Gelati più costosi con il caro energia | la CRONACA di RAVENNA

Gelati più costosi con il caro energia

I commenti di artigiani e supermercati: «I rincari delle materie prime rendono inevitabile ritoccare il prezzo finale»

30 maggio 2022 - L’arrivo del caldo molto anticipato ha già fatto aumentare il consumo di gelato, uno dei dolci preferiti dell’estate di adulti e bambini. Ai più attenti non sarà però sfuggito un dettaglio: i prezzi non sono proprio gli stessi dell’anno scorso. Il gelato costa un po’ di più nelle gelaterie artigianali, anche un bel po’ di più nei supermercati.

Nova Gelaterie di Ravenna ha ritoccato i prezzi lo scorso 2 novembre, con un rialzo del 10% delle vaschette da un chilo che ora costano 22 euro anziché 20 e delle torte gelato salite a 26,60. Invariati invece i prezzi di coni e coppette che partono da un euro, per un solo gusto. Quest’ultima è una soluzione studiata appositamente per soddisfare le esigenze di bambini, anziani o adulti che stanno attenti alla linea.
«Dallo scorso autunno a oggi – spiega il titolare Giulio Bertozzi – ho visto letteralmente lievitare i prezzi dell’energia elettrica, sono passato dallo sborsare 4-5 mila euro in un anno a 25 mila. Certo, ho rafforzato la dotazione dei macchinari, ma non in misura tale da giustificare un rincaro di cinque volte. Lo scorso 20 maggio, sono stato costretto ad aggiustare i prezzi anche di biscotti, brioche e prodotti vari e anche quello delle consegne a domicilio, con un più 50 centesimi a zona, come non accadeva da sei anni a questa parte».
Per il resto Bertozzi non si lamenta, il lavoro c’è, la clientela continua ad apprezzare il gelato, anche se dopo la pandemia ha cambiato le abitudini: oggi, il gelato si mangia preferibilmente intorno alle 18, piuttosto che verso le 20 come una volta. Per questo, sta valutando se cambiare l’orario di apertura.

Un aumento nell’ordine del 10% si è registrato anche da Sbrino – Gelato Naturale dove la vaschetta da un chilo di gelato ora costa 24 euro (anziché 22), mentre il prezzo dei coni è di 3 euro (2 gusti) e di 2 euro per la versione bambini.
Da Mordenti Gelato, il rialzo ha riguardato solo il chilo di gelato che ora è di 22 euro e non più 20, mentre invariato è rimasto il prezzo del cono: 1 euro 50 per un gusto e 2 euro 50 per due gusti. I clienti però, com’è ormai consuetudine, ricevono in omaggio le uova visto che il titolare ha un’azienda agricola che si occupa proprio della loro produzione. «Avere una gelateria bella e buona in centro storico era il mio sogno – racconta Germano Mordenti –. Anche a me, come ai miei clienti, piace gustare questo fresco dolce nelle calde giornate estive. C’è da dire che, a fronte di un evidente rincaro dell’energia elettrica necessaria per frigo e altri macchinari, noi per scelta lavoriamo sulla filiera corta: le uova sono di proprietà e mai pastorizzate, per favorire la qualità, mentre il latte lo acquistiamo direttamente in un’azienda di Conselice».

Girando per i supermercati, non è facile districarsi tra i vari prezzi, anche perché sono iniziate le offerte. Un esempio? La confezione da 6 del Cucciolone Algida, che è sempre costata circa 3-3,30 euro ora costa 4,27 al Despar, 4,62 alla Coop Gallery, 3,49 alla Famila e 2,99 al Superstore Conad.
Dando un’occhiata su Everli, che consente di fare la spesa online nel proprio supermercato preferito, il Barattolino Sammontana da 500 grammi (tipo crema) costa 3,94 alla Coop, 3,77 euro alla Conad, 3,50 all’Eurospar e 3,29 alla Famila.

Va dunque la pena tenere d’occhio l’andamento dei prezzi nei vari supermercati e seguire le promozioni. «Piccoli rincari ci sono stati ma stiamo cercando di contenerli al massimo – afferma Paolo De Lorenzi, titolare di Conad Superstore e La Fontana a Ravenna –. Non è escluso che possano esserci ulteriori ritocchi nelle prossime settimane, ma non supereremo mai la soglia del 10%, senza quindi arrivare al 25-30% di altri supermercati. A incidere, come è ormai noto, sono l’aumento dei costi dell’energia con un +85-90% e anche del packaging con un +15-25%.
Le aziende strutturate e con le spalle più grosse riescono a reggere meglio le situazioni di difficoltà. Ora come ora l’inflazione è al 6%. Guardando al nostro carrello della spesa, si ferma al 2,6-2,9%, la gente consuma un po’ meno o cambia prodotti. Paradossalmente in molti discount, dove notoriamente i prezzi sono più contenuti perché diversi sono i prodotti, l’inflazione è percepita dal consumatore al 7%. In questo tipo di negozio un rialzo da 2 euro a 2,40 è di certo percepito come eccessivo».
r.b.


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