Cultura
E la chiamata pubblica per il Paradiso? Rinviata di un anno
Intervista a Marco Martinelli sulla conclusione della Divina Commedia del Teatro delle Albe con Ravenna Festival, rimandata a causa delle norme anti Covid. In programma per quest’estate uno spettacolo a tema dantesco
28 aprile 2021 - Dopo Inferno nel 2017 e Purgatorio nel 2019, quest’anno era prevista durante il Ravenna Festival la rappresentazione di Paradiso, capitolo finale dell’imponente lavoro sulla Divina Commedia del Teatro delle Albe e del Festival. La normativa anti Covid, e in particolare il divieto di assembramento, ha però reso impossibile la larga partecipazione della cittadinanza che, come negli anni passati, sarebbe stata essenziale per la realizzazione dello spettacolo.
Il Paradiso si farà, ma nel 2022. Nei giorni scorsi, d’altronde, il sindaco Michele de Pascale ha dichiarato che le celebrazioni dantesche, che sarebbero dovute giungere a compimento nel settembre di quest’anno, viste le circostanze si protrarranno invece fino a settembre del prossimo. Non si perderà così il legame con il settecentesimo anniversario della morte del Sommo poeta, in vista del quale quattro anni fa era stato varato il Cantiere Dante con il progetto dei tre spettacoli a cadenza biennale.
Per il 25 giugno è previsto invece un nuovo lavoro teatrale, Verso Paradiso, le cui caratteristiche saranno illustrate nei prossimi giorni durante la presentazione del Festival.
Abbiamo rivolto qualche domanda a Marco Martinelli, cofondatore e condirettore artistico delle Albe con Ermanna Montanari, e con lei impegnato a tutto tondo nell’impresa dantesca.
Marco Martinelli, negli anni scorsi la chiamata pubblica alla cittadinanza di Ravenna per il Cantiere Dante aveva raccolto un numero enorme di partecipanti. Questa volta che cosa è avvenuto?
“Abbiamo cominciato a lavorare sul Paradiso nel settembre scorso. Cercavamo di capire come mantenere la nostra pratica poetica di coinvolgimento dei cittadini, la stessa con cui abbiamo creato l’Inferno e il Purgatorio, anche in un tempo come questo. Essendo il nostro lavoro fondato sull’assembramento, ci siamo chiesti come impostarlo in un periodo in cui l’assembramento è, giustamente, la prima cosa che viene negata. Abbiamo pensato di limitare il massimo il numero di cittadini coinvolti; abbiamo elaborato un piano A, poi un piano B, un piano C. Eravamo arrivati fino all’H, ma ci siamo resi conto che stavamo snaturando il nostro lavoro e la forza di quella partecipazione dei cittadini che è il motore poetico di tutta la nostra avventura dantesca.
Ne abbiamo parlato con il sindaco, che era stato fin dall’inizio entusiasta di questo modo di interagire con la città, e con il Ravenna Festival; insieme, abbiamo deciso di spostare tutto al 2022. Anche perché il sindaco, visto che le celebrazioni dantesche sono state dimidiate, ha pensato di protrarle fino all’Annuale dantesco dell’anno prossimo. E non faremo solo il Paradiso, ma realizzeremo quello che è stato il nostro desiderio fin dall’inizio: tutt’e tre le cantiche legate l’una all’altra, in un lavoro che duri sette o otto ore e che sia un’esperienza dell’anima. Avevamo pensato di farlo quest’anno, ma già nell’autunno scorso abbiamo rinunciato, mettendoci a lavorare solo sul Paradiso".
Avevate incominciato a realizzarlo?
“Sì, con l’autore delle musiche Luigi Ceccarelli e con i suoi musicisti, con lo scenografo Edoardo Sanchi e la costumista Paola Giorgi dell’Accademia di Brera e i loro studenti, poi però abbiamo deciso di sospendere il lavoro. A questo punto, però, ci dispiaceva rimandare e basta: volevamo trovare un segno da condividere già quest’estate, ed è quello che abbiamo chiamato Verso Paradiso. Sarà il 25 giugno, giorno in cui avrebbe dovuto debuttare il Paradiso; non ne costituirà un’introduzione, ma avrà una natura completamente autonoma. Di più non posso dire perché lo annunceremo durante la presentazione del Festival nei prossimi giorni. In ogni caso, sul sito doppiozero.com di Marco Belpoliti da qualche giorno tengo un diario di Verso Paradiso. Tutte le domeniche uscirà un mio pezzo dove racconto come stiamo andando verso l’appuntamento del 25 giugno".
Hai potuto cogliere la reazione della cittadinanza al rinvio del Paradiso? C’è stata molta delusione?
“Una settimana fa abbiamo fatto un Cantiere Dante online a cui hanno partecipato più di duecento persone. C’erano anche il sindaco e Franco Masotti della direzione artistica del Festival, ed Ermanna e io abbiamo raccontato quello che ho appena detto in questa intervista. Ci aspettavamo che ci fosse qualche mugugno, che qualche cittadino proponesse magari di provarci lo stesso. Invece, non solo tutti hanno capito, ma ci ha davvero toccato che alcuni abbiano dichiarato di apprezzare molto la nostra decisione di non fare lo spettacolo da soli. È chiaro che con cinque attori ora sarebbe permesso, ma, anche se la situazione migliora un po’, è proprio la pratica del Cantiere Dante con i cittadini che è impensabile. E il sacrificio, per noi, non sarebbe rinunciare allo spettacolo, bensì farlo senza di loro".
