manifestazione.

Patrizia Luppi


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