Cultura
Ravenna Festival, anteprima con Riccardo Muti e i Wiener
Due concerti (alle 17 e alle 20) per la riapertura del Teatro Alighieri
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09 maggio 2021 - Due concerti riapriranno oggi le porte del Teatro Alighieri per l’anteprima della XXXII edizione di Ravenna Festival, accogliendo ciascuno 250 spettatori; i programmi musicali saranno accomunati dall’esecuzione di Calma di mare e viaggio felice di Mendelssohn, ma alle 17 il concerto si completerà con la Sinfonia n. 4 di Schumann, alle 20 con la Sinfonia n. 2 di Brahms.
L’evento è reso possibile dal sostegno di Eni, al fianco del Festival come partner principale anche per questa nuova edizione.
Anche quest’anno Ravenna e il suo Festival sono in prima linea per il ritorno alla musica dal vivo in Italia, in questo caso onorando una tradizione che ha visto i Wiener fra le orchestre straniere più frequentemente ospiti della manifestazione – sempre con la guida di Muti, naturalmente, in virtù di quel legame profondo che unisce il direttore italiano alla Filarmonica di Vienna, un sodalizio nato nel 1971 e rafforzatosi in cinquant’anni di concerti a Vienna e Salisburgo, tournée in tutto il mondo e preziose incisioni.
La prima partecipazione dei Wiener a Ravenna Festival risale al 1992 per la terza edizione della manifestazione; negli anni, i Wiener hanno arricchito il cartellone di appuntamenti indimenticabili, come quelli con la trilogia Mozart-Da Ponte.
È difficile non cercare un messaggio nella scelta dell’ouverture Meeresstille und glückliche Fahrt (Calma di mare e viaggio felice), per quanto Mendelssohn, in quest’op. 27 composta nel 1828, non si limiti a illustrare il dittico di Goethe da cui trae ispirazione ma crei un proprio mondo musicale autonomo da quello della poesia.
Rimane però, nel tema cantabile ma statico dei violini che apre Calma di mare, il senso di quel mare immobile su cui grava un silenzio enigmatico e terribile; a cui segue, nella seconda parte, la promessa luminosa di una meta non lontana, un approdo all’orizzonte.
Ma, al di là delle consonanze con il sentimento collettivo di questi mesi difficili, i due programmi – l’uno completato dalla Sinfonia n. 4 in re minore op. 120 di Robert Schumann e l’altro dalla Sinfonia n. 2 in re maggiore op. 73 di Johannes Brahms – sono prima di tutto un omaggio alla città dei Wiener, a una storia che è anche la storia della musica occidentale, al patrimonio irrinunciabile che ritorna finalmente accessibile anche dal vivo.
© copyright la Cronaca di Ravenna
L’evento è reso possibile dal sostegno di Eni, al fianco del Festival come partner principale anche per questa nuova edizione.
Anche quest’anno Ravenna e il suo Festival sono in prima linea per il ritorno alla musica dal vivo in Italia, in questo caso onorando una tradizione che ha visto i Wiener fra le orchestre straniere più frequentemente ospiti della manifestazione – sempre con la guida di Muti, naturalmente, in virtù di quel legame profondo che unisce il direttore italiano alla Filarmonica di Vienna, un sodalizio nato nel 1971 e rafforzatosi in cinquant’anni di concerti a Vienna e Salisburgo, tournée in tutto il mondo e preziose incisioni.
La prima partecipazione dei Wiener a Ravenna Festival risale al 1992 per la terza edizione della manifestazione; negli anni, i Wiener hanno arricchito il cartellone di appuntamenti indimenticabili, come quelli con la trilogia Mozart-Da Ponte.
È difficile non cercare un messaggio nella scelta dell’ouverture Meeresstille und glückliche Fahrt (Calma di mare e viaggio felice), per quanto Mendelssohn, in quest’op. 27 composta nel 1828, non si limiti a illustrare il dittico di Goethe da cui trae ispirazione ma crei un proprio mondo musicale autonomo da quello della poesia.
Rimane però, nel tema cantabile ma statico dei violini che apre Calma di mare, il senso di quel mare immobile su cui grava un silenzio enigmatico e terribile; a cui segue, nella seconda parte, la promessa luminosa di una meta non lontana, un approdo all’orizzonte.
Ma, al di là delle consonanze con il sentimento collettivo di questi mesi difficili, i due programmi – l’uno completato dalla Sinfonia n. 4 in re minore op. 120 di Robert Schumann e l’altro dalla Sinfonia n. 2 in re maggiore op. 73 di Johannes Brahms – sono prima di tutto un omaggio alla città dei Wiener, a una storia che è anche la storia della musica occidentale, al patrimonio irrinunciabile che ritorna finalmente accessibile anche dal vivo.
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