Patrizia Luppi
© copyright la Cronaca di Ravenna
Il Paradiso si farà, ma nel 2022. Nei giorni scorsi, d’altronde, il sindaco Michele de Pascale ha dichiarato che le celebrazioni dantesche, che sarebbero dovute giungere a compimento nel settembre di quest’anno, viste le circostanze si protrarranno invece fino a settembre del prossimo. Non si perderà così il legame con il settecentesimo anniversario della morte del Sommo poeta, in vista del quale quattro anni fa era stato varato il Cantiere Dante con il progetto dei tre spettacoli a cadenza biennale.
Per il 25 giugno è previsto invece un nuovo lavoro teatrale, Verso Paradiso, le cui caratteristiche saranno illustrate nei prossimi giorni durante la presentazione del Festival.
Abbiamo rivolto qualche domanda a Marco Martinelli, cofondatore e condirettore artistico delle Albe con Ermanna Montanari, e con lei impegnato a tutto tondo nell’impresa dantesca.
Marco Martinelli, negli anni scorsi la chiamata pubblica alla cittadinanza di Ravenna per il Cantiere Dante aveva raccolto un numero enorme di partecipanti. Questa volta che cosa è avvenuto?
“Abbiamo cominciato a lavorare sul Paradiso nel settembre scorso. Cercavamo di capire come mantenere la nostra pratica poetica di coinvolgimento dei cittadini, la stessa con cui abbiamo creato l’Inferno e il Purgatorio, anche in un tempo come questo. Essendo il nostro lavoro fondato sull’assembramento, ci siamo chiesti come impostarlo in un periodo in cui l’assembramento è, giustamente, la prima cosa che viene negata. Abbiamo pensato di limitare il massimo il numero di cittadini coinvolti; abbiamo elaborato un piano A, poi un piano B, un piano C. Eravamo arrivati fino all’H, ma ci siamo resi conto che stavamo snaturando il nostro lavoro e la forza di quella partecipazione dei cittadini che è il motore poetico di tutta la nostra avventura dantesca.
Ne abbiamo parlato con il sindaco, che era stato fin dall’inizio entusiasta di questo modo di interagire con la città, e con il Ravenna Festival; insieme, abbiamo deciso di spostare tutto al 2022. Anche perché il sindaco, visto che le celebrazioni dantesche sono state dimidiate, ha pensato di protrarle fino all’Annuale dantesco dell’anno prossimo. E non faremo solo il Paradiso, ma realizzeremo quello che è stato il nostro desiderio fin dall’inizio: tutt’e tre le cantiche legate l’una all’altra, in un lavoro che duri sette o otto ore e che sia un’esperienza dell’anima. Avevamo pensato di farlo quest’anno, ma già nell’autunno scorso abbiamo rinunciato, mettendoci a lavorare solo sul Paradiso".
Avevate incominciato a realizzarlo?
“Sì, con l’autore delle musiche Luigi Ceccarelli e con i suoi musicisti, con lo scenografo Edoardo Sanchi e la costumista Paola Giorgi dell’Accademia di Brera e i loro studenti, poi però abbiamo deciso di sospendere il lavoro. A questo punto, però, ci dispiaceva rimandare e basta: volevamo trovare un segno da condividere già quest’estate, ed è quello che abbiamo chiamato Verso Paradiso. Sarà il 25 giugno, giorno in cui avrebbe dovuto debuttare il Paradiso; non ne costituirà un’introduzione, ma avrà una natura completamente autonoma. Di più non posso dire perché lo annunceremo durante la presentazione del Festival nei prossimi giorni. In ogni caso, sul sito doppiozero.com di Marco Belpoliti da qualche giorno tengo un diario di Verso Paradiso. Tutte le domeniche uscirà un mio pezzo dove racconto come stiamo andando verso l’appuntamento del 25 giugno".
Hai potuto cogliere la reazione della cittadinanza al rinvio del Paradiso? C’è stata molta delusione?
“Una settimana fa abbiamo fatto un Cantiere Dante online a cui hanno partecipato più di duecento persone. C’erano anche il sindaco e Franco Masotti della direzione artistica del Festival, ed Ermanna e io abbiamo raccontato quello che ho appena detto in questa intervista. Ci aspettavamo che ci fosse qualche mugugno, che qualche cittadino proponesse magari di provarci lo stesso. Invece, non solo tutti hanno capito, ma ci ha davvero toccato che alcuni abbiano dichiarato di apprezzare molto la nostra decisione di non fare lo spettacolo da soli. È chiaro che con cinque attori ora sarebbe permesso, ma, anche se la situazione migliora un po’, è proprio la pratica del Cantiere Dante con i cittadini che è impensabile. E il sacrificio, per noi, non sarebbe rinunciare allo spettacolo, bensì farlo senza di loro".
Patrizia Luppi
© copyright la Cronaca di Ravenna