Liste di attesa e lavoratori allo stremo, la Uil chiede alla Regione di intervenire | la CRONACA di RAVENNA

Liste di attesa e lavoratori allo stremo, la Uil chiede alla Regione di intervenire

"La chiusura del bilancio in perdita comporterebbe il blocco totale di nuove assunzioni e investimenti per tutte le Ausl"

24 giugno 2022 - Appello della Uil ai Consigli comunali in difesa della sanità pubblica. Due i temi in primo piano, liste di attesa e lavoratori allo stremo.
La Uil propone un ordine del giorno alle assemblee elettive di tutti i Comuni della provincia.

Il presupposto è che, a fronte delle spese straordinarie sostenute per la gestione dell’emergenza Covid-19 dalla Regione Emilia-Romagna, al momento ne sono state coperte solo una parte dal Governo, il disavanzo 2021 è stato eccezionalmente coperto con soldi propri della Regione Emilia-Romagna ma tenuto conto che, nel corso del primo quadrimestre del 2022, l’emergenza Covid ha richiesto ulteriore spese ed investimenti per la campagna vaccinale, il disavanzo 2022 potrebbe essere superiore a quello del 2021 “con il rischio di contrarre le prestazioni sanitarie in assenza di copertura dei maggiori costi derivanti dalla gestione della pandemia e che, al momento, non è pervenuta alcuna chiara indicazione dal Governo”.

La chiusura di bilancio in perdita comporterebbe, tra l’altro, il blocco totale di nuove assunzioni e investimenti per tutte le aziende sanitarie della regione.

Questa situazione finanziaria già oggi indebolisce i percorsi legati alla copertura del turn over del personale sanitario e tecnico collocato in riposo pensionistico con il rischio di ritornare alle dotazioni organiche del 2019 che risultano inadeguate agli attuali bisogni di salute dei cittadini, come emerge anche dall’aumento delle liste di attesa per prestazioni specialistiche, diagnostiche e interventi chirurgici programmati nel primo quadrimestre del 2022.

“Considerato che già oggi risultano poco chiari i percorsi legati alla stabilizzazione del personale precario e che già oggi molti servizi di diagnosi, cura ed assistenza vengono svolti chiedendo innumerevoli sacrifici al personale o rivolgendosi a soggetti privati accreditati con un importante impegno economico di risorse pubbliche senza una programmazione di rientro di dette modalità”.

Attraverso l’ordine del giorno, il Consiglio comunale invita la Regione Emilia-Romagna a presentare quanto prima un piano complessivo rispetto ai futuri assetti della sanità regionale che “deve restare pubblica”.

Per questo motivo le singole aziende sanitarie devono essere dotate di risorse sufficienti “affinché siano garantiti i migliori servizi al cittadino e riconosciuti i giusti diritti al personale impegnato in questi ambiti”.

Il Consiglio comunale invita il Consiglio dei ministri “a coprire entro la fine del 2022 le restanti quote di spese sostenute o che si dovessero sostenere a livello regionale per la gestione e le ricadute della crisi covid 19 essendo altresì evidente che l’attuale finanziamento ordinario non può garantire, anche per i sensibili aumenti del costo dell’energia, quel necessario potenziamento della sanità pubblica che la pandemia ha solo accentuato”.


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