Economia
MALTEMPO/ Coldiretti: «Campi sott'acqua tra burocrazia e incuria»
Le cause: «Norme datate impediscono agli agricoltori di dare il proprio contributo, danni dalle nutrie che troppi ancora difendono, ancora inutilizzabili casse di espansione e reti di canali di scolo già realizzate...»
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«Esondazioni e frane, dalla collina alla bassa pianura, hanno bloccato strade e fermato la circolazione dei treni con fattorie e stalle completamente isolate, vigneti sott’acqua e interi filari di ulivi sradicati dalla furia delle frane che se li sono portati via senza pietà. Intanto – sottolinea Coldiretti - è scattata la solidarietà degli agricoltori delle zone colpite che si sono offerti di ospitare gli sfollati».
Le situazioni più gravi si segnalano nell’alto Faentino, con intere zone di Casola Valsenio e Brisighella isolate dalle frane, evacuazioni ancora in corso nel capoluogo manfredo dove intere aree della città sono finite sotto un metro d’acqua, mentre esondazioni sono in corso a Castel Bolognese e a Bagnacavallo, con il Comune che per via della rottura dell’argine del Lamone ha ordinato l’evacuazione dei residenti nelle zone limitrofe e in Bassa Romagna, in particolare tra Conselice e Massa Lombarda dove a seguito della rottura arginale del Sillaro 60 persone sono state costrette ad abbandonare le proprie case.
“I danni al territorio e purtroppo anche alle persone - commenta il direttore di Coldiretti Ravenna Assuero Zampini - sono da addurre alla scarsa manutenzione del territorio e in particolare degli alvei fluviali con burocrazia in eccesso e norme ormai datate che impediscono agli agricoltori, primi custodi del territorio, di dare il proprio contributo pur avendo forze e mezzi, ma il crollo degli argini - aggiunge il Direttore - è imputabile anche al proliferare della fauna e in particolare degli animali fossatori come le nutrie che ancora in troppi amano difendere e proteggere”.
E sono sempre le lungaggini burocratiche a finire nel mirino del presidente di Coldiretti Ravenna, Nicola Dalmonte: “Abbiamo infrastrutture come casse di espansione e reti di canali di scolo che sono realizzate appositamente per far fronte a questi eventi, afferma il Presidente Dalmonte - e che per assurdi vincoli e lacci burocratici, dopo mesi ed anni dal loro completamento, sono ancora inutilizzabili, questi - commenta il Presidente - sono gli assurdi paradossi che mettono in ginocchio il territorio e il nostro Paese”.
Il livello del fiume Po si è alzato di oltre 1,5 metri nelle ultime 24 ore sotto la spinta della nuova ondata di maltempo che ha colpito la Penisola con precipitazioni intense.
È quanto emerge dal monitoraggio del livello idrometrico effettuato dalla Coldiretti nazionale al Ponte della Becca sugli effetti dell’ultima perturbazione che ha provocato allagamenti, frane e smottamenti nelle campagne.
La situazione più grave in Emilia Romagna dove – evidenzia Coldiretti nazionale - sono scattate evacuazioni di emergenza della popolazione, l’esondazione di fiumi e torrenti ha isolato abitazioni, bloccato strade e fermato la circolazione dei treni con fattorie assediate e bloccate dalla marea di fango, vigneti sott’acqua e interi filari di ulivi sradicati dalla furia delle frane che se li sono portati via senza pietà.
Intanto – sottolinea Coldiretti - è scattata la solidarietà degli agricoltori delle zone colpite che si sono offerti di ospitare gli sfollati.
Con l’ondata di maltempo che ha investito l’Italia salgono i danni provocati dagli effetti dei cambiamenti climatici all’agricoltura che – spiega Coldiretti nazionale - hanno superato i 6 miliardi di euro nell’ultimo anno, una situazione praticamente mai vissuta in Italia con una devastazione che ha colpito le produzioni, dai campi ai frutteti, e le strutture dalle cascine alle serre.
Se la pioggia è attesa per ripristinare le scorte idriche i forti temporali con precipitazioni violente – aggiunge la Coldiretti – peggiorano la situazione anche con frane e smottamenti poiché i terreni secchi non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento.
A fronte di questa situazione climatica – conclude Coldiretti – è quindi necessario intervenire con progetti di lungo respiro che vadano oltre l’emergenza come il piano elaborato dalla Coldiretti con Anbi che punta ad aumentare la raccolta di acqua piovana, oggi ferma all’11%, attraverso la realizzazione di invasi che garantiscano acqua per gli usi civili, per la produzione agricola e per generare energia pulita idroelettrica, aiutando anche la regimazione delle piogge in eccesso nei momenti di maggiori precipitazioni come quello attuale».
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