Polveri e detriti in via Trieste | la CRONACA di RAVENNA

Polveri e detriti in via Trieste

Sono emessi dai camion che trasportano i fanghi dell'escavo dei fondali nell'area a fianco della Rosetti Marino

25 settembre 2023 - L’area di stoccaggio dei fanghi portuali in via Trieste, a fianco della Rosetti Marino, continua a essere motivo di polemica e proteste.

«Dalla primavera dello scorso anno, 259.000 metri quadrati di ex campi agricoli, sono stati sommersi da montagne di fanghi portuali, diventandone il ‘deposito definitivo’», come lo definisce Alvaro Ancisi capogruppo di Lista per Ravenna. «Battagliammo a lungo – dice - tra novembre e dicembre per far cessare il fenomeno dei mezzi pesanti che, nel tratto stradale di ingresso/uscita del cantiere, posto tra il distributore Ego e il Fosso Fagiolo, emettevano polveri insane e mollavano scie di detriti scivolosi sulla carreggiata, perfino inscurendone il colore, con grave pericolo per il traffico motoristico e ciclistico e sporcando i pedoni e i ragazzi in attesa del bus per andare a scuola».

Nello scorso fine settimana, Lista per Ravenna ha ricevuto messaggi angosciati da via Trieste, con foto e video descrittivi, che Ancisi sintetizza così: 
'Come prevedibile, all'interno dell’area di stoccaggio dei fanghi portuali posti a fianco della società Rosetti Marino e di fronte alla F.lli Righini, da alcune settimane sono riprese le attività mediante l'uso di ruspe, scavatrici e camion. Tutte queste macchine operatrici stanno scavando tutta il materiale depositato, creando cumuli, probabilmente per farne asciugare gli strati inferiori. 
Oltretutto, i camion entrano a velocità sostenuta per caricare o scaricare, formando nuvole di polvere in tutta la zona. Un paio di persone che lavorano in attività circostanti stanno accusando disturbi alle vie respiratorie e altre manifestano fastidi e irritazione agli occhi e alla gola. Un medico aziendale competente ha contattato ARPAE (agenzia regionale per l’Ambiente), per segnalare la problematica, ma gli è stato risposto che non è di loro competenza e di rivolgersi all'Igiene pubblica. 
A noi sembra strano che attività così impattanti per l’ambiente non vengano assolutamente monitorate, mentre si dovrebbero dare risposte precise dopo aver analizzato la qualità dell’aria. Confidiamo nel supporto del vostro gruppo consigliare per aprire gli occhi a chi si gira volutamente dall'altra parte e riteniamo una scelta irresponsabile aver autorizzato tutti quei depositi a ridosso di quartiere e zona densamente abitate'.
«Valutazione questa che noi avevamo espresso già sull’analogo abbruttimento dei campi di via Baiona», afferma Ancisi.

Alla richiesta di avere una foto del cartello di cantiere, la risposta - dichiara Ancisi - è stata: ‘Come vede, non ci sono cartelli di cantiere, ma solo cartelli di prescrizione per le protezioni individuali. Inoltre, hanno posizionato, in zona ingresso dei mezzi di trasporto, dei pannelli in cemento per non fare vedere da via Trieste le attività di movimento terre continuo, aggravato dal transito dei camion che, dopo lo scarico, attraversano tutta l'area uscendo dalla parte opposta a via Trieste. Praticamente gli unici cartelli esposti sono quelli in uso in periodo covid, come se invece respirare le polveri di quei fanghi essiccati fosse salutare’.

Ancisi chiede al sindaco di intervenire, perché i fatti siano accertati ed eventualmente sanzionati, «ponendo termine tempestivamente ai disagi che ne derivano all’ambiente e alla cittadinanza. Eventualmente, essendo anche presidente della Provincia di Ravenna, può autorevolmente interloquire con Arpae riguardo agli aspetti ambientali. Altrettanto nei confronti del servizio di Igiene pubblica essendo presidente della Conferenza Territoriale Sociale e Sanitaria dell’AUSL Romagna».

Ancisi, inoltre, pone all’attenzione del comandante della Polizia Locale, due questioni. La prima è tratta dal Testo Unico dell’Edilizia dove si afferma che ‘gli ufficiali e agenti di polizia giudiziaria, ove nei luoghi in cui vengono realizzate le opere non sia esibito il permesso di costruire, ovvero non sia apposto il prescritto cartello, ovvero in tutti gli altri casi di presunta violazione urbanistico-edilizia, ne danno immediata comunicazione all’autorità giudiziaria, al competente organo regionale e al dirigente del competente ufficio comunale, il quale verifica entro trenta giorni la regolarità delle opere e dispone gli atti conseguenti’.

La seconda questione fa riferimento al Regolamento comunale di Polizia urbana dove è previsto che ‘fatte salve le norme del codice penale ovvero previste da leggi e regolamenti in materia, è vietato, nell’esercizio di qualsiasi attività, produrre esalazioni moleste verso luoghi pubblici o privati’.


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