Politica
La Regione chiede al Governo nuovi ristori per gli esercenti
Intanto ha stanziato 10 milioni per integrare gli aiuti nazionali. L'annuncio di Corsini e Calvano
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14 novembre 2020 - La Regione ha chiesto al Governo l’apertura di un tavolo di confronto per veder riconosciuti ulteriori ristori economici agli esercenti e agli operatori che dovranno limitare o sospendere l’attività in seguito all’ordinanza regionale. Fondi aggiuntivi rispetto alle misure di sostegno collegate alle restrizioni previste per le aree arancione e rossa.
Inoltre, ha già deciso lo stanziamento di 10 milioni di euro dal bilancio regionale per integrare gli aiuti economici nazionali. “Saranno rivolti a bar, ristoranti, attività economiche colpite dall’ultimo Dpcm- sottolineano gli assessori Paolo Calvano (Bilancio) e Andrea Corsini (Commercio)- così come a taxisti e noleggio con conducente, oltre a palestre e piscine. Agiremo insieme ai Comuni, che potranno a loro volta stanziare ulteriori risorse, secondo un piano e modalità che definiremo nei prossimi giorni”.
Intanto, entra oggi in vigore, fino a sabato 14 novembre, l’ordinanza regionale firmata giovedì dal presidente Stefano Bonaccini, condivisa con i presidenti di Veneto, Luca Zaia, e Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, d’intesa col ministro della Salute, Roberto Speranza. Il provvedimento contiene misure più restrittive che puntano ad evitare assembramenti e situazioni a rischio contagio. Inoltre, da domani l’Emilia-Romagna sarà in zona arancione, dopo la decisione ieri del ministro Speranza sulla base del Dpcm del 3 novembre scorso, che divide il Paese in tre fasce di rischio (gialla, arancione, rossa): si applicheranno quindi ulteriori provvedimenti restrittivi e in caso di sovrapposizione a prevalere, e quindi essere applicate, saranno le misure maggiormente restrittive (vedi scheda allegata).
“L’ordinanza regionale è stata decisa in base all’aumento dei contagi e della situazione di forte pressione sulle strutture sanitarie- spiega il sottosegretario alla presidenza della Giunta, Davide Baruffi- e quindi la necessità, sempre più impellente, di invertire la curva epidemica. Motivazioni tuttora più che valide: l’ordinanza è quindi confermata, contenendo misure che puntano a limitare al massimo situazioni di assembramento, nei centri storici come nei centri commerciali. Il provvedimento- prosegue- è stato deciso dal presidente Bonaccini insieme ai presidenti Zaia e Fedriga, essendo la lotta al virus un obiettivo che dovrebbe essere di tutti, che va al di là di confini politici e geografici. Dopodiché, la valutazione ieri dei parametri epidemiologici e sanitari effettuata dal Comitato tecnico scientifico e dal Governo, che pure il giorno precedente aveva condiviso e approvato la nostra ordinanza, ha portato a spostamenti fra le zone di rischio che sono dipesi, in alcuni casi, da scostamenti infinitesimali rispetto ai parametri monitorati, ma per tutte le Regioni il rischio è comunque passato da moderato a alto, confermando in pieno le ragioni che ci hanno spinto ad intervenire per la riduzione del contagio. Peraltro, va ricordato come nella nostra regione il valore di Rt - l’indice che misura il grado di trasmissibilità del virus - superiore a 1,5 che registravamo da più settimane ci aveva posto al limite della zona rossa. Il calo registrato negli ultimi sette giorni ha migliorato la situazione, ma non certo a sufficienza: la zona rossa resta tuttora una possibilità concreta e dobbiamo fare di tutto per evitarla e ritrovarci a dover adottare blocchi ancora maggiori. Per questo- chiude Baruffi- dobbiamo tutti quanti rispettare le regole. Non c’è spazio per polemiche o dispute sui colori nel momento in cui ogni territorio è in situazione critica. Serve il massimo di unità per uscire dall’emergenza. Sia comunque chiaro che non lasceremo sole le attività economiche colpite: le misure che ne limitano o sospendono l’esercizio non sono imputabili a loro ma alla necessità di aumentare il distanziamento; è dunque necessario che Stato, Regioni ed Enti locali allevano il peso che viene posto sulle loro spalle”.
