"Le riserve di gas in Adriatico adesso sono strategiche per l'Italia" | la CRONACA di RAVENNA

"Le riserve di gas in Adriatico adesso sono strategiche per l'Italia"

Approvato in Consiglio comunale un ordine del giorno: devono essere previste nuove concessioni. Voto contrario del M5s

30 marzo 2022 - In una mozione presentata in Consiglio comunale, Chiara Francesconi (PRI), Andrea Vasi (PRI), Daniele Perini (Lista de Pascale Sindaco), Francesca Impellizzeri (Ravenna Coraggiosa), Massimo Cameliani e Lorenzo Margotti (Partito Democratico) chiedono all’amministrazione di sostenere in tutte le sedi la richiesta di riprendere le estrazioni nazionali di gas metano. Istanza che è stata fatta propria sia da gran parte delle organizzazioni sindacali che dal mondo imprenditoriale, in una convergenza che vuole salvaguardare il lavoro e le famiglie di fronte ad un'impennata ormai insopportabile dei prezzi che sta anche determinando l'aumento del consumo di carbone e legname e quindi maggiore inquinamento.

“In questo momento – dicono i consiglieri Cameliani e Margotti - le risorse di gas metano dell'Adriatico assumono grande importanza vista la situazione di continui aumenti delle bollette e dei costi ormai insostenibili per le imprese e le economie familiari. Nuove fonti di energia rinnovabile, destinate a colmare le esigenze di famiglie e imprese e sulle quali è fondamentale continuare a investire per accelerare la transizione energetica, non potranno però essere disponibili nell’immediato".

"Le misure di supporto messe in campo dal Governo per alleviare i costi dell'energia non potranno durare a lungo, perciò il processo di transizione va sostenuto e rafforzato. È necessario predisporre in tempi celeri una politica energetica e industriale che tenga conto dei rischi della dipendenza energetica del nostro paese dall’estero e in particolare da stati autoritari.
Negli strumenti in via di definizione come il Pitesai deve venire autorizzata la ripresa delle estrazioni nei pozzi dell'Adriatico riattivabili".

Tenuto conto che nuove attività estrattive possono essere realizzate solo oltre le 12 miglia marine dalla costa e dopo essere state sottoposte a rigorose procedure di VIA, si devono anche prevedere nuove concessioni per consentire una disponibilità estrattiva di almeno cinquanta miliardi di metri cubi di gas metano propri dell'Italia che rischiano oggi di venire sfruttati da Paesi come la Croazia e da ulteriori realtà dell'altra sponda dell'Adriatico. Questa nuova produzione italiana sarebbe esclusivamente finalizzata a ridurre i quantitativi di gas metano importati, con conseguente riduzione delle emissioni di CO2 fra il 20 e il 30 %.

"Ravenna può essere protagonista di una transizione energetica ed ecologica che tenga insieme i principi di sostenibilità ambientale, sociale ed economica. La nostra città, con la sua tradizione di conoscenze, di professionalità e di dialogo tra tutte le parti sociali, è già un punto di riferimento per quanto riguarda l’innovazione nel settore energetico. Ora avrebbe l’opportunità di avviare una nuova fase di guida nel settore come protagonista di una transizione verso la produzione del mix di gas naturale ed energie rinnovabili.
Ravenna – concludono i consiglieri – può mantenere l’ambizione di consolidarsi come capitale dell’energia.”

La soddisfazione dell'Edera per un risultato che difende la Ravenna dell'innovazione e delle imprese dell'offshore viene sottolineata congiuntamente dallo stesso capogruppo Chiara Francesconi, dal vicesindaco e segretario provinciale Eugenio Fusignani e per la segreteria comunale da Giannantonio Mingozzi.

"Nell'apprezzare il voto favorevole di tutti i gruppi del Consiglio, salvo il consigliere 5 stelle – dichiarano gli esponenti del PRI - vogliamo ricordare che per la prima volta, nella massima istituzione rappresentativa della città, le risorse di gas metano dell'Adriatico e le imprese ravennati del comparto energetico vengono considerate strategiche per tutto il Paese, in un momento così difficile per gli approvvigionamenti, unitamente agli investimenti che servono alla transizione energetica ed alle rinnovabili nonché al sostegno a tutti i provvedimenti capaci di frenare l'aumento delle bollette per famiglie e imprese".

"Ci auguriamo - concludono gli esponenti dell'Edera - che il senso di responsabilità e la consapevolezza che ha guidato il voto nel Municipio ravennate serva non solo a riprendere le estrazioni di gas nei nostri pozzi (sottraendolo finalmente a Paesi come la Croazia che ne approfitta) ma anche a rendere più agevole il percorso per ottenere il rigassificatore ed accelerare le procedure e le concessioni per gli impianti di eolico e solare; il Consiglio Comunale di Ravenna ha compiuto il proprio dovere ed ha affidato all'Amministrazione precisi impegni con il voto di una maggioranza straordinaria ed autorevole, convinti di poter contribuire anche a sconfiggere le impennate dei prezzi ed il rischio che carbone e legname divengano le sole alternative per l'energia necessaria al nostro Paese".


“La mozione votata in Consiglio comunale va contro sia a quella che è l’indicazione del Governo sull’opportunità di creare nuove trivellazioni in cerca di gas sia alla necessità, ormai non più rimandabile, di abbandonare le fonti fossili a vantaggio di quelle rinnovabili. Per questo l’indicazione data da Ravenna, e confermata anche da alcune recenti interviste del sindaco De Pascale, è del tutto fuori luogo”. È quanto sostiene Silvia Piccinini, capogruppo regionale del MoVimento 5 Stelle, commentando l’approvazione di una mozione da parte del Consiglio comunale di Ravenna che chiede all’amministrazione comunale di confrontarsi con il Governo per chiedere nuove estrazioni di gas in Adriatico.

“La crisi energetica che stiamo vivendo a causa del caro carburanti e dalla folle guerra in Ucraina deve essere un’opportunità per riuscire a creare un nuovo modello di sviluppo finalmente più sostenibile e non, al contrario, continuare ad investire in strumenti che guardano al passato e che mettono a rischio l’ambiente ed il territorio – spiega Silvia Piccinini – Per questo invece che chiedere più trivelle il Comune di Ravenna dovrebbe tener fede agli impegni assunti pubblicamente in campagna elettorale sul tema della transizione ecologica e puntare, per esempio, con decisione sulle comunità energetiche.

Su questo punto c’era stata la disponibilità da parte del sindaco De Pascale a portare avanti uno studio di fattibilità, di cui oggi però non sentiamo più parlare. In Regione su questo tema si sta andando avanti molto velocemente sia con la discussione di un progetto di legge che ha da poco cominciato il suo iter in commissione e che verrà approvato a breve, sia con lo stanziamento di 12 milioni di euro attraverso i fondi del POR-FESR per lo sviluppo delle comunità energetiche voluto proprio dal MoVimento 5 Stelle. Ecco perché Ravenna deve farsi trovare pronta per non perdere questa importante opportunità” conclude Silvia Piccinini.


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