La difficile estate di Bronson e Hana-Bi | la CRONACA di RAVENNA

La difficile estate di Bronson e Hana-Bi

Ne parliamo con Christopher Angiolini, organizzatore, direttore artistico, gestore e fondatore di realtà storiche e ideatore di festival internazionali come Transmissions e Beaches Brew

03 giugno 2020 - Dopo oltre due mesi il lockdown è stato in gran parte ridotto, ma resta in vigore come sappiamo l’interruzione di praticamente tutte le attività aggregative e di spettacolo dal vivo. Quali sono dunque la situazione e il futuro del sistema cultura cittadino? Ne parliamo con Christopher Angiolini, organizzatore, direttore artistico, gestore e fondatore di realtà storiche come il Bronson a Madonna dell’Albero e lo stabilimento balneare Hana-Bi a Marina di Ravenna, nonché ideatore di festival internazionali quali Transmissions o Beaches Brew.

Chris, il festival Beaches Brew è stato ufficialmente annullato. Come sarà l'estate dell'Hana-Bi, che ha fondato molto la propria attività sulla musica live?
«Sarà sicuramente un'estate diversa dalle altre. Per ora ci aspetta appunto un'estate senza musica e senza eventi, ma speriamo che andando avanti qualcosa possa cambiare, specialmente se non ci saranno ricadute per quanto riguarda il contagio. A giudicare dai protocolli entrati in vigore negli ultimi giorni, tutto sommato se arriveranno gli aiuti promessi da parte di Stato, Comune, Regione e con un po' di buonsenso da parte di tutti, potrebbe non essere quel disastro annunciato a cui stavamo andando incontro, ma non sarà certamente semplice sopravvivere in questa situazione, dopo aver perso anche i ponti di primavera. Ci saranno tante novità nei servizi che dovranno favorire il distanziamento, che forse potrebbero tornare utili anche per gli anni a venire. Mi riferisco ad esempio al delivery sotto l’ombrellone.

Come immagini potrà essere, tra qualche mese, il festival Transmissions?
«A oggi è davvero difficilissimo immaginare un festival previsto per la fine di novembre. È piuttosto evidente come i protocolli siano in continua evoluzione. In questo momento però in termini di pubblico spettacolo le incertezze sono ancora enormi. Sicuramente anche Transmissions andrà ripensato, e si dovranno coinvolgere maggiormente le eccellenze locali e forse ci si potrebbe spostare sulla produzione di contenuti attraverso residenze, registrazioni e pubblicazioni. Vedremo. Al momento sono solo suggestioni».

Nel 2021 sarà tutto come prima? Ossia, Beaches Brew, per dire, credi si svolgerà esattamente come prima o certe situazioni affollate saranno difficili anche tra un anno?

«Credo che non lo sappia veramente nessuno, ma non posso che augurarmi che questa situazione sia temporanea e che si possa tornare alla socialità come la conoscevamo, anche se alcuni comportamenti potrebbero sicuramente evolversi».

Da imprenditore, non solo culturale, che sensazioni hai in merito alla ripartenza cittadina? Davvero è possibile che molte imprese non ce la faranno a riaprire?
«Purtroppo a oggi lo Stato non ha ancora creato le condizioni per la sopravvivenza dei settori Commercio-Turismo-Spettacolo. Sicuramente il governo locale è al lavoro per favorire le condizioni della ripresa, ma non credo che tutto questo sia ancora sufficiente. Per ora sono arrivati solamente i 600 euro e le casse integrazione dei dipendenti sono colpevolmente troppo basse, rispetto alle aspettative. Anche accedere ai finanziamenti per cifre superiori ai 25mila euro è piuttosto complicato, nonostante le tanto sbandierate garanzie dello Stato, senza contare che si tratterebbe comunque di ulteriore indebitamento. Sì, purtroppo qualcuno potrebbe decidere di lasciar perdere, non si pensa mai abbastanza quanto sia difficile la sopravvivenza di una piccola impresa in Italia».

Cambierà secondo te il ruolo dei lavoratori a contatto col pubblico? Nel senso, sarà più difficile trovare personale o no?
«Sicuramente, nonostante tutte le procedure di sicurezza, il ruolo del lavoratore a contatto con il pubblico cambierà. Visto il periodo di grande difficoltà però, e la conseguente necessità di garantirsi un posto di lavoro, non credo che sarà più difficile di prima trovare personale, però qualche legittima preoccupazione subentrerà certamente».

Alessandro Fogli



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