Cultura
Riccardo Muti: dalla Trilogia ai Wiener Philharmoniker
L’11 maggio inaugurerà il 35esimo Ravenna Festival con l’Orchestra viennese. Grande successo per le serate di dicembre che hanno messo in risalto il giovane digital artist Svccy
L’occasione di riascoltare qui i Wiener Philharmoniker diretti da Riccardo Muti è ora molto vicina: il Ravenna Festival ha infatti annunciato che l’inaugurazione della prossima edizione avverrà proprio nel loro nome, sabato 11 maggio al Pala De André, con la Sinfonia n. 35 “Haffner” di Mozart e la Sinfonia n. 9 “La grande” di Schubert. Il 35esimo Festival si ripresenterà quindi con un intervallo di pochissimi mesi, e con notevole impegno organizzativo, dopo l’ultima edizione, che si è conclusa il 22 dicembre al Teatro Alighieri con l’ultima serata della Trilogia. Una Trilogia affidata integralmente a Muti, sul podio della Norma di Bellini, del Nabucco di Verdi e di un gala verdiano con interpreti di rango.
Programmata in date che hanno contribuito a rilanciare l’offerta turistica della città nel periodo prenatalizio (scontato il tutto esaurito all’Alighieri, vista l’eccezionalità dell’occasione), con tanti spettatori dall’estero – molti fedelissimi – e da altre città italiane, la Trilogia, premiata da un fervido successo in tutte le serate, è stata tra l’altro l’occasione per mettere in luce il talento di un giovanissimo ravennate: il 26enne digital artist Matteo Succi, in arte Svccy, che ha creato scenografie di immagini e luci sempre cangianti, fantasiose e suggestive con l’apporto del visual programmer Davide Broccoli e della lighting designer Eva Bruno.
Con il palcoscenico del Teatro completamente occupato dal magnifico Coro del Teatro Municipale di Piacenza preparato da Corrado Casati, dall’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, splendida anch’essa in tutte le serate, da Muti e dai cantanti disposti ai lati, le opere si sono tenute praticamente in forma di oratorio: pochi gesti degli interpreti, ma l’opulenta creatività di Svccy a ricoprire e reinterpretare ogni spazio scenico. Riccardo Muti, che ha offerto come sempre interpretazioni illuminanti, ama lavorare con i giovani e l’ha dimostrato ancora una volta in questo caso, non solo dando fiducia al digital artist ravennate, non solo con la sua Orchestra Cherubini forgiata nella sua immensa arte direttoriale, ma anche con cantanti all’avvio della carriera accanto ad altri già ammirati in tutto il mondo: tra questi ultimi, Ildar Abdrazakov, grande Boris Godunov scaligero nel 2022, che ha incantato nel gala verdiano del 22 dicembre.
Ricorderemo in particolare, tra i cantanti, la nitida, fluida e precisa vocalità di Lidia Fridman, gli accenti umanissimi di Serban Vasile e la dignità sapiente di Evgeny Stavinsky in Nabucco; per Norma, oltre alla giovane protagonista Monica Conesa, ricca di doti vocali ma ancora da affinare nella sensibilità interpretativa, merita una citazione speciale Paola Gardina, che ha sostituito molto lodevolmente l’indisposta Eugénie Joneau nel ruolo di Adalgisa alla seconda rappresentazione. Tra i cantanti del gala, con nomi come Rosa Feola e Luca Micheletti, una giovane molto promettente che ha già calcato il palcoscenico dell’Alighieri durante un’edizione dell’Italian Opera Academy di Muti, Juliana Grigoryan.
Il gala verdiano è stato replicato al Teatro Verdi di Busseto il 23 dicembre, con Riccardo Zanellato invece che Abdrazakov, per sostenere la Villa Verdi di Sant’Agata. La serata sarà trasmessa in streaming gratuito sul sito ravennafestival.live sabato 27 gennaio 2024, in occasione dell'anniversario della morte di Giuseppe Verdi.
Patrizia Luppi
© copyright la Cronaca di Ravenna