Cultura
RAVENNA FESTIVAL/ Standing ovation per Muti e l'Orchestra: "perché risplenda il Bene". LE FOTO
Il Maestro ha diretto l’'Eroica' di Beethoven a Paestum. Grande successo per il concerto, nuovo capitolo delle Vie dell’amicizia
![RAVENNA FESTIVAL/ Standing ovation per Muti e l'Orchestra: perché risplenda il Bene. LE FOTO](/file/articoli/th/articoli_760.jpg)
06 luglio 2020 - "In questo periodo, mentre penso a tutto quello che sta succedendo del mondo, mi tornano alla mente i versi finali di una poesia di Giovanni Pascoli, X Agosto, dove il nostro pianeta è definito "atomo opaco del Male'" ha raccontato ieri sera Riccardo Muti a Paestum, nel breve discorso che precedeva il concerto delle Vie dell’amicizia.
"Attraverso la musica, attraverso la bellezza e l’armonia, vorremmo trasformare invece la Terra in un atomo splendente del Bene, ma noi musicisti non abbiamo forze se non quelle dei nostri suoni. Per questo rivolgiamo un appello ai governanti di tutto il mondo perché diano la pace al nostro pianeta dove, nel momento in cui vi sto parlando, muoiono migliaia, milioni di persone, di bambini. Muoiono di fame, di malattie, sotto le bombe, mentre i governanti, di qualsiasi parte siano, guardano e partecipano colpevoli".
Le parole di Muti e il suo drammatico appello sono in intensa consonanza con la vocazione umanitaria che il Ravenna Festival ha sempre onorato nei concerti delle Vie dell’amicizia, iniziati nel 1997 in una Sarajevo devastata dalle bombe. Anche quest’anno la meta, fisicamente impossibile da raggiungere ma ben presente alla mente di tutti i partecipanti, è stata una zona del mondo sconvolta dalla guerra: la Siria, vittima di un conflitto che sembra non poter finire mai. Due gli eroici personaggi siriani cui sono stati dedicati quest’anno i concerti di Ravenna e di Paestum: l’archeologo Khaled al-Asaad e l’attivista politica Hevrin Khalaf, curda con cittadinanza siriana, la cui madre ha inviato una toccante lettera al Ravenna Festival.
Curde, ma di cittadinanza turca, anche le due presenze femminili in palcoscenico prima e nel corso dell’esecuzione della Sinfonia 'Eroica' di Beethoven, diretta da Riccardo Muti con l’Orchestra giovanile Luigi Cherubini e nove musicisti siriani espatriati. Sul palco ricavato ai piedi del maestoso tempio di Nettuno ha aperto la serata, come nel concerto del 3 luglio a Ravenna, la cantante Aynur Dogan che ha emozionato con canti di amore e sofferenza del suo popolo, accompagnata dal tradizionale strumento a corde chiamato tanbur.
Poi l’artista Zehra Dogan, che appena trentunenne ha già alle spalle tre anni di prigione per il coraggioso gesto di denuncia di una realtà scomoda, ha realizzato una performance artistica camminando tra le colonne del tempio, vestita di bianco, reggendo due oggetti simbolici: un drappo bianco e una melagrana.
L’'Eroica' mirabilmente diretta da Muti, con l’impeccabile prestazione dell’Orchestra Cherubini e dei musicisti siriani aggiunti, ha affascinato e rapito il migliaio di persone presenti, tra cui il governatore della Campania Vincenzo De Luca. Lunghi applausi e una standing ovation hanno coronato la serata.
Il concerto è stato ripreso da Rai 1 che lo trasmetterà in un giorno caro ai ravennati: il 23 luglio, festa del patrono della città, sant’Apollinare.
Patrizia Luppi
© copyright la Cronaca di Ravenna
"Attraverso la musica, attraverso la bellezza e l’armonia, vorremmo trasformare invece la Terra in un atomo splendente del Bene, ma noi musicisti non abbiamo forze se non quelle dei nostri suoni. Per questo rivolgiamo un appello ai governanti di tutto il mondo perché diano la pace al nostro pianeta dove, nel momento in cui vi sto parlando, muoiono migliaia, milioni di persone, di bambini. Muoiono di fame, di malattie, sotto le bombe, mentre i governanti, di qualsiasi parte siano, guardano e partecipano colpevoli".
Le parole di Muti e il suo drammatico appello sono in intensa consonanza con la vocazione umanitaria che il Ravenna Festival ha sempre onorato nei concerti delle Vie dell’amicizia, iniziati nel 1997 in una Sarajevo devastata dalle bombe. Anche quest’anno la meta, fisicamente impossibile da raggiungere ma ben presente alla mente di tutti i partecipanti, è stata una zona del mondo sconvolta dalla guerra: la Siria, vittima di un conflitto che sembra non poter finire mai. Due gli eroici personaggi siriani cui sono stati dedicati quest’anno i concerti di Ravenna e di Paestum: l’archeologo Khaled al-Asaad e l’attivista politica Hevrin Khalaf, curda con cittadinanza siriana, la cui madre ha inviato una toccante lettera al Ravenna Festival.
Curde, ma di cittadinanza turca, anche le due presenze femminili in palcoscenico prima e nel corso dell’esecuzione della Sinfonia 'Eroica' di Beethoven, diretta da Riccardo Muti con l’Orchestra giovanile Luigi Cherubini e nove musicisti siriani espatriati. Sul palco ricavato ai piedi del maestoso tempio di Nettuno ha aperto la serata, come nel concerto del 3 luglio a Ravenna, la cantante Aynur Dogan che ha emozionato con canti di amore e sofferenza del suo popolo, accompagnata dal tradizionale strumento a corde chiamato tanbur.
Poi l’artista Zehra Dogan, che appena trentunenne ha già alle spalle tre anni di prigione per il coraggioso gesto di denuncia di una realtà scomoda, ha realizzato una performance artistica camminando tra le colonne del tempio, vestita di bianco, reggendo due oggetti simbolici: un drappo bianco e una melagrana.
L’'Eroica' mirabilmente diretta da Muti, con l’impeccabile prestazione dell’Orchestra Cherubini e dei musicisti siriani aggiunti, ha affascinato e rapito il migliaio di persone presenti, tra cui il governatore della Campania Vincenzo De Luca. Lunghi applausi e una standing ovation hanno coronato la serata.
Il concerto è stato ripreso da Rai 1 che lo trasmetterà in un giorno caro ai ravennati: il 23 luglio, festa del patrono della città, sant’Apollinare.
Patrizia Luppi
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