Cronaca
La riconoscenza dei bambini bielorussi: donato alla Pediatria un visore per la sedazione
Da 25 anni dopo l'incidente nucleare di Chernobyl sono stati accolti nelle famiglie ravennati. È un dispositivo che nelle procedure dolorose immerge i piccoli e gli adolescenti in un ambiente con musiche, testi, immagini e voci positive
Ravenna-Belarus opera da anni nell’accoglienza dei bambini e ragazzi bielorussi e nel volontariato internazionale di solidarietà nel loro paese. Dopo l’incidente di Chernobyl nel 1999 un gruppo di famiglie del territorio ravennate non è rimasta indifferente agli effetti provocati dal disastro nucleare e ha deciso di “prendersi cura” della sofferenza dei più piccoli, che rappresentavano la parte più esposta e fragile della popolazione.
Da quel momento le famiglie che hanno aderito al progetto sono diventate dei punti di riferimento con un obiettivo comune: intraprendere insieme ai piccoli ospiti un percorso di “buona vita”.
Con l’aiuto di psicologi e assistenti sociali e attraverso una formazione continua delle famiglie sono state valorizzate la memoria storica e l’identità socio-culturale di ogni bambino/adolescente coinvolto.
I soggiorni dei ragazzi bielorussi accolti a Ravenna non sono mai stati solo vacanze ma anche formazione, orientamento al lavoro, laboratori, corsi e stage. Tanti progetti e attività (laboratori, assistenza dei bambini con patologie croniche, supporto alle famiglie) sono stati realizzati direttamente anche in Bielorussia.
Le contingenze politiche attuali e il dramma della guerra rendono difficile in questo momento portare avanti nuovi progetti di cooperazione e portare a termine quelli già in corso. L’Associazione in questi ultimi anni si sta prendendo cura di altre situazioni difficili: in Siria durante il terremoto, in Ucraina con l’invio di aiuti umanitari e a Ravenna a sostegno delle famiglie ospitate nella nostra città, oltre che nel territorio romagnolo durante l’alluvione dello scorso anno.
Tenendo conto di questo percorso solidale Ravenna-Belarus ha deciso di donare il visore digitale per la sedazione di bambini e adolescenti; questo dono infatti ha una precisa analogia e relazione con l’esperienza di questi anni di “dono per il bene della vita dei bambini”.
La donazione è avvenuta alla presenza del direttore della Pediatria di Ravenna, dott. Federico Marchetti, della presidente dell’Associazione Ravenna-Belarus, dott.ssa Giuseppina Torricelli, del Prefetto di Ravenna, dott. Castrese De Rosa, del vicesindaco del Comune di Ravenna, dell’Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Ravenna, della Direzione del Presidio Ospedaliero di Ravenna, dell’equipe medica e infermieristica del reparto e di alcuni volontari dell’Associazione.
“Il sistema audio visivo (Hypno VR) che è stato donato - ha sottolineato il dott. Marchetti - è un passo avanti rilevante per raggiungere l’obiettivo di ridurre il più possibile le emozioni negative che nascono da manovre invasive”. Il sistema immerge bambini e adolescenti in un ambiente sonoro e visivo ipnotico: musiche, testi, immagini e voci si alternano e si sovrappongono consentendo di stimolare i sensi, di concentrarsi sulla risoluzione positiva di quanto si sta verificando in corso di procedure dolorose o che possono determinare un ricordo non piacevole.
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