Un presidio al cantiere di via Carso per protestare contro le morti sul lavoro | la CRONACA di RAVENNA

Un presidio al cantiere di via Carso per protestare contro le morti sul lavoro

Sabato 12 febbraio alle 16, è stato indetto dallo Slai Cobas, aderiscono Ravenna in Comune e Potere al Popolo

10 febbraio 2022 - Dopo la morte di Vasile Burcut, precipitato da un'impalcatura in un cantiere edile di via Carso, venerdì scorso, lo Slai Cobas ha indetto un presidio davanti allo stesso cantiere, previsto per sabato 12 febbraio alle ore 16, al quale ha invitato sindacati di base, lavoratori, studenti e tutti coloro che vogliono manifestare contro le morti sul lavoro.

Ravenna in Comune ha accolto l’invito: «Invitiamo a nostra volta tutte le persone che si riconoscono nei nostri valori, portati avanti in cinque anni di consigliatura comunale e ora sul territorio, a esprimere analoga solidarietà con le lavoratrici e i lavoratori dell’edilizia. Stando ai dati diffusi dall’Osservatorio indipendente di Bologna, ogni giorno 3 persone muoiono di lavoro in Italia. Le lavoratrici e i lavoratori dell’edilizia nel 2021 hanno rappresentato il 15% delle vittime. Ravenna in Comune torna a chiedere al sindaco di dimostrare di riconoscere una funzione all’Osservatorio che vada oltre la riunione per piangersi addosso e lo trasferisca in Comune rendendolo operativo ed efficace. Perché non vogliamo ritornare a parlarne dopo un’altra morte sul lavoro».

Ravenna in Comune ricorda l’allarme che aveva lanciato l’Ispettorato del Lavoro lo scorso giugno: «Ad oggi il personale ispettivo (che a Ravenna conta solo 13 ispettori di cui una unità di personale ispettivo tecnico) è comandato ad evadere migliaia di denunce che hanno riguardo, lavoro nero, appalti fittizi, sicurezza sul lavoro nella cantieristica edile, controlli sui presidi anti Covid. Nel 2020 nel segmento della cantieristica edile è stato rilevato il 78% di irregolarità».

«È dunque importantissimo che il lavoro di ispezione, non potendo essere capillare, sia il più possibile mirato, diretto verso le situazioni dove è più alto il rischio di irregolarità e, di riflesso, di insicurezza sui luoghi di lavoro. Ravenna in Comune anche per questo non si stanca di chiedere l’intervento del sindaco per rivitalizzare l’Osservatorio per la Legalità e la Sicurezza sul lavoro che proprio noi abbiamo voluto e ottenuto nella scorsa consigliatura. Il sindacato è d’accordo con noi. Ha detto Marinella Melandri, segretaria della Camera del Lavoro di Ravenna subito dopo aver saputo della morte di Vasile: "L’Osservatorio non ha le caratteristiche di operatività che auspicavamo, se non fare il punto sugli interventi necessari, a partire dalla scarsità di controlli. Serve solo se i soggetti gli riconoscono una funzione. Ad oggi non è così. Si riunisce su convocazione del prefetto ma con queste modalità non incide sul fenomeno"».

Anche Potere al Popolo aderirà al presidio: «Da sempre chiediamo di spostare in Comune l’Osservatorio sulla legalità e la sicurezza del lavoro, togliendolo dalla prefettura dove ora è collocato.
In questi anni solo noi e Ravenna in Comune lo abbiamo sempre chiesto, ora vediamo sulla stampa che finalmente anche la CGIL inizia a venire su queste posizioni: meglio tardi che mai.
Lo ripeteremo fino allo sfinimento: non deve essere un palliativo, la classica foglia di fico che copre i mancati controlli e che produce solo vaghe piattaforme firmate da tutte le componenti (imprenditoriali, sindacali e istituzionali).
L’Osservatorio deve agire dove e come serve. Si deve rafforzare la forza, la quantità e la costanza dei controlli, a cominciare dai cantieri, dalle fabbriche e in tutti i luoghi in cui si allunga il triste bollettino quotidiano di morti e infortuni. Lo si deve fare dando personale agli organi di controllo (decimato volutamente in questi anni) e smettendo, come spesso avviene, di avvertire le ditte interessate prima della visita».


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