© copyright la Cronaca di Ravenna
Inoltre, ha già deciso lo stanziamento di 10 milioni di euro dal bilancio regionale per integrare gli aiuti economici nazionali. “Saranno rivolti a bar, ristoranti, attività economiche colpite dall’ultimo Dpcm- sottolineano gli assessori Paolo Calvano (Bilancio) e Andrea Corsini (Commercio)- così come a taxisti e noleggio con conducente, oltre a palestre e piscine. Agiremo insieme ai Comuni, che potranno a loro volta stanziare ulteriori risorse, secondo un piano e modalità che definiremo nei prossimi giorni”.
Intanto, entra oggi in vigore, fino a sabato 14 novembre, l’ordinanza regionale firmata giovedì dal presidente Stefano Bonaccini, condivisa con i presidenti di Veneto, Luca Zaia, e Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, d’intesa col ministro della Salute, Roberto Speranza. Il provvedimento contiene misure più restrittive che puntano ad evitare assembramenti e situazioni a rischio contagio. Inoltre, da domani l’Emilia-Romagna sarà in zona arancione, dopo la decisione ieri del ministro Speranza sulla base del Dpcm del 3 novembre scorso, che divide il Paese in tre fasce di rischio (gialla, arancione, rossa): si applicheranno quindi ulteriori provvedimenti restrittivi e in caso di sovrapposizione a prevalere, e quindi essere applicate, saranno le misure maggiormente restrittive (vedi scheda allegata).
“L’ordinanza regionale è stata decisa in base all’aumento dei contagi e della situazione di forte pressione sulle strutture sanitarie- spiega il sottosegretario alla presidenza della Giunta, Davide Baruffi- e quindi la necessità, sempre più impellente, di invertire la curva epidemica. Motivazioni tuttora più che valide: l’ordinanza è quindi confermata, contenendo misure che puntano a limitare al massimo situazioni di assembramento, nei centri storici come nei centri commerciali. Il provvedimento- prosegue- è stato deciso dal presidente Bonaccini insieme ai presidenti Zaia e Fedriga, essendo la lotta al virus un obiettivo che dovrebbe essere di tutti, che va al di là di confini politici e geografici. Dopodiché, la valutazione ieri dei parametri epidemiologici e sanitari effettuata dal Comitato tecnico scientifico e dal Governo, che pure il giorno precedente aveva condiviso e approvato la nostra ordinanza, ha portato a spostamenti fra le zone di rischio che sono dipesi, in alcuni casi, da scostamenti infinitesimali rispetto ai parametri monitorati, ma per tutte le Regioni il rischio è comunque passato da moderato a alto, confermando in pieno le ragioni che ci hanno spinto ad intervenire per la riduzione del contagio. Peraltro, va ricordato come nella nostra regione il valore di Rt - l’indice che misura il grado di trasmissibilità del virus - superiore a 1,5 che registravamo da più settimane ci aveva posto al limite della zona rossa. Il calo registrato negli ultimi sette giorni ha migliorato la situazione, ma non certo a sufficienza: la zona rossa resta tuttora una possibilità concreta e dobbiamo fare di tutto per evitarla e ritrovarci a dover adottare blocchi ancora maggiori. Per questo- chiude Baruffi- dobbiamo tutti quanti rispettare le regole. Non c’è spazio per polemiche o dispute sui colori nel momento in cui ogni territorio è in situazione critica. Serve il massimo di unità per uscire dall’emergenza. Sia comunque chiaro che non lasceremo sole le attività economiche colpite: le misure che ne limitano o sospendono l’esercizio non sono imputabili a loro ma alla necessità di aumentare il distanziamento; è dunque necessario che Stato, Regioni ed Enti locali allevano il peso che viene posto sulle loro spalle”.
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