Politica
Costantino Ricci (Cgil): "Perché voto NO"
"Quella che ci viene proposta, votando SI, non la ritengo una riforma costituzionale, perché non lo è"
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17 settembre 2020 - In vista dell’ormai imminente appuntamento con il referendum sul taglio del parlamentari, Costantino Ricci, a titolo personale, esprime alcune considerazioni: “Il mio voto al referendum sarà No e ritengo utile chiarire la mia posizione. Quella che ci viene proposta, votando Sì, non la ritengo una riforma costituzionale, perché non lo è".
"Sono convinto che la rappresentanza parlamentare sia un bene prezioso che non possiamo sacrificare nel nome di un risparmio di costi. Chi è insoddisfatto dell’attuale funzionamento del Parlamento, non troverà certo una soluzione attraverso questo referendum, anzi la vittoria del Sì creerebbe le premesse per una dannosa riduzione della rappresentanza. L’Italia è una Repubblica parlamentare e il Parlamento deve essere salvaguardato" aggiunge.
"Questo paese ha bisogno di più rappresentanza politica e serve che le istanze dei territori siano affrontate in Parlamento con consapevolezza. Così come è necessario il coinvolgimento di tutte le parti sociali. Sacrificare la democrazia, come si rischia di fare con il percorso individuato dal Sì, significa ridurre gli spazi per i cittadini nei processi decisionali.
Il rischio è di introdurre un meccanismo che porta alla riduzione della capacità di partecipare alla vita democratica delle varie realtà presenti nella nostra società. Queste ultime sono un valore aggiunto di cui l’Italia non può fare a meno.
In questo momento particolarmente complesso per il nostro Paese, a causa della crisi economica e di quella pandemica, l’Italia dovrà assumere decisioni fondamentali per l’utilizzo delle risorse a disposizione per riprogettare una nuova politica industriale orientata all’ambiente e alla sostenibilità. In una fase cruciale per l’Italia, c’è bisogno di maggior coinvolgimento e non certo di ridurre la rappresentanza”.
© copyright la Cronaca di Ravenna
"Sono convinto che la rappresentanza parlamentare sia un bene prezioso che non possiamo sacrificare nel nome di un risparmio di costi. Chi è insoddisfatto dell’attuale funzionamento del Parlamento, non troverà certo una soluzione attraverso questo referendum, anzi la vittoria del Sì creerebbe le premesse per una dannosa riduzione della rappresentanza. L’Italia è una Repubblica parlamentare e il Parlamento deve essere salvaguardato" aggiunge.
"Questo paese ha bisogno di più rappresentanza politica e serve che le istanze dei territori siano affrontate in Parlamento con consapevolezza. Così come è necessario il coinvolgimento di tutte le parti sociali. Sacrificare la democrazia, come si rischia di fare con il percorso individuato dal Sì, significa ridurre gli spazi per i cittadini nei processi decisionali.
Il rischio è di introdurre un meccanismo che porta alla riduzione della capacità di partecipare alla vita democratica delle varie realtà presenti nella nostra società. Queste ultime sono un valore aggiunto di cui l’Italia non può fare a meno.
In questo momento particolarmente complesso per il nostro Paese, a causa della crisi economica e di quella pandemica, l’Italia dovrà assumere decisioni fondamentali per l’utilizzo delle risorse a disposizione per riprogettare una nuova politica industriale orientata all’ambiente e alla sostenibilità. In una fase cruciale per l’Italia, c’è bisogno di maggior coinvolgimento e non certo di ridurre la rappresentanza”.
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