Guerrieri: "Serve un libro bianco sullo sport ravennate" | la CRONACA di RAVENNA

Guerrieri: "Serve un libro bianco sullo sport ravennate"

Dall'analisi dei bisogni le decisioni della futura Amministrazione comunale

03 agosto 2021 - “L’educazione motoria, come la scuola e la formazione, non è solo un diritto ma un dovere civico per lo sviluppo e la crescita di ogni persona; per questo l’educazione motoria deve accompagnare la completa e corretta formazione psico-fisica dell’individuo, del futuro cittadino, fin dalla più giovane età”.
Da qui parte l’analisi di Guido Guerrieri di Insieme x Cambiare, tra i fondatori del progetto civico FutuRa, già assessore allo Sport in Comune a Ravenna.

“Parliamo non a caso di crescita psico-fisica, perché le due cose non sono affatto disgiunte: mens sana in corpore sano, diceva Giovenale – chiosa Guerrieri – purtroppo oggi in molti riconoscono le carenze nel nostro paese nell’avvio all’educazione motoria nella scuola; in effetti il confronto con gli altri paesi europei è impietoso. Ovviamente il tema è di portata e di competenza nazionale, ma in che modo si può allora intervenire a livello locale, cosa può fare un sindaco?".

"Per Futura – prosegue Guerrieri - un sindaco deve creare le condizioni affinche nel proprio territorio tutti i bambini e i giovani possano fare sport, coscienti che il primo passo per fare appunto sport è acquisire le nozioni di base di una corretta motricità, e di questo sono ben coscienti gli Enti di promozione sportiva e le Società sportiva serie. Un bambino che fa sport impara il rispetto delle regole, del proprio corpo, dei compagni e degli avversari, dell’allenatore/educatore e dell’arbitro/giudice; impara la disciplina, impara il valore della motivazione, della fatica e del sacrificio come strumenti per raggiungere un obiettivo, il valore dell’attenzione, della concentrazione e dello studio; la soddisfazione del risultato raggiunto e la gestione dell’insuccesso; impara a socializzare, lo spirito di squadra e il valore dell’inclusione e della “differenza”, e cosa importante spesso lo fa con il sorriso e il piacere di andare sul campo o in palestra".

Ecco quindi le nostre proposte sul piano locale:
1) Costruire con la scuola e le società sportive il 'Libro bianco dello sport a Ravenna'
Occorre una ricerca sul campo che scatti la reale fotografia di quanti bambini/giovani fanno sport, come e dove lo fanno, andando a verificare in particolare le ragioni di chi non pratica sport, siano esse economiche, logistiche, motivazionali e in particolare verificare in una mappatura del territorio se questo fenomeno presenta criticità in particolari aree o, per esempio, difficoltà di accessibilità agli impianti.
2) Riattivare la consulta dello Sport
Va riattivata una consulta dello Sport, perché laddove la scuola è carente, la nostra comunità ha spesso sopperito con la presenza diffusa degli Enti e delle Società Sportive, forte di un volontariato diffuso e capillare che è sempre stata una grande risorsa sociale del nostro territorio e che deve contare di più. Ne devono seguire quindi misure concertate per un ampliamento dell’offerta sportiva in modo da raggiungere ogni singolo bambino del nostro territorio.
3) Bandi, incentivi, concessioni agevolate
L’amministrazione comunale deve favorire progetti di inclusione e diffusione dello sport giovanile con attività motoria di base; utilizzando lo strumento dei bandi o delle concessioni agevolate di palestre; perseguendo la stipula di protocolli tra istituti scolastici e società sportive; favorendo progetti che vedano la presenza di “educatori” qualificati, soprattutto per le persone fragili o in difficoltà.
4) Aiutare la creazione di “competenze per lo sport”
Occorre un salto di qualità anche nel mondo dello sport, soprattutto giovanile: il volontariato, sempre importante, oggi però non basta più: vanno formate, favorite e acquisite nuove competenze e professionalità fin dalla base, fin dai primi anni di attività. Occorrono politiche pubbliche che premino chi va in questa direzione: educatori formati, preparati, laureati, per i quali allenare (e formare e educare) non può essere un passatempo ma diviene “mestiere”.

"Insomma – conclude Guerrieri - La qualità del nostro territorio si misura anche nella possibilità data ad ogni giovane cittadino di una corretta formazione e crescita psico-fisica".


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