Cultura
Biennale del Mosaico/ Al Molino Lovatelli la mostra "Porta Futurista". L'INTERVISTA
Inaugurata venerdì 13 ottobre con un folto pubblico, tra cui molti giovani. Beatrice Bassi: «Questo è un luogo magico, dove si respirano atmosfere uniche»
14 ottobre 2023 - Architettura antica e mosaico contemporaneo hanno preso vita insieme ieri sera all’inaugurazione della mostra Porta Futurista, evento della Biennale del Mosaico.
L’affascinante Molino Lovatelli, importante esempio di archeologia industriale documentato fin dal 1237, il più importante della città, situato appena fuori dalle antiche mura, ha ospitato la mostra che presenta per la prima volta in Italia il lavoro di Pomme de Boue, il collettivo anonimo formatosi nel 2018 e originario dell’Ucraina. Il gruppo vive e lavora a Montpellier in Francia.
Come dichiara Beatrice Bassi, il Molino Spadoni ha intenzione di far vivere il Molino Lovatelli, di cui oggi è proprietario, come un luogo di cultura e storia aperto alla città e alla collettività.
«La mostra – commenta - è una grande emozione con tantissimi significati. Innanzitutto, che l'alluvione ha creato difficoltà, ma non ci ha spezzati. Questo è un luogo magico, dove si respirano atmosfere uniche».
Bassi sottolinea che «il mini progetto di restauro del Molino Lovatelli è il risultato della collaborazione creatasi con l'amministrazione comunale e i ragazzi del collettivo Pomme de Boue, che in poco tempo si sono dimostrati comunque attenti, pratici e concreti. Abbiamo costruito una grande squadra, dal nostro muratore all'assessore comunale, abbiamo lavorato tutti insieme per creare questo piccolo spazio che spero gratifichi i visitatori e anche la collettività».
A breve, il Molino Spadoni avvierà un’importante opera di restauro, che preserverà e restituirà la magnificenza del Lovatelli.
© copyright la Cronaca di Ravenna
L’affascinante Molino Lovatelli, importante esempio di archeologia industriale documentato fin dal 1237, il più importante della città, situato appena fuori dalle antiche mura, ha ospitato la mostra che presenta per la prima volta in Italia il lavoro di Pomme de Boue, il collettivo anonimo formatosi nel 2018 e originario dell’Ucraina. Il gruppo vive e lavora a Montpellier in Francia.
Come dichiara Beatrice Bassi, il Molino Spadoni ha intenzione di far vivere il Molino Lovatelli, di cui oggi è proprietario, come un luogo di cultura e storia aperto alla città e alla collettività.
«La mostra – commenta - è una grande emozione con tantissimi significati. Innanzitutto, che l'alluvione ha creato difficoltà, ma non ci ha spezzati. Questo è un luogo magico, dove si respirano atmosfere uniche».
Bassi sottolinea che «il mini progetto di restauro del Molino Lovatelli è il risultato della collaborazione creatasi con l'amministrazione comunale e i ragazzi del collettivo Pomme de Boue, che in poco tempo si sono dimostrati comunque attenti, pratici e concreti. Abbiamo costruito una grande squadra, dal nostro muratore all'assessore comunale, abbiamo lavorato tutti insieme per creare questo piccolo spazio che spero gratifichi i visitatori e anche la collettività».
A breve, il Molino Spadoni avvierà un’importante opera di restauro, che preserverà e restituirà la magnificenza del Lovatelli.
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