Cultura
DANTE2021. Danza, canto e parola nello spettacolo sulla 'Vita nova'. LE FOTO
Con l’attore Virginio Gazzolo e altre interpreti, l’anteprima del Festival si è tenuta con successo ieri presso gli Antichi Chiostri Francescani
04 settembre 2021 - “Uno spettacolo che porta Dante in mezzo a noi”, ha annunciato l’accademico e studioso Domenico De Martino, direttore artistico del Festival Dante2021, nell’introdurre la serata di anteprima della decima edizione, tenutasi ieri sera negli Antichi Chiostri Francescani.
Seguendo la vocazione del Festival, che da quando è nato cerca sempre nuovi approcci al Sommo poeta, lo spettacolo riuniva infatti danza, canto e teatro dando forma attuale alle suggestioni della parola dantesca. Il testo di partenza era la Vita nova, l’opera in lingua volgare che, sebbene meno generalmente diffusa della Divina Commedia, contiene liriche tra le più note di Dante, come il sonetto “Tanto gentile e tanto onesta pare”.
Il presidente del Comitato nazionale per le celebrazioni del settecentenario, Carlo Ossola, eminente filologo e critico letterario, invitato a intervenire ha sottolineato tra l’altro come importante non sia la contemporaneità di un testo, ma la sua attualità, la sua possibilità di essere messo in atto.
E quanto mai attuale e vitale per la creazione artistica si è rivelata la Vita nova ispirando le tre parti, susseguitesi senza soluzione di continuità, della serata realizzata dal Festival con la Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, in collaborazione con la compagnia Giardino Chiuso di San Gimignano (con il patrocinio dall’Associazione beni italiani patrimonio mondiale - Unesco), la Summer School “La piazza universale” di Bagnacavallo e il Comune di Bagnacavallo.
Nell’elegante cornice dei Chiostri, in “Bianchisentieri” ha suscitato emozioni Jennifer Lavinia Rosati, che con la coreografia di Patrizia de Bari e sulle musiche di Sabino de Bari percorreva lo spazio in un candido costume, firmato da Rosaria Minneci, provvisto di quattro smisurate appendici, code fruscianti e cedevoli che diventavano elementi scenografici grazie alle movenze della danzatrice.
L’omaggio a quel femminile che è elemento portante della Vita Nova è proseguito con “Oltre la spera”, un’ardita lettura pop di Dante: la cantante Roberta D’Alò è stata pregevole interprete delle tre canzoni che ai sonetti “Tanto gentile e tanto onesta pare”, “Deh peregrini che pensosi andate” e “Oltre la spera che più larga gira” applicavano musiche composte da Edoardo Dinelli, autore anche dei video proiettati sul muro di fondo con tanto di luci colorate lampeggianti.
Il maschile era rappresentato da Virginio Gazzolo, attore di gran vaglia e di lunga esperienza, che con la sua voce ricca di colori e una gestualità contenuta ma di grande efficacia ha declamato un generoso monologo dal titolo “Le oscure qualità ch’Amor mi dona”, dal secondo verso del sonetto “Spesse fiate vengnonmi alla mente”. Qui il femminile tornava comunque a imporsi nel reiterato e variamente modulato ricordo della donna amata, mentre sul finire le altre interpreti si sono unite a Gazzolo per un breve suggello corale della serata.
Calorosi gli applausi del pubblico, nel quale sedevano tra l’altro due presidenti della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, l’attuale Ernesto Giuseppe Alfieri e Lanfranco Gualtieri, in carica fino al 2017. Era presente anche Francesco Sabatini, presidente onorario dell’Accademia della Crusca, che alle 17.15 di oggi, sempre presso gli Antichi Chiostri Francescani, pronuncerà la prolusione per l’apertura ufficiale del Festival Dante2021. Nell’occasione parleranno anche Ernesto Giuseppe Alfieri, Claudio Marazzini, presidente della Crusca, e Domenico De Martino.
Patrizia Luppi
© copyright la Cronaca di Ravenna
Seguendo la vocazione del Festival, che da quando è nato cerca sempre nuovi approcci al Sommo poeta, lo spettacolo riuniva infatti danza, canto e teatro dando forma attuale alle suggestioni della parola dantesca. Il testo di partenza era la Vita nova, l’opera in lingua volgare che, sebbene meno generalmente diffusa della Divina Commedia, contiene liriche tra le più note di Dante, come il sonetto “Tanto gentile e tanto onesta pare”.
Il presidente del Comitato nazionale per le celebrazioni del settecentenario, Carlo Ossola, eminente filologo e critico letterario, invitato a intervenire ha sottolineato tra l’altro come importante non sia la contemporaneità di un testo, ma la sua attualità, la sua possibilità di essere messo in atto.
E quanto mai attuale e vitale per la creazione artistica si è rivelata la Vita nova ispirando le tre parti, susseguitesi senza soluzione di continuità, della serata realizzata dal Festival con la Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, in collaborazione con la compagnia Giardino Chiuso di San Gimignano (con il patrocinio dall’Associazione beni italiani patrimonio mondiale - Unesco), la Summer School “La piazza universale” di Bagnacavallo e il Comune di Bagnacavallo.
Nell’elegante cornice dei Chiostri, in “Bianchisentieri” ha suscitato emozioni Jennifer Lavinia Rosati, che con la coreografia di Patrizia de Bari e sulle musiche di Sabino de Bari percorreva lo spazio in un candido costume, firmato da Rosaria Minneci, provvisto di quattro smisurate appendici, code fruscianti e cedevoli che diventavano elementi scenografici grazie alle movenze della danzatrice.
L’omaggio a quel femminile che è elemento portante della Vita Nova è proseguito con “Oltre la spera”, un’ardita lettura pop di Dante: la cantante Roberta D’Alò è stata pregevole interprete delle tre canzoni che ai sonetti “Tanto gentile e tanto onesta pare”, “Deh peregrini che pensosi andate” e “Oltre la spera che più larga gira” applicavano musiche composte da Edoardo Dinelli, autore anche dei video proiettati sul muro di fondo con tanto di luci colorate lampeggianti.
Il maschile era rappresentato da Virginio Gazzolo, attore di gran vaglia e di lunga esperienza, che con la sua voce ricca di colori e una gestualità contenuta ma di grande efficacia ha declamato un generoso monologo dal titolo “Le oscure qualità ch’Amor mi dona”, dal secondo verso del sonetto “Spesse fiate vengnonmi alla mente”. Qui il femminile tornava comunque a imporsi nel reiterato e variamente modulato ricordo della donna amata, mentre sul finire le altre interpreti si sono unite a Gazzolo per un breve suggello corale della serata.
Calorosi gli applausi del pubblico, nel quale sedevano tra l’altro due presidenti della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, l’attuale Ernesto Giuseppe Alfieri e Lanfranco Gualtieri, in carica fino al 2017. Era presente anche Francesco Sabatini, presidente onorario dell’Accademia della Crusca, che alle 17.15 di oggi, sempre presso gli Antichi Chiostri Francescani, pronuncerà la prolusione per l’apertura ufficiale del Festival Dante2021. Nell’occasione parleranno anche Ernesto Giuseppe Alfieri, Claudio Marazzini, presidente della Crusca, e Domenico De Martino.
Patrizia Luppi
© copyright la Cronaca di Ravenna