Cultura
Estendere le celebrazioni dantesche alla primavera del 2022
Lo chiede +Europa per non perdere questo appuntamento mondiale a causa del Covid
09 novembre 2020 - Le celebrazioni per il settecentenario della morte di Dante vengano prolungate fino alla primavera del 2022. La proposta è lanciata da Nevio Salimbeni e Maria De Lorenzo, portavoce di +Europa “gruppo per una società aperta” di Ravenna. "Riteniamo giusta - spiegano - la scelta dell’amministrazione di non fermare le celebrazioni del 7° centenario dantesco nonostante le difficoltà; questa occasione rappresenta un momento importante - di ricerca culturale, di radici e di senso – per i cittadini di questo territorio; ma deve rappresentare anche una delle direzioni di sviluppo futuro della città. Purtroppo la situazione attuale, legata alla diffusione del virus in questa seconda ondata del 2020 rischia, tra le tante cose negative, anche di limitare fortemente le potenzialità di sviluppo di Ravenna nell’ambito turistico, dell’industria culturale e creativa, delle professioni culturali, della sua immagine all’estero. Se non verranno messe in campo iniziative straordinarie".
Ragionando sulla possibilità che la pandemia si sconfigga solo nei prossimi mesi, "è evidente che una campagna in Europa e nel mondo, dedicata al Sommo Poeta ed al nostro territorio, non possa partire ora e che quindi sia difficile ottenere risultati dall’estero entro il settembre del 2021, data ufficiale di chiusura delle celebrazioni dantesche. Naturalmente speriamo tutti che il prossimo anno riprenda il turismo domestico, italiano o dei paesi vicini, nella nostra città: ma questo non basta e quale altra occasione di dimensione mondiale avremo a breve per farci conoscere oltre confine?"
Per questa ragione + Europa chiede che venga prorogata la chiusura delle celebrazioni: almeno al maggio 2022. Se questo non fosse possibile con le stesse dinamiche ufficiali del centenario (comitato promotore nazionale, ecc.) "si potrebbe comunque procedere con un rilancio “off” dell’iniziativa orientandola fortemente alla promozione della città, della sua immagine, della sua anima in Europa e nel mondo. A questo fine andrebbero orientate risorse aggiuntive – da parte della Regione Emilia Romagna, di Apt, di Visit Romagna e del comune – in grado di rilanciare con forza l’incoming turistico ravennate".
La stessa operazione è stata fatta per Parma capitale italiana della cultura (spostata di un anno), per le grandi fiere e per molte altre attività di grande impatto mediatico ed economico.
L"a rinascita da questo disastro chiamato Covid, e dai danni economici e sociali che ha causato, passa anche da scelte coraggiose legate allo sviluppo di questo territorio in ambito turistico, culturale, d’impresa creativa e di tutta la filiera, creando lavoro ed opportunità per tutti e per i giovani in particoalre. Adesso è il momento di riprogrammare il futuro".
© copyright la Cronaca di Ravenna
Ragionando sulla possibilità che la pandemia si sconfigga solo nei prossimi mesi, "è evidente che una campagna in Europa e nel mondo, dedicata al Sommo Poeta ed al nostro territorio, non possa partire ora e che quindi sia difficile ottenere risultati dall’estero entro il settembre del 2021, data ufficiale di chiusura delle celebrazioni dantesche. Naturalmente speriamo tutti che il prossimo anno riprenda il turismo domestico, italiano o dei paesi vicini, nella nostra città: ma questo non basta e quale altra occasione di dimensione mondiale avremo a breve per farci conoscere oltre confine?"
Per questa ragione + Europa chiede che venga prorogata la chiusura delle celebrazioni: almeno al maggio 2022. Se questo non fosse possibile con le stesse dinamiche ufficiali del centenario (comitato promotore nazionale, ecc.) "si potrebbe comunque procedere con un rilancio “off” dell’iniziativa orientandola fortemente alla promozione della città, della sua immagine, della sua anima in Europa e nel mondo. A questo fine andrebbero orientate risorse aggiuntive – da parte della Regione Emilia Romagna, di Apt, di Visit Romagna e del comune – in grado di rilanciare con forza l’incoming turistico ravennate".
La stessa operazione è stata fatta per Parma capitale italiana della cultura (spostata di un anno), per le grandi fiere e per molte altre attività di grande impatto mediatico ed economico.
L"a rinascita da questo disastro chiamato Covid, e dai danni economici e sociali che ha causato, passa anche da scelte coraggiose legate allo sviluppo di questo territorio in ambito turistico, culturale, d’impresa creativa e di tutta la filiera, creando lavoro ed opportunità per tutti e per i giovani in particoalre. Adesso è il momento di riprogrammare il futuro".
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