Politica
«Cava di Monte Tondo, tutela dell'ambiente e del lavoro vadano insieme»
Ravenna in Comune chiede che si compiano già da ora i necessari passi per rendere possibile, al momento della chiusura della cava, una transizione a un lavoro sostenibile sia economicamente che ambientalmente per il territorio
07 maggio 2022 - Ravenna in Comune torna a esprimere piena solidarietà con la lotta per salvaguardare la Vena del Gesso e chiede che si compiano contemporaneamente già da ora i necessari passi per rendere possibile, al momento della chiusura della cava, una transizione a un lavoro sostenibile sia economicamente che ambientalmente per il territorio.
«Si tratta dell’ennesimo conflitto che si pone artificialmente tra cittadini in quanto lavoratori in un territorio e cittadini in quanto abitanti in quello stesso territorio.
Il padrone, una multinazionale, la Saint-Gobain, tenta il solito ricatto occupazionale per continuare con il liberistico motto, di “sfruttare tutto quello che si riesce finché conviene e al diavolo il resto”. Se si accoglie la richiesta, allora il lavoro continua come prima per un altro po’. Se non si accetta allora la vallata ne soffrirà. Del fatto che le cave prima o poi debbano cessare il loro lavoro estrattivo e che quindi va programmato, andava fatto da tempo, il “cosa succede dopo”, è cosa che non interessa al padrone. E, come spesso succede, la posizione del padrone è sostenuta anche da chi rappresenta i cittadini in quanto lavoratori, cioè i sindacati, ma anche dalle istituzioni locali».
Per Ravenna in Comune è la stessa situazione che sta vivendo Ravenna a proposito dell'estrazione di gas in Adriatico.
«La Vena del Gesso è difesa da un largo fronte di associazioni e cittadine e cittadini che vede alla sua testa la Federazione Speleologica Regionale dell’Emilia-Romagna.
Come Ravenna in Comune scrivevamo sul nostro programma già nel 2015 che "la nostra idea di sviluppo si fonda sulla convinzione che sia non solo possibile ma conveniente preservare l’ambiente e porlo al centro dei progetti di crescita"».
© copyright la Cronaca di Ravenna
«Si tratta dell’ennesimo conflitto che si pone artificialmente tra cittadini in quanto lavoratori in un territorio e cittadini in quanto abitanti in quello stesso territorio.
Il padrone, una multinazionale, la Saint-Gobain, tenta il solito ricatto occupazionale per continuare con il liberistico motto, di “sfruttare tutto quello che si riesce finché conviene e al diavolo il resto”. Se si accoglie la richiesta, allora il lavoro continua come prima per un altro po’. Se non si accetta allora la vallata ne soffrirà. Del fatto che le cave prima o poi debbano cessare il loro lavoro estrattivo e che quindi va programmato, andava fatto da tempo, il “cosa succede dopo”, è cosa che non interessa al padrone. E, come spesso succede, la posizione del padrone è sostenuta anche da chi rappresenta i cittadini in quanto lavoratori, cioè i sindacati, ma anche dalle istituzioni locali».
Per Ravenna in Comune è la stessa situazione che sta vivendo Ravenna a proposito dell'estrazione di gas in Adriatico.
«La Vena del Gesso è difesa da un largo fronte di associazioni e cittadine e cittadini che vede alla sua testa la Federazione Speleologica Regionale dell’Emilia-Romagna.
Come Ravenna in Comune scrivevamo sul nostro programma già nel 2015 che "la nostra idea di sviluppo si fonda sulla convinzione che sia non solo possibile ma conveniente preservare l’ambiente e porlo al centro dei progetti di crescita"».